Lago di Fiè
Il laghetto di Fiè (Völser Weiher in tedesco) è un piccolo lago alpino situato sull'altopiano di Fiè a 1056 m nel comune di Fiè allo Sciliar (BZ), a circa 25 km da Bolzano. Il lago, circondato da abeti, si trova ai piedi del massiccio dello Sciliar e della punta Santner. È alimentato da una sorgente che veniva chiamata "sangue dello Sciliar" (Schlernblut), per la collocazione in una zona in cui in epoca preistorica si compivano riti propiziatori e sacrifici animali. Circa metà del lago è occupato da un canneto (biotopo del Lago di Fiè). Il laghetto di Fiè è un lago balneabile. Nonostante i suoi 1056 metri, il Laghetto di Fiè in estate ha più di 20°.[1] Laghetto SuperioreAd ovest, ad una decina di minuti a piedi, si trova un secondo laghetto di origine artificiale, la cui creazione è dovuta a Leonhard I von Völs, castellano del Tirolo e capitano della regione atesina. Il laghetto fu creato per l'allevamento delle carpe e per l'irrigazione dei campi sottostanti. Ancor oggi è possibile praticarvi la pesca sportiva. La leggenda del Sasso delle Streghe (Hexenstein)Presso questa pietra, lo Hexenstein il quale si trova tra i due laghi, le streghe della zona tenevano le loro sedute e per questo si ritiene che si tratti di un luogo alquanto sinistro e sospetto.[2] Un tempo a Fiè allo Sciliar esercitava la propria missione di pastore un parroco, il quale con il suo religioso fervore, si trovava in continua lotta contro il popolo delle streghe e qualche volta tramite la preghiera e il pronto suonare delle campane della sua chiesa, riusciva persino a scongiurare i temporali e le tempeste tramanti dalle streghe contro il suo paese. Una sera d'estate il parroco passeggiava nei pressi del laghetto quando decise di accoccolarsi tra il muschio del bosco, e poco distante dal Sasso delle Streghe, riposò un'oretta. Quando il curato si risvegliò era già notte fonda e dal campanile del paese sentì rintoccare le dodici. Si udì un fracasso assordante, e il popolo delle streghe giunse a cavallo iniziando le sue danze. D'un tratto una delle donne si accorse del parroco e nel giro di un istante tutte le streghe si accanirono contro di lui. Lo seviziarono e maltrattarono fino a quando non diede più segni di vita. La mattina seguente l'uomo venne ritrovato graffiato e mutilato accanto al Sasso delle Streghe, mentre il suo abito giaceva tutt'attorno in brandelli. Il sacerdote era stato vittima della vendetta delle streghe. Nella cultura di massaIl lago viene prominentemente citato nel quarto atto del dramma Das weite Land di Arthur Schnitzler, pubblicato nel 1911.[3] Note
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