Loriano Valentini
Loriano Valentini (Grosseto, 16 luglio 1950) è un politico italiano. BiografiaNato a Grosseto nel 1950, nel 1985 è eletto consigliere comunale per il Partito Comunista Italiano nella sua città natale.[1] Diviene assessore a partire dal 1988, all'interno della giunta guidata da Flavio Tattarini.[2] In seguito all'elezione di Tattarini in Parlamento, Valentini gli subentra come nuovo sindaco il 23 gennaio 1992.[3][4] Al termine del mandato, l'anno seguente, Valentini si candida a sindaco di Grosseto alle prime amministrative ad elezione diretta per il Partito Democratico della Sinistra, con la coalizione «Alleanza per Grosseto», che comprende anche il Partito Repubblicano Italiano e la lista civica Etica 2000.[5] Al primo turno conquista il 38,17% delle preferenze, finendo al ballottaggio con il candidato Fausto Giunta (PRI) della lista Rinnovamento. Al secondo turno vince con il 52,81% e si insedia ufficialmente il 22 giugno. Alle amministrative del 1997 è nuovamente candidato a sindaco per un secondo mandato, ma viene sconfitto dal candidato del centro-destra Alessandro Antichi che al primo turno ottiene il 51,30% dei voti contro il 39,76% di Valentini. Alle elezioni regionali della Toscana del 16 aprile 2000 è eletto per i Democratici di Sinistra nella circoscrizione provinciale di Grosseto con 9 735 preferenze,[2][6][7] divenendo membro della Commissione speciale per i rapporti con l'Unione Europea, presidente della V Commissione cultura e sport e poi della III Commissione alle attività produttive.[8] Alle regionali del 2005 è nuovamente eletto consigliere nella lista Uniti nell'Ulivo, poi confluito nel Partito Democratico nel 2007.[2] Durante questo suo secondo periodo in Regione è membro della I Commissione agli affari istituzionali, oltre che vice-presidente della Commissione speciale per gli adempimenti statutari.[2] Dal 2012 al 2016 ricopre il ruolo di presidente della Fondazione Grosseto Cultura.[9] Il 18 maggio 2019 è nominato direttore dell'Istituto storico grossetano della Resistenza e dell'età contemporanea (Isgrec),[10] rimanendo in carica fino al 13 febbraio 2021.[11][12] Note
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