Le 120 giornate di Sodoma«È il momento, amico lettore, in cui devi predisporre il tuo cuore e il tuo spirito al racconto più impuro che mai sia stato fatto da che il mondo è il mondo, non reperendosi un libro simile né presso gli antichi né presso i moderni.»
Le 120 giornate di Sodoma (Les Cent Vingt Journées de Sodome ou l'École du libertinage) è un romanzo incompiuto di Donatien Alphonse François de Sade, che compose nella prigione della Bastiglia nel 1785. L'opera avrebbe dovuto avere particolare importanza nella produzione di de Sade, importanza compromessa in parte dalle complesse vicende della sua redazione e pubblicazione, che ne impedirono il completamento. Genesi e storia del manoscrittoRicopiato da appunti precedenti nel 1785 nel celebre carcere parigino della Bastiglia, dove il Marchese si trovava dall'anno precedente, il manoscritto era composto da una sola lunga pagina formata da fogli incollati insieme per permettere di arrotolarlo in modo da essere meglio nascosto. Quando il 4 luglio 1789, dieci giorni prima dello scoppio della Rivoluzione francese, il Marchese fu trasferito dalla Bastiglia, incaricò la moglie di andare a pretendere la restituzione degli oggetti lasciati nella propria cella. Ma come egli stesso racconta, la moglie se ne ricordò proprio la mattina del 14 luglio, quando la Bastiglia venne assaltata: perderà così il prezioso manoscritto delle 120 giornate. Il testo verrà poi recuperato e dato alle stampe (sebbene con numerosi errori di traduzione) nel 1904 da uno psichiatra di Berlino, Iwan Bloch (che usò lo pseudonimo 'Dr. Eugen Dühren' per evitare controversie), che riconobbe la grande importanza scientifica dell'opera osservando le sorprendenti analogie tra i casi narrati da De Sade e quelli illustrati da numerosi psichiatri (in particolare da Krafft-Ebing, al quale si deve l'invenzione dei termini "sadismo" e "masochismo"). Il manoscritto originale rimase in Germania sino al 1929, quando Maurice Heine, incaricato dal visconte Charles de Noailles, noto mecenate, acquistò il rotolo.[1] Venne data alle stampe (tra il 1931 e il 1935) una versione emendata dagli errori, contenuta in volumi in tre quarti, destinata solamente a bibliofili che ne avessero fatta richiesta (al fine di evitare la censura che inevitabilmente si sarebbe abbattuta sull'opera qualora fosse stata pubblicata in forma libera). Tale versione è considerata la prima edizione ufficiale dell'opera originale. Nel 1985 il manoscritto fu venduto da un discendente del visconte ad un collezionista di libri rari, in particolare erotici, Gérard Nordmann (1930-1992). In seguito (nel 2004) il manoscritto fu esposto pubblicamente per la prima volta presso la Biblioteca Bodmeriana, a Ginevra[2], dove rimase fino al 2014. Nell'aprile del 2014 il manoscritto è stato acquistato per 7 milioni di euro da Gérard Lhéritier, presidente dell'associazione privata Aristophil e dell'Istituto di Lettere e Manoscritti di Parigi. Già assicurato dal gruppo Lloyds per 12 milioni di euro, fu poco dopo dichiarato Tesoro nazionale dal Governo francese e preso con prelazione durante un'asta che seguiva l'arresto di Lhéritier per frode. Dal 2021 si trova quindi nella Biblioteca nazionale di Francia, sezione dell'Arsenale, esposto a rotazione nel Musée des monnaies, médailles et antiques. Il romanzoIl romanzo risulta completo solo per la prima parte, corredata anche degli appunti di De Sade sulle correzioni che avrebbe dovuto apportare. Rimangono anche tutti i nuclei dei racconti e un abbozzo della cornice per le altre tre parti, mai sviluppate. Tuttavia ciò che resta permette di osservare l'intera architettura dell'opera, concepita come un'enciclopedia di tutte le perversioni. L'opera è articolata come un testo organico e comprende un'introduzione, in cui vengono presentati i personaggi ed il contesto scenico entro cui viene ambientata tutta la storia, e quattro parti, ognuna delle quali avrebbe dovuto contenere 150 racconti suddivisi in passioni semplici, doppie (o complesse), criminali ed infine