Lophorina superba
La paradisea superba (Lophorina superba (J.R.Forster, 1781)) è un uccello passeriforme della famiglia Paradisaeidae. Un tempo considerata l'unica specie del genere Lophorina Vieillot, 1816 [2]. Uno studio del 2018[3] però suggerisce il riconoscimento come specie della Lophorina niedda (precedentemente considerata una sottospecie di L. superba), sulla base di differenze nel corteggiamento (nel piumaggio, nel comportamento e nel canto). DescrizioneDimensioniMisura 25-26 cm di lunghezza, per 54-105 g di peso[4]: a parità d'età, i maschi sono leggermente più grandi e pesanti rispetto alle femmine. AspettoA prima vista, questi uccelli possono ricordare un merlo o uno storno tropicale, per la colorazione scura, il becco corvino e l'aspetto massiccio. BiologiaSi tratta di uccelli dalle abitudini diurne e solitarie, che vivono fra i rami della canopia e passano la maggior parte del proprio tempo alla ricerca di cibo. Nonostante la livrea sgargiante, non è facile avvistarli fra la vegetazione (complice anche la loro naturale diffidenza), mentre è facile sentire riecheggiare nella foresta il richiamo dei maschi, rappresentato da una serie di 4-7 note metalliche. AlimentazioneLa paradisea superba si nutre di frutta (soprattutto capsule) e piccoli animali: la sua dieta varia stagionalmente, mostrando a seconda della stagione una preponderanza della parte frugivora o di quella inettivora[4]. RiproduzioneQuesti uccelli sembrano non presentare una stagione riproduttiva ben definita, potendo essere osservati maschi in corteggiamento e femmine dedite ad allevare la prole in vari periodi dell'anno. Il corteggiamento è altamente spettacolare e segue le modalità tipiche del lek, coi maschi che si dispongono ad almeno 150 m l'uno dall'altro, delimitando in tal modo un territorio di propria esclusiva competenza, al centro del quale ripuliscono accuratamente una piccola porzione di foresta da utilizzare come arena per esibirsi. Una volta attirata una o più femmine mediante richiami emessi da un ramo alto e ben esposto, il maschio la porta nella propria arena con movimenti delle ali e richiami: qui, tenta di impressionarla saltellandole attorno e al contempo tenendo ben erette le penne del dorso e del petto a formare un cerchio attorno alla testa, muovendosi attorno ad essa (tendendo sempre la testa puntata verso di lei) a descrivere dei cerchi via via più stretti per poi montarla, qualora essa si mostri disponibile[5][6]. È stato osservato che le femmine osservano solitamente 15-20 esibizioni prima di scegliere con quale maschio accoppiarsi[7]. La paradisea superba è una specie poligina: i maschi cercano di sedurre ed accoppiarsi col maggior numero di femmine possibile, salvo poi disinteressarsi del tutto dell'allevamento della prole. La femmina si occupa quindi da sola della costruzione del nido, che ha una struttura a coppa e viene costruito nella corona di un palmizio intrecciando radichette e fibre vegetali e foderandone l'interno con foglie morte e felci: è sempre la sola femmina a covare le 1-2 uova per circa 18-19 giorni, e più o meno per lo stesso tempo essa accudisce i pulli, ciechi e nudi alla nascita[4]. Distribuzione e habitatLa paradisea superba è endemica della Nuova Guinea: con areale piuttosto discontinuo, questo uccello popola tutto l'asse montuoso centrale dell'isola, dai monti Arfak ai monti Owen Stanley attraverso la Cordigliera centrale. L'habitat di questi uccelli è rappresentato dalla foresta pluviale submontana e montana e dalla foresta nebulosa, fra i 1000 e i 2300 m di quota, sebbene sia più frequente osservarli al di sopra dei 1500 m[4]: essi si adattano a vivere anche nella foresta secondaria e nelle aree disturbate, colonizzando anche i parchi, le piantagioni e i giardini ben alberati. TassonomiaSe ne riconoscono cinque sottospecie[2]:
Alcuni autori riconoscerebbero anche la sottospecie connectens dei monti Herzog (considerata sinonimo di L. s. latipennis) e sphinx (considerata sinonimo di minor, classificata in base a un unico esemplare, un giovane maschio di incerta provenienza)[4], mentre la sottospecie pseudoparotia si è dimostrata essere in realtà un ibrido della sottospecie feminina con la paradisea dalle sei penne della regina Carola[8][9].
Nell'ambito della famiglia Paradisaeidae, la paradisea superba occupa un proprio genere monotipico, Lophorina Vieillot, 1816, vicino alla paradisea di Wallace col quale va a formare un clade a sua volta vicino ai generi Drepanornis e Seleucidis[12]. Il nome scientifico del genere deriva dal greco λόφος (lófos, "cresta"), in riferimento alle creste di penne su testa, collo e petto, mentre il nome della specie (da cui proviene il suo nome comune) è un evidente riferimento alla livrea dei maschi e alle modalità di corteggiamento. Note
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