Il nome generico (Linaria) deriva da un nome latino per il lino (linone) e si riferisce alla somiglianza delle foglie di alcune specie di questo genere a quelle della specie Linum usitatissimum.[2][3] L'epiteto specifico (supina) significa "prostrata, distesa".[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito inizialmente da Linneo (1707 – 1778), con la denominazione basionomicaAntirrhinum supinum, perfezionato successivamente nella denominazione attuale dal botanico, agronomo, e orticultore Laurent de Chazelles (1724 - 1808) nella pubblicazione "Supplément au Dictionnaire des Jardiniers, qui comprend tous les genres et les espèces de plantes non détaillées dans le dictionnaire de Miller, avec leurs descriptions et l'indication de la manière de traiter un grand nombre de ces plantes - 2: 39." del 1790.[5]
Descrizione
Queste piante arrivano ad una altezza di 5 – 15 cm. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). Per questa specie è individuata anche la forma biologica emicriptofita reptante (H rept), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e mostrano un accrescimento aderente al suolo con carattere strisciante.[6][7][8][9][10][11]
La parte aerea del fusto è prostrata e strisciante con rami ascendenti.
Foglie
Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno o più generalmente sono unilaterali (a volte sono subverticillate). La lamina ha delle forme lineari-spatolate. Dimensione delle foglie: larghezza 1 mm; lunghezza 8 – 16 mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da racemi lassi (i fiori sono spaziati). Gli assi fiorali sono peloso-ghiandolari. I fiori sono peduncolati. Nell'infiorescenza sono presente delle brattee fogliacee. Lunghezza del peduncolo: 3 – 5 mm.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[7]
Il calice, tuboloso-campanulato, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è formato da cinque profonde lacinie subuguali. Dimensione del calice: 2 – 3 mm.
La corolla, gamopetala e tubolare è del tipo bilabiato, ed è completamente chiusa da un rigonfiamento del labbro superiore (corolla personata). Inoltre uno sperone (o un sacco) leggermente curvo è presente all'altezza delle fauci della gola della corolla in posizione abassiale. In particolare il labbro posteriore (superiore) è eretto ed è formato da due petali con apici acuti, l'anteriore (inferiore) da tre petali riflessi. All'altezza della gola può essere presente una pubescenza bianco-giallastra. Il colore della corolla è giallo. Dimensione della corolla: 15 – 18 mm. Lunghezza dello sperone: 6 – 8 mm.
L'androceo è formato da 4 stamididinami tutti fertili. I filamenti sono adnati alla base della corolla e sono inclusi o poco sporgenti. Le antere sono formate da due teche distinte e divaricate e formano una struttura simile ad un anello. La deiscenza è longitudinale attraverso due fessure. I granuli pollinici sono tricolpoporati. Il nettare si trova nello sperone e può essere raggiunto solamente dagli insetti che riescono a entrare nelle fauci chiuse dal rigonfiamento del labbro superiore.
Il frutto è una capsula subsferica. I semi, numerosi, hanno delle forme appiattite (sono dei discoidi con un'ala membranosa). Al momento della maturazione i semi fuoriescono da due fori (opercoli) che si aprono nella parte superiore del frutto (capsula porocida). I peduncoli dei frutti sono diritti e più o meno eretti. Dimensione della capsula: 5 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione: in Italia è una specie rara e si trova soprattutto nel nord-ovest. Nelle Alpi si trova nella provincia di Imperia, Cuneo e Torino. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (tutti i dipartimenti alpini). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio Centrale e Pirenei.[11] È presente anche nel Magreb.[15]
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le pietraie, le aree ruderali e i macereti (preferibilmente su serpentino). Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[11]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 300 fino a 1.000 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]
Formazione: delle comunità delle fessure delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Thalaspietea rotundifolii
Ordine: Stipetalia calamagrostis
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa specie (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[7] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[8], o anche 117 generi e 1904 specie[16] o 90 generi e 1900 specie[17]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. Il genere della specie di questa voce appartiene alla sottofamiglia Antirrhinoideae (tribù Antirrhineae) e si compone di oltre 150 specie distribuite dal Nord America, Europa e Asia.[6]
Tradizionalmente le due dozzine di specie della flora spontanea italiana vengono suddivise in quattro sezioni (Cymbalaria, Elatinoides, Linariastrum e Chaenarrhinum). La specie di questa voce è inclusa nella sezione Linarisatrum caratterizzata da foglie sessili e con lamine penninervie, da fiori raccolti in nudi racemi terminali e da corolle con fauci completamente ostruite da un palato prominente.[10]
Classificazioni più recenti[19][20] assegnano la specie di questa voce alla sect. Supinae (Benth.) Wettst. (subsect. Supinae) caratterizzata da piante a ciclo riproduttivo annuale o perenne con stigma intero, semi lateralmente discoidi e provvisti di ali o coste marginali. Attualmente in base alle ultime ricerche di tipo filogenetico le specie del genere Linaria sono distribuite in 6 cladi. La specie L. supina si trova all'interno del sesto clade (denominato "F") insieme al quinto clade (denominato "E"). Insieme questi due cladi formano un "gruppo fratello" e rappresentano il "core" del genere. Nel sesto clade in posizione "basale" si trova la sect. Diffusae (Benth.) Wettst. (entità parafiletica).[21]
D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.