Jamil Mardam Bey
Jamīl Mardam Bey (in arabo جميل مردم بك?, Jamīl Mardam Bik; Damasco, 1894 – Il Cairo, 30 marzo 1960) è stato un politico siriano. Fu primo ministro del suo Paese dal 1936 al 1939 e una seconda volta dal 1946 al 1948. Nato in una famiglia sunnita di origine ottomana,[1] Jamīl Mardam discendeva dal generale e gran vizir ottomano Lala Kara Mustafa Pascià. Studiò scienze politiche a Parigi e fu uno dei fondatori della società segreta al-Fatāh (la Giovane), che costituì l'organizzazione di maggior efficacia contro l'Impero ottomano in Siria.[2] GioventùJamīl Mardam Bey fondò al-Fatāh con altri quattro studenti arabi che vivevano a Parigi nel 1911. L'organizzazione esortava gli arabi e i turchi a rimanere uniti all'interno della cornice dell'Impero ottomano ma reclamava identici diritti per gli arabi rispetto a quelli di cui godevano i turchi. Nel 1913, al-Fatāh trasferì i suoi uffici a Beirut e nel 1914 i suoi fondatori aprirono un ufficio a Damasco per coordinare meglio le attività nazionaliste. Nell'estate del 1913, i fondatori di al-Fatāh organizzarono il congresso arabo del 1913 a Parigi, per discutere il deterioramento degli standard di vita nell'Impero ottomano. Non volendo creare una frattura permanente con le autorità di Istanbul, i fondatori non si proposero di realizzare una completa liberazione degli Arabi dal gioco turco ma tentarono di facilitare buone relazioni con gli Ottomani. Quando questo intento fallì, passarono a sostenere la necessità di un movimento separatista che portasse a una completa rottura con gli ottomani. Nel 1916, Jamil Mardam si unì alla rivolta araba proclamata dallo sharīf di Mecca al-Ḥusayn ibn ʿAlī. Gli ottomani lo condannarono a morte in contumacia e Jamil fuggì in Europa, dove coordinò le attività dei nazionalisti arabi tra i politici che lì si trovavano in esilio e i sostenitori del movimento indipendentistico in Siria. Vari suoi compagni di lotta furono impiccati in pubblico a Damasco e a Beirut il 6 maggio 1916. Vita politicaQuando l'Impero ottomano perse nella prima guerra mondiale nel 1918, Mardam Bey tornò in patria. Nel 1919 accompagnò Faysal alla conferenza di pace di Parigi e divenne il vice del ministro degli esteri Abd al-Rahman Shahbandar. Mardam Bey prese parte ai colloqui diplomatici tra Siria e Francia, nell'intento di prevenire l'incremento del mandato francese nell'area vicino-orientale. Con Shahbandar, Mardam Bey incontrò il generale francese Henri Gouraud e tentò di realizzare un compromesso, ma i colloqui fallirono, di fronte alla precisa volontà di Parigi di sottoporre l'area siro-libanese al suo dominio. Il 24 luglio 1920, Jamil Mardam Bey fu condannato a morte dalle forze armate francesi dopo che essi ebbero detronizzato re Faysal e messo fine con le armi al Regno Arabo di Siria. Mardam Bey riparò a Gerusalemme (in area d'influenza britannica) e rimase lì fino a che l'autorità mandataria francese decretò un'amnistia e gli permise di tornare a Damasco nel 1921. Diventò membro dell'Associazione del Pugno d'acciaio (in arabo جمعية القبضة الفولاذية?, Jamʿiyyat al-qabḍa al-fūlādhiyya), un movimento clandestino guidato da Shahbandar. Nel maggio del 1922, la Francia accusò lui e Shahbandar di essersi incontrati segretamente con inviati del governo statunitense e di aver cercato di rovesciare il governo mandatario francese in Siria. Le autorità di quest'ultimo condannarono Shahbandar a 20 anni di carcere ed esiliarono Mardam Bey in Europa, dove egli rimase fino alla concessione di una nuova amnistia nel 1924. Nel luglio del 1925, il sayyid Sultan al-Atrash scatenò un'insurrezione armata contro i francesi dalle montagne siriane. Shahbandar agì come mente della rivolta e incaricò Mardam Bey di organizzare una raccolta di fondi ad Amman e di reclutare uomini per le forze armate dei ribelli a Damasco. Egli contrabbandò armi dalla Palestina e offrì un "santuario" ai guerriglieri drusi nei frutteti della Ghuta, che circondavano Damasco. I frutteti di Mardam Bey nella Ghuta, noti come "Hosh al-Maban", diventarono magazzini per armi e munizioni. Mardam Bey tornò quindi a Damasco e co-fondò il Blocco Nazionale nell'ottobre 1927, il principale movimento anti-francese in Siria. Il blocco avrebbe contestato in seguito la leadership di Shahbandar e del suo Partito del Popolo. Il blocco era composto da proprietari terrieri, politici, commercianti e avvocati che volevano metter fine al Mandato con mezzi diplomatici più che con le armi. Hashim al-Atassi, già primo ministro sotto Faysal, ne divenne presidente e nominò Mardam Bey membro permanente del suo comitato esecutivo. Mardam Bey entrò nel parlamento della Siria mandataria nel 1928, 1932, 1936 e nel 1943, affermandosi in ogni tornata elettorale sui suoi antagonisti politici. Nel 1932 divenne ministro delle finanze del governo di Haqqi al-Azm. L'alleanza Atassi-Mardam Bey si scontrò subito con varie difficoltà. Innanzi tutto le agitazioni nel distretto della Jazira nel NE della Siria, in cui le popolazioni locali rifiutarono di sottomettersi al nuovo regime e richiesero l'autonomia che la Francia aveva promesso loro negli anni venti. Altri problemi furono costituiti dall'opposizione, interna al Blocco, espressa dall'antico mentore di Mardam Bey, il dott. Abd al-Rahman Shahbandar. Dopo aver trascorso venti anni in esilio, il veterano patriota nazionalista Shahbandar tornò in patria nel 1937, pensando di ricevere una incarico ministeriale di alto profilo nella nuova amministrazione siriana. Temendo l'indubbia popolarità del vecchio combattente, Mardam Bey rifiutò di concedergli un posto nel governo da lui guidato e tentò di controllare attentamente le attività del suo antico compagno di lotta e patrono. Quando Shahbandar richiese il permesso di dar vita a un nuovo partito politico, Mardam Bey oppose un netto rifiuto. Shahbandar lo criticò apertamente, affermando che Mardam Bey stava guidando una dittatura di fatto in Siria. Mardam Bey rispose mettendo agli arresti domiciliari Shahbandar nella sua residenza estiva a Bludan. Quando una bomba esplose nell'autovettura di Mardam Bey, questi accusò immediatamente Shahbandar del tentativo di assassinio e ordinò l'incarcerazione del braccio destro di Shahbandar, Nasuh Babil, proprietario e distributore del quotidiano damasceno al-Ayyām (I giorni). Nel 1943, Mardam Bey si alleò col leader del Blocco Nazionale, Shukri al-Quwwatli e insieme formarono una lista elettorale per il nuovo parlamento siriano. Quando Quwwatli fu eletto presidente della repubblica nell'agosto del 1943, egli nominò Mardam Bey ministro degli esteri nel gabinetto del Blocco Nazionale presieduto da Sa'dallah al-Jabiri. Quwwatli fu tra i fondatori della Lega Araba e collaborò alla creazione delle sue infrastrutture col segretario generale dell'organizzazione, 'Abd al-Rahman 'Azzam. Guerra arabo-israelianaMardam Bey governò la Siria col presidente Shukri al-Quwwatli durante la prima guerra arabo-israeliana del 1948. Il conflitto distrusse la credibilità di Mardam Bey tra i conservatori, che lo accusarono di scadente leadership sul fronte della guerra. Accuse furono rivolte a lui da differenti parti politiche, incluso il partito Ba'th di Michel Aflaq che lo accusò di essersi arricchito con la spesa militare. Mardam Bey fu anche accusato, con l'ex ministro della difesa Ahmad al-Sharabati e quello delle finanze, Waḥba al-Ḥarīrī, di aver acquistato armi a prezzi gonfiati e di aver intascato la differenza. Mardam Bey entrò in contrasto anche con gli ufficiali, accusando d'inefficienza in battaglia il capo di stato maggiore Husni al-Za'im, chiedendogli di presentare le dimissioni. Gli anni finaliJamil Mardam Bey trascorse gli anni finali della sua vita tra l'Egitto e l'Arabia Saudita, in un esilio auto-imposto. Fu ospite onorato presso la corte di re Fārūq I al Cairo e di re ʿAbd al-ʿAzīz a Riad. Entrò in rapporti amichevoli con i Liberi Ufficiali che assunsero il potere in Egitto nel 1952, ponendo fine alla monarchia, come pure con i membri più autorevoli della famiglia reale saudita. Note
Bibliografia
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