omicide (per un totale quindi di 600 tipi di piaceri). La struttura ricorda molto altri testi simili, quale il Decameron di Boccaccio. Trama e personaggiLe premesse della vicendaLa vicenda ha luogo temporalmente verso la fine del regno di Luigi XIV quando, a causa delle numerose guerre da questi sostenute per tenere alto il lustro della Francia tra le nazioni europee, si erano esaurite le risorse dello Stato e impoveriti i ceti produttivi (gli unici soggetti a tassazione), a tutto vantaggio di un ristretto gruppo di speculatori che avevano potuto invece accumulare enormi fortune grazie appunto alle speculazioni e agli appalti sulle forniture belliche. Tra questi personaggi senza scrupoli troviamo i 4 protagonisti della vicenda, appartenenti alla nobiltà di toga e di spada e alle più alte cariche ecclesiastiche. Essi sono:
Costoro, accomunati oltre che dalle pratiche disoneste e immorali attraverso le quali avevano creato e accresciuto le loro immense fortune anche dalla passione per il libertinaggio più sfrenato, avevano per così dire cementato la loro amicizia attraverso una serie di matrimoni combinati che avevano visto la figlia di Durcet, Costance, sposata al Duca, la figlia del Presidente Curval, Adelaide, sposata a Durcet, e la figlia del Duca, Julie unita al Presidente medesimo. I matrimoni vengono combinati nel patto che le mogli in realtà siano condivise tra i mariti, patto a cui si aggrega anche il Vescovo, portando nella compagnia la sua figlia naturale Aline (frutto di una relazione con una delle precedenti mogli del fratello, il Duca).
L'esperimento libertino e le sue componentiIn seguito ad esperienze precedenti analoghe risoltesi in maniera molto soddisfacente i quattro decidono di sperimentare, nelle sue forme al contempo più raffinate e più estreme le pratiche libertine avvalendosi del supporto dei soggetti più adatti a soddisfare le loro necessità e a dare corpo alle loro perversioni. A tal proposito scelgono in primis quattro novellatrici, destinate a raccontare delle cosiddette passioni, perversioni la cui intensità sarà via via crescente con il progredire della vicenda. Le novellatrici, dovendo avere esperienza diretta delle vicende che raccontano, appartengono alla categoria delle prostitute d'alto bordo e delle mezzane. Esse sono:
Di seguito i quattro libertini si procacciano la materia prima delle loro fantasie, nella fattispecie fanciulle e fanciulli di nobile lignaggio e di età compresa tra i 12 e i 15 anni. La ricerca è in questo caso molto impegnativa e richiede tempo e denaro per potere essere attuata: i protagonisti a tal proposito sguinzagliano nelle provincie del regno e nella città di Parigi delle adescatrici espertissime (17 in tutto) coadiuvate da due aiutanti ciascuna, con l'incarico di consegnare entro 10 mesi 9 fanciulle ciascuna. Allo scadere del termine si sono potute radunare 130 ragazze, dalle quali dopo selezioni di varia natura vengono estratte le 8 prescelte:
Un analogo procedimento di procacciamento e selezione viene parimenti attuato con i fanciulli, tra i quali vengono selezionati:
I fanciulli e le fanciulle scartati dalle selezioni, che hanno avuto luogo nei possedimenti di Blangis, sono abusati dai quattro libertini e in seguito rivenduti per una congrua somma ad un mercante di schiavi turco, consentendo in tal modo di recuperare parte della somma spesa. Un procedimento di procacciamento più semplice si ha con i cosiddetti fottitori, non essendovi la necessità di rapire e in seguito rivendere i soggetti scartati come si era reso necessario con i fanciulli. La selezione, effettuata sulla base della prestanza fisica, della bellezza e soprattutto della dotazione virile dei soggetti, permette di restringere l'originale gruppo di 80 convenuti agli 8 richiesti, tra i quali spiccano Hercule, Antinous, Brise-cul e Bande-au-ciel (denominati nel corso della vicenda come fottitori principali). I fottitori non scelti vengono altresì utilizzati e successivamente ricompensati, concedendo loro di fare ritorno alle loro abitazioni.
Gli altri quattro non vengono dettagliatamente descritti, ma si sa che sono tutti dai 25 ai 30 anni e con misure che vanno dai 9 agli 11 di lunghezza e da 7 a 9 di circonferenza. Si selezionano alfine le quattro serventi. Costoro le si desiderano il più possibile repellenti e marchiate dal vizio e dalla malattia. La ricerca delle vecchie soddisfacenti le caratteristiche richieste ha buon esito e si scelgono infine tra le convenute:
I luoghi delle 120 giornateRaccolti i soggetti richiesti, si sceglie il luogo dove attuare le pratiche in tutta tranquillità: a tal fine si opta per l'isolato e inaccessibile Castello di Silling appartenente al finanziere Durcet, situato in Svizzera nella Foresta Nera. In questo luogo convergono, oltre al serraglio dei quattro libertini, anche tre esperte cuoche e tre sguattere. Il castello viene isolato dall'esterno subito dopo il loro arrivo, avvalendosi della complicità dei vassalli del finanziere, che abitano in un villaggio antistante la fortezza, lungo l'unica via percorribile, ai quali, previo rinnovo di alcuni privilegi rivendicati da essi, viene richiesto di non far passare alcuno che desideri avventurarsi oltre. L'isolamento e l'inaccessibilità sono il necessario fondamento della garanzia di impunità, che consente al libertino di agire al di fuori dei vincoli sociali e delle limitazioni poste da chi gli è sopra: ancor prima che geografico quindi il luogo del libertinaggio è mentale e costituisce un mondo parallelo ove trovano piena applicazioni leggi frutto di una morale radicalmente diversa e "altra", se non antitetica rispetto a quella corrente. Il regolamentoGiunti al castello, i quattro signori redigono un regolamento per mettere ordine alle orge sistematiche che si accingono a compiere. Si creano così un codice di autoregolamentazione e di punizioni la cui funzione è sostanzialmente quella di escludere comportamenti non richiesti e veicolare le eventuali infrazioni connesse (fonte di mancato godimento) a punizioni tali da restituire in misura maggiore quanto non è stato loro garantito. Le punizioni inflitte hanno diversa gravità a seconda di chi compie le infrazioni: i libertini sono soggetti solamente ad ammende pecuniarie (il cui importo verrà eventualmente impiegato per sostenere le spese di un'iniziativa futura analoga alla presente), gli altri con la sola eccezione delle novellatrici, delle cuoche e delle sguattere sono sottoposti a limitazioni di ogni tipo, al fine di evitare sia rapporti illeciti tra i fottitori e le donne, sia di preservare l'oggetto del desiderio dei libertini. Il trattamento più duro è ovviamente riservato alle mogli, degradate al livello di vere e proprie schiave di cui tutti possono liberamente abusare senza incorrere in alcun rischio. Sono infine bandite dal castello, pena la morte, espressioni di religiosità e devozione, così come tutti quegli atti che possano essere considerati compassionevoli o in generale manifestazioni di empatia nei confronti di un soggetto più debole: ciò riflette l'idea di fondo comune ai quattro gentiluomini della necessità di perseguire una filosofia naturale dotata di una morale a sé, radicalmente diversa da quella cristiana (ritenuta non a caso falsa e distorcente), basata altresì sulla sopraffazione a priori di chi è più debole. Coloro che commettono infrazioni al regolamento di lievi entità (non tali da essere condannati a morte immediatamente) sono meticolosamente segnati su una lista, e sono puniti da uno dei quattro libertini a turno (anche se il libro su questo punto è oscuro, non descrivendo effettivamente ciò che viene attuato nel corso della punizione, de Sade si riserva di riferire questi dettagli in seguito).
A queste si aggiungono anche tutta una serie di regole speciali:
Tutti sono tenuti a chiamare solo monsignore ognuno degli amici. Descrizione delle passioniDopo una fase iniziale lasciata all'improvvisazione dei libertini, viene da questi deciso di organizzare le giornate secondo uno schema predefinito e fisso, incentrato sulla narrazione delle cosiddette passioni da parte delle novellatrici. Costoro, alternandosi nell'arco di quattro mesi, hanno il compito di introdurre varie tipologie di perversioni e narrare sulla base delle stesse delle vicende reali delle quali sono state protagoniste o spettatrici. Le passioni, sulla base della loro intensità e degli effetti che hanno su coloro che ne sono oggetto si distinguono in semplici, complesse, criminali e assassine, in un crescendo di sopraffazione e degradazione morale. La narrazione delle passioni ispirerà i libertini nella realizzazione di "combinazioni" e "quadri" (come li definirà Barthes in un suo saggio) finalizzati al soddisfacimento degli impulsi indotti dalla parola. Passioni sempliciIl primo mese, novembre (peraltro l'unico lasso di tempo descritto esaustivamente e non solo schematicamente da de Sade), è caratterizzato dalla narrazione delle passioni semplici. Si definiscono tali perché non prevedono penetrazioni di alcun tipo. La Duclos, che è la narratrice di queste passioni, dopo aver delineato le vicende salienti della sua infanzia e prima adolescenza che hanno precocemente segnato il suo ingresso nella sfera sessuale, comincia a descrivere approfonditamente le sue prime esperienze legate ad essa. I suoi aneddoti relativi ai clienti da lei soddisfatti spaziano su una vastissima varietà di pratiche che possono apparire bizzarre e/o disgustose: per citarne alcune, la singolare passione di un uomo consistente nell'eiaculare sul volto di bambine di età non superiore ai 7 anni, la voluttà provata da un altro nel bere urina e da un altro ancora nel mangiare escrementi. Passioni complesseLe passioni complesse sono narrate nel mese di dicembre e includono atti ancora più estremi e stravaganti. Prendono posto nella narrazione stupri di bambine, incesti, flagellazioni. Ad essi si aggiungono pratiche indubbiamente meno cruente, a carattere sacrilego quali il praticare sesso con suore durante lo svolgimento di una messa ed avere un orgasmo al termine della stessa (Sade riprese alcuni elementi di queste passioni sacrileghe dalla sua stessa esperienza personale, laddove ebbe ad inscenare con una prostituta la crocifissione, atto questo che condusse al suo arresto. Egli stesso, in qualità di ateo convinto in numerose opere scrisse circa il paradosso creato da chi insulta una divinità in cui non crede). Il racconto delle passioni complesse comporta la possibilità, prima severamente vietata, di sverginare infine le fanciulle rapite, oltre che di intensificare il livello delle sofferenze inflitte ai prigionieri nel castello. Passioni criminaliIl mese di gennaio vede la narrazione delle cosiddette passioni criminali, ovvero pratiche al limite dell'assassinio quantomeno sotto il punto di vista morale. Sade indulge nella narrazione di sodomizzazioni di bambine di tre anni, episodi di zoofilia e necrofilia, uomini che costringono le figlie a prostituirsi salvo poi osservarle mentre soddisfano altri pervertiti, mutilazioni e bruciature inflitte. Nel castello parallelamente si procede ad un inasprimento ulteriore del trattamento inflitto ai fanciulli e alle mogli, con regolari torture giornaliere che fanno da contorno a cruente penetrazioni anali. Passioni assassineCon febbraio si giunge infine alle passioni assassine, ovvero pratiche che conducono alla morte di chi vi è oggetto. Le narrazioni sono effettuate dalla Desgranges che riferisce di bambini prima violentati e poi bruciati vivi, donne incinte sventrate, uomini e donne sottoposti a varie torture di estrema intensità tutte culminanti con la morte delle vittime. Il racconto finale è l'unico, al di fuori di quelli presentati nelle passioni semplici, ad essere narrato in maniera estesa. Vi si racconta di uno spietato libertino, già protagonista di numerose altre passioni precedentemente esposte, compiere un cruento rituale chiamato "Inferno". Questi inizialmente violenta ripetutamente 15 ragazzine, rigorosamente vergini, senza raggiungere l'orgasmo e gettandole, a una a una, in una segreta dedicata allo scopo. Ciascuna delle ragazze viene lì presa in consegna da un complice dell'uomo e sistemata su una delle 15 macchine di tortura ivi presenti. Quando tutte le 15 ragazze sono state violentate e sistemate, l'uomo scende nella segreta bestemmiando come un dannato, nudo e furioso, e si posiziona in modo tale da poter vedere contemporaneamente tutte le vittime. A quel punto le orrende torture iniziano, e il libertino, schiumante di lussuria, si masturba assistendo al dolore straziante presentato in mille modi, raggiungendo quindi l'orgasmo gettando grida che coprono quelle delle vittime della sua crudeltà. Nel corso del mese di febbraio i libertini, assecondando il climax creato dalle passioni loro esposte, uccidono tramite torture protratte sino alla morte le quattro governanti, tre delle loro quattro figlie, un fottitore, quattro fanciulle e due fanciulli. L'assassinio brutale di Augustine, una delle fanciulle cadute in disgrazia, è descritto vividamente. Ella viene scuoiata e in seguito scarnificata parzialmente; ancora viva le vengono spezzate le ossa e grattati i nervi messi a nudo, il cranio viene scoperchiato e i suoi intestini, tratti fuori dal ventre, le vengono bruciati dinnanzi. Viene finita con una pugnalata al cuore vibrata dall'interno del corpo, infilando un braccio armato di coltello nella vagina. La conclusioneTerminate le sessioni dedicate alla narrazione delle passioni, de Sade fa un rapido sommario degli elementi sopravvissuti sino alla fine del mese di marzo, nel corso del quale vengono uccisi la maggior parte dei personaggi rimanenti. Con lo scioglimento delle nevi i libertini e i sopravvissuti, per un totale di sedici persone, fanno ritorno alle loro dimore. Esterne alla vicenda vera e propria, ma comunque facenti parte del manoscritto originario, vi sono delle annotazioni dello stesso de Sade relative allo sviluppo di varie parti del testo e all'ampliamento di altre già redatte in forma estesa (modifiche che tuttavia non verranno mai attuate a causa della perdita dell'originale da parte di de Sade). Una lettura criticaOltre che enciclopedia di perversione, l'opera Le 120 giornate di Sodoma comprende inoltre, nella sua organicità e completezza, tutta la filosofia del vizio di de Sade, teorizzata già altrove (La filosofia del boudoir), che prevede la ribellione ad una natura che perbenisti ed uomini di chiesa (ma uno dei viziosi è proprio un vescovo) si ostinano a definire contro natura. Questa ribellione comprende soprattutto libertà e perversioni sessuali, ma anche atti come il matricidio, la violenza accanita, la produzione goduriosa di sofferenza. Pare invece che tutta la tematica sociale, pur visibile nel romanzo, sia solo accessoria. Centrale è invece nella più celebre opera cinematografica di Pier Paolo Pasolini, Salò o le 120 giornate di Sodoma, esplicitamente ispirata al romanzo, ma ambientata nell'ultimo periodo del regime fascista. Il primo a pubblicare l'opera e a sottoporla ad un vaglio critico, il Dr. Bloch, la considerò come una sorta di "catalogo" delle perversioni sessuali, reputandola un trattato di indubbio valore scientifico ancora prima che letterario, paragonabile alla Psycopathia Sexualis di Krafft-Ebing. Una femminista come Simone de Beauvoir scrisse nel 1955 un breve saggio in difesa dell'opera sadiana intitolato "Dobbiamo bruciare Sade?", in risposta ad un'iniziativa promossa dal governo francese di censurare in Francia Le 120 giornate di Sodoma insieme con altre tre opere principali