Intervento olandese a nord di Bali (1848)
L’intervento olandese a nord di Bali del 1848, detta anche seconda spedizione olandese a Bali, fu un conflitto sorto tra i Paesi Bassi ed alcuni regni tribali di Bali. Gli olandesi utilizzarono il pretesto dei diritti che i balinesi volevano vantare sui relitti di naufragi trovati nelle acque di loro competenza, ma questo era inaccettabile secondo le leggi internazionali della marina.[1] La spedizione olandese, comandata dal maggiore generale Carel van der Wijck, era composta da 2400 soldati, un terzo dei quali era europeo, ed il resto erano giavanesi e maduresi oltre a guerrieri africani provenienti dalla colonia olandese del Ghana.[2] Le forze sbarcarono a Bali il 7 maggio 1848, nell'area di Sangsit.[2] I balinesi disponevano di un esercito di 16.000 guerrieri, inclusi 1500 armati di armi da fuoco, comandati da I Gusti Ketut Jelantik, primo ministro del regno di Buleleng.[2] Dopo lo sbarco degli olandesi, i balinesi si ritirarono nelle loro fortificazioni a Jagaraga, a 4 chilometri di distanza.[2] Gli olandesi attaccarono i balinesi a Jagaraga malgrado l'intenso caldo tropicale della stagione. I balinesi contrattaccarono e sconfissero gli olandesi, i quali lasciarono sul campo 200 morti e dovettero re-imbarcarsi sulle loro navi.[2] Dopo questa umiliante sconfitta, gli olandesi tornarono (questa volta con successo) con una nuova invasione nel 1849.[2] NoteBibliografia
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