L'utopia degli usurai
«La moderna apertura mentale è concepita per giovare ai ricchi e a nessun altro. E se credete che ciò sia infondato, vi sottoporrò una semplice questione. Vi sono alcuni piaceri dei poveri che possono anche comportare profitti per i ricchi: esistono altri piaceri dei poveri che non possono comportare profitti per i ricchi? Considerate questo contrasto, e considererete l'intera costruzione di un'accurata schiavitù.» L'utopia degli usurai (Utopia of Usurers and Other Essays) è una raccolta di saggi di G. K. Chesterton, pubblicata per la prima volta nel 1917. In essi Chesterton, abbandonando momentaneamente il suo metodo di bonaria argomentazione e contro-argomentazione, si scaglia con violenza contro il capitalismo, la mentalità che a questo si accompagna e più in generale la concezione moderna della società e dell'economia, nelle varie forme, più o meno mendaci, che essa prende (socialismo, fabianesimo, collettivismo, eccetera). La raccolta contiene anche due testi poetici: Un canto di Spade[1] e La fuga. Indice
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