dello stesso autore. Un'altra commentatrice femminista, Andrea Dworkin, condannò l'opera definendola un prodotto pornografico di infimo livello, bollando l'autore di misoginia, basando questa valutazione sul fatto che gli stupri, le torture e le uccisioni sono inflitte da personaggi maschili su vittime prevalentemente (ma non esclusivamente) femminili. La studiosa di de Sade Alice Laborde ha reputato altresì il giudizio della Dworkin come frutto di una lettura erronea e fuorviante degli elementi satirico-novellistici dell'opera. La Laborde ha concentrato la sua analisi dell'opera più che sui suoi contenuti simbolici, sulla funzione assunta dal linguaggio sadiano e dai protagonisti. La presunta misoginia di Sade rientrerebbe in quest'ottica nel campo della critica sociale e della rielaborazione dei modelli letterari della lingua francese. Angela Carter nel suo libro The Sadeian Woman ha analizzato due personaggi del libro, giudicando Sade stesso come un "pornografo morale", riconoscendogli quindi quella vena sociale già evidenziata da altri critici. Camille Paglia considera l'intera opera di Sade la risposta satirica a Jean-Jacques Rousseau, laddove viene brutalmente demolita la tesi da questo sostenuta dell'innata bontà umana, posta alla base dell'Illuminismo. La commentatrice evidenzia inoltre parallelismi storici delle vicende del libro con i noti casi di Gilles de Rais e Elizabeth Báthory. Salò o le 120 giornate di Sodoma di PasoliniIl film, girato nel 1975, è ambientato anziché nel XVIII secolo nel periodo della Seconda guerra mondiale nella Repubblica di Salò, e ha come protagonisti quattro nobiluomini fascisti e nazisti. I "Signori" catturano moltissimi ragazzi e ragazze di giovane età tra i 16 e i 19 anni, tutti provenienti da famiglie povere, e li radunano in un'immensa villa. Lì i Signori, stipulato e firmato un severo regolamento, tratterranno le vittime, sottoponendoli a torture psicologiche mediante i racconti erotici di una meretrice di vecchia data, affinché i giovani possano simulare orgasmi e così avere rapporti con i "signori". Di seguito il regolamento diventerà più crudele e spietato e i Signori costringono le vittime a cibarsi dei loro escrementi per provare piacere sessuale, a sposarsi con i nobili e addirittura tra loro, per finire con la mutilazione fisica di ognuno dei poveri disgraziati da parte dei Signori, mentre uno di loro assiste alla scena con un ghigno. Il numero quattro è molto frequente nel film: infatti i protagonisti Sua Eccellenza, il Duca, il Monsignore e il Presidente rappresentano i quattro poteri; gli episodi Antinferno, Girone delle Manie, della Merda e del Sangue sono collegati ai cerchi danteschi dell'Inferno, ed anche i quattro soldati ruffiani e meretrici fanno da cornice agli scabrosi episodi del film. Il film, di gran lunga diverso sia da quelli della Trilogia della vita che da tutti gli altri, denuncia la violenza sessuale nei confronti sia degli uomini che delle donne, offrendo un ritratto orrendo e raccapricciante della "mercé del sesso e del corpo" ai più potenti che ne fanno oggetto di divertimento perverso e maniacale. Alla sua uscita la pellicola fu sequestrata con la denuncia di visione di atti osceni e solo nel 2003 è stata commercializzata in DVD con il divieto di visione ai minori di 18 anni. CensureNel mese di agosto 2012 la Corea del Sud ha proibito per "estrema oscenità" la pubblicazione delle 120 giornate di De Sade; Jang Tag Hwan, membro della commissione di stato per l'etica editoriale, ha ordinato il ritiro immediato dalla vendita nonché la distruzione di tutte le copie già stampate del romanzo. Ha spiegato che la descrizione dettagliata di atti sessuali commessi con minorenni, oltre alle pratiche di sadismo, incesto, bestialità e necrofilia, è stato fattore determinante nella decisione di considerare come "nociva" la sua pubblicazione.[3] Note
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