Le fate
Le fate (Die Feen) è la prima opera completa di Richard Wagner. Stilisticamente si colloca nel filone dell'opera romantica tedesca e risente fortemente dell'influenza dei modelli del giovane Wagner, Carl Maria von Weber e Heinrich Marschner. Sebbene sia stata scritta nel 1833, quando Wagner aveva 20 anni, la prima rappresentazione assoluta, diretta da Franz Fischer e preparata dal giovane Richard Strauss, ebbe luogo solo dopo la morte del compositore (avvenuta il 13 febbraio 1883), il 29 giugno 1888 all'Hof- und Nationaltheater di Monaco. Lo stesso Wagner, infatti, considerava Le fate un malriuscito esperimento giovanile e, come per Il divieto d'amare, non includeva quest'ultima nel corpus di opere degne di essere portate in scena a Bayreuth. L'esecuzione fu un successo. L'opera venne rappresentata anche in altri teatri, ma alla fine non riuscì a entrare in repertorio. Oggi questo lavoro è quasi dimenticato e viene rappresentato solo raramente. La genesiLe fate è già il quarto lavoro teatrale di Wagner. Del suo lavoro di debutto però, la "grande tragedia" Leutbald, Wagner completò solamente il testo, mentre probabilmente non ne iniziò mai la composizione. Della sua seconda opera, "un'opera pastorale", non è rimasto nemmeno il titolo. L'opera "d'orrore" Le nozze venne interrotta da Wagner tra il 1832 e il '34, dopo che la sorella Rosalie, la principale finanziatrice e matriarca della famiglia, trovò la trama ripugnante. Nel 1833 venne eseguita la prima composizione drammatica di Wagner, un'aria che egli scrisse per l'opera Il vampiro di Marschner. TramaL'opera lirica "Le fate" si svolge a Lyon, in Francia Gli antefattiArindal e il suo servitore Gernot sono a caccia. Avvistano una magnifica cerva, e si lanciano all'inseguimento, senza però riuscire a catturarla; seguendo la cerva, giungono per una via misteriosa nel regno delle fate. Là, Arindal vede la fata Ada, e i due si innamorano a prima vista l'uno dell'altra. Sfidando la volontà del re delle fate, Ada è intenzionata a sposare il suo amante. Il re, alla fine, acconsente, ma ad una condizione: per otto anni Arindal non dovrà mai chiedere ad Ada chi ella sia. Arindal accetta. Passano gli anni, la coppia ha due bambini. Ma Arindal, proprio poco prima della fine del tempo, viene meno al giuramento e rivolge la fatale domanda alla sua sposa. Di conseguenza, Arindal e Gernot vengono cacciati dal regno delle fate e mandati in una landa desolata e selvaggia. Ada allora, decisa a ritrovare il consorte, rinuncia alla propria immortalità e lascia il regno alla ricerca dell'amato. Atto IPrima scena: Il giardino delle fateZemina e Farzana sono alla ricerca di Ada, per convincerla a non rinunciare all'immortalità: pregano tutte le fate e tutti gli spiriti di aiutarle. Seconda scena: Un deserto desolato e rocciosoDopo la morte del padre di Arindal, Morald e Gunther si sono avviati, per cercare il figlio smarrito, visto che Tramond è minacciato dal re Murold. Incontrano Gernot che racconta loro cosa è successo negli otto anni passati. Con l'aiuto del mago Groma vogliono convincere Arindal a tornare a Tramond. Arindal è ancora alla ricerca di Ada (Wo find ich dich, wo wird mir Trost, Dove ti trovo, dov'è la mia consolazione) e si imbatte di nuovo in Gernot. Quest'ultimo cerca di farlo uscire dalla sua disperazione, parlando male di Ada e paragonandola alla strega Dilnovaz. Entra in scena in quel momento Gunther, travestito da sacerdote santo (O König du bist übel dran, von einem bösen Weib umstrickt, o re tu sei crudelmente circuito da una donna cattiva) e, una volta svelata questa finzione, Morald, camuffato da fantasma del defunto padre di Arindal e dicendo di essere morto dal dispiacere per la vicenda di suo figlio. Proprio in quel momento il re Murold scende sulla Terra devastandola. Soltanto una città è difesa valorosamente da Lora, sorella di Arindal. Quando questi vuole avviarsi verso casa, anche il secondo travestimento è svelato, ma Morald lo assicura che tutto ciò che ha detto è la verità e che lui deve venire subito a casa. Arindal acconsente. Con ansia vuole partire (Oh Grausame leb ewig wohl, zum Kampfe zieh ich für mein Vaterland), ma improvvisamente lo prende la stanchezza e si distende su una pietra. Terza scena: Giardino delle Fate con Palazzo splendenteQuando Arindal si sveglia, tutto d'un tratto vede Ada davanti a lui. Grande è la sua gioia, ma lei gli rivela che possono rimanere insieme ancora per poco tempo. Atto IIScena: Atrio di un palazzo nella città di ArindalAffranti perché destinati alla sconfitta, Lora e gli abitanti di Tramond si radunano davanti al palazzo. Là appare un messaggero che annuncia l'imminente arrivo di Arindal e i suoi compagni. Quando questi giungono vedono lo stato miserevole in cui è ridotto il loro paese (Von Feinden alles voll, kaum noch ein Fußbreit gehöret uns, Pieno di nemici, non ci appartiene quasi più nulla). Ciò nonostante Gernot e Drolla festeggiano il ritorno dopo otto anni di Arindal (Du bist's! Oh welche Freude!, Sei tu! Oh quale gioia!). Quando i combattenti ingaggiano battaglia, Arindal rimane indietro. Ada gli appare nella sala del palazzo. (Weh mir, so nah die fürchterliche Stunde, Che dolore, così vicina la tremenda ora). Ad un suo gesto appaiono i loro figli che abbracciano Arindal. Improvvisamente Ada glieli strappa e li getta in un abisso infuocato. Nello stesso momento ritornano i guerrieri, messi in fuga che annunciano che tutto è perduto e Morald è scomparso. Quando arriva il generale Harald e racconta che una donna soldato di nome Ada ha disperso le sue armate ovunque, Arindal maledice sua moglie. Atto IIIPrima scena: Sala delle festeMorald e Lora vengono acclamati re e regina. Morald non è contento perché Arindal, re legittimo è diventato pazzo. Seconda scena: Il terribile abisso dell'impero sotterraneoLe fate lo conducono nel mondo sotterraneo, dove Arindal deve sostenere due prove contro gli spiriti. Con l'aiuto di Groma, e delle armi vince lo scontro quasi disperato contro questi spiriti e trova la moglie trasformata in statua. Disperato vorrebbe rassegnarsi al destino, perché non può rompere l'incantesimo ma sente di nuovo la voce di Groma, che gli dice di prendere la lira. Arindal obbedisce e, suonando, riporta in vita Ada. Farzana e Zemina, sconfitte, spariscono. Terza scena: Palazzo delle fate, circondato dalle nuvoleAd Arindal viene concessa l'immortalità dal re delle fate, per il suo coraggio e le sue azioni eroiche. Potrà rimanere per sempre con Ada nel regno delle fate. Ai festeggiamenti per l'incoronazione possono partecipare anche dei mortali: Morald, Lora, Drolla, Gernot e Gunther. Morald e Lora vengono ufficialmente dichiarati da Arindal signori di Tramond (Euch beiden geb ich jetzt mein Erdenland, A voi due, io do ora la mia terra). Arindal viene condotto al trono da Ada tra la grande partecipazione delle fate (Ein hohes Los hat er errungen, Una grande sorte ha conquistato) Organico orchestraleLa partitura di Wagner prevede l'utilizzo di:
Da suonare internamente:
Prima italianaLa prima italiana è al Teatro Lirico di Cagliari nel 1997 ed ha un notevole successo di critica e di pubblico. Il relativo disco viene premiato dalla rivista “Musica e Dischi” quale miglior disco operistico italiano del 1997[1]
FontiOrfeo GmbH, München; Aufnahme und Textbuch Die Feen von 1984 Egon Voss; Nachwort zu Richard Wagners Rienzi; Reclam 5645 von 1983 Kultur Bibliothek; Band II; Opern- und Operettenführer Discografia
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