Inside Pop: The Rock Revolution
Inside Pop: The Rock Revolution è un documentario del 1967 diretto da David Oppenheim, sulla scena musicale pop e rock anglosassone della seconda metà degli anni sessanta, considerata la "musica dei giovani" per antonomasia e vista come simbolo del gap generazionale dell'epoca. Presentato da Leonard Bernstein, il programma fu commissionato dalla CBS e venne trasmesso il 25 aprile 1967 negli Stati Uniti.[2] Inside Pop è il primo esempio di programma televisivo generalista che presentò la musica pop come una genuina forma d'arte.[3] Questo riconoscimento coincise con un nuovo apprezzamento, da parte di commentatori e studiosi culturali, dei progressi artistici che i Beatles e altri artisti contemporanei stavano portando avanti in campo musicale negli anni sessanta.[4][5] DescrizioneBernstein, compositore classico e direttore d'orchestra della New York Philharmonic, fