Cinétéléfilms, Tanit Films, Twenty Twenty Vision, Kwassa Films, Laika Film & Television, Metafora Media Production, Sunnyland Film, Film ï Vast, VOO & BeTV, Istiqlal Films
Nel 2011 il giovane siriano Sam Ali è costretto a fuggire dal suo paese per evitare l'arresto, reo di aver detto alla leggera alcune frasi antigovernative durante la sua proposta di matrimonio alla bella Abeer, da cui è ricambiato. Un anno dopo, Abeer viene data in sposa dalla famiglia a un uomo più ricco, con cui si trasferisce a Bruxelles, lontano dalla guerra civile che infuria nel paese.
Mentre Sam sbarca il lunario a Beirut nella vana speranza di guadagnare qualcosa che gli permetta di raggiungere l'amata, con cui è ancora in contatto, e salvarla, viene notato dall'artista euro-americano Jeffrey Godefroi, celebre per le sue controverse opere d'arte moderna. In cambio dei soldi e dei documenti necessari a immigrare legalmente in Belgio, Sam accetta la mefistofelica proposta dell'artista: farsi tatuare un Visto Schengen sulla schiena e venire esposto nei più grandi musei del mondo come sua opera d'artevivente.
Produzione
La pellicola è una co-produzione internazionale, realizzata in 32 giorni tra la Tunisia (dove è stato ricostruito il museo che compare nel film), Marsiglia e Bruxelles, per un costo di 2,5 milioni di dollari,[1] con il supporto di Eurimages e La Région SUD, e con la partecipazione del CNC francese, di Medienboard Berlin-Brandenburg, del Ministero degli affari culturali della Tunisia, del Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, del tax shelter del governo federale belga attraverso il Belgian Films Fund, dello Svenska Filminstitutet, del Fonds image de la Francophonie e della SACEM.[2]
La trama del film è ispirata all'opera d'arte Tim: creata da Wim Delvoye nel 2006, si tratta di un uomo che, seduto su un basamento posto in un'area museale, esibisce la propria schiena su cui è stata tatuata l'immagine della Vergine Maria, circondata da un teschio e alcune decorazioni in stile messicano e giapponese.[3] L'opera è stata messa all'asta e sarà asportata ed esposta al momento del decesso di Tim Steiner, la sua tela umana.[3] Durante un'esibizione temporanea al Museo del Louvre nel 2012, la regista e sceneggiatrice Kaouther Ben Hania ha avuto modo di visitare l'opera, traendone ispirazione per il film.[1][4] Delvoye è stato coinvolto anche nelle riprese, interpretando la parte dell'assicuratore dell'ultima coppia di compratori di Sam Ali.[3]
Ben Hania ha dichiarato di aver cercato espressamente un attore siriano per il ruolo del protagonista facendo un casting online, finché la scelta non è caduta su Yahya Mahayni, ex avvocato con pochissime esperienze di recitazione.[1][5]
Generalmente, il titolo è stato tradotto fedelmente nella lingua dei paesi in cui il film è stato esportato, ad esempio L'Homme qui a vendu sa peau in francese ed El hombre que vendió su piel in spagnolo. Per il pubblico arabofono, invece, è stato scelto un titolo traducibile come L'uomo che si è venduto le spalle (in araboالرجل الذي باع ظهره?, Ar-rajul allaḏī bāʿa ẓahrihu).