Venne educato in casa da parenti e amici nel pieno rispetto di una cultura tradizionale ma anche aperta ai valori liberali.
Avvicinatosi alla letteratura a al teatro grazie allo studio e all'apprezzamento dello scrittore Abraham Goldfaden, ma dimostratosi persin più talentuoso del suo ispiratore come autore drammatico, realizzò nell'ultimo ventennio dell'Ottocento alcuni dei più riusciti copioni del repertorio del teatro ebraico di Odessa.[1]
Una volta trasferitosi negli Stati Uniti nel 1891, divenne l'iniziatore del repertorio dell'attività teatrale yiddish nel Nuovo Mondo, ancora oggi esistente.[1][2]
Nei suoi lavori descrisse, con un gusto prettamente realistico e naturalistico, le vicende e le caratteristiche peculiari della società piccolo borghese presente nel ghetto russo.[1]
La sua prima opera, intitolata Siberia, fu incentrata sulla storia vera di un prigioniero rinchiuso nelle carceri siberiane, che riuscì ad evadere e a condurre una vita normale per molti anni, prima di espatriare.[2]
Se il suo secondo lavoro, Due mondi riscosse già un buon successo, con il seguente, Re Lear ebreo, diede l'inizio alla carriera di commediografo yiddish.[3]
Già con i suoi primi lavori, Gordin evidenziò la capacità di sintesi tra elementi tradizionali e modernisti, oltreché una profonda genuinità dei personaggi.[4]
^abcdle muse, V, Novara, De Agostini, 1964, p. 330.
^ab"Jakob Gordin." The Cambridge History of English and American Literature: Un'enciclopedia in diciotto volumi. New York: G. P. Putnam's Sons, 1907-1921. Volume 18: Later National Literature, Part III. Capitolo 31, Non-English Writings I (German, French, Yiddish), sezione 52. Versione online di Bartleby.com.
^(EN) Yiddish literature, su britannica.com. URL consultato il 16 agosto 2018.
Joel Berkowitz, Shakespeare on the American Yiddish Stage. Iowa City: University of Iowa Press, 2002.
Melech Epstein, Profiles of Eleven: Profiles of Eleven Men Who Guided the Destiny of an Immigrant Society and Stimulated Social Consciousness Among the American People. Detroit: Wayne State University Press, 1965.
Beth Kaplan, Finding the Jewish Shakespeare: The Life and Legacy of Jacob Gordin, University of Syracuse Press, 2007.
Lulla Rosenfeld, The Yiddish Idol, in New York Times Magazine, June 12, 1977, p. 32 ff. (in the New York Times digital archive edition, p. 205-207, 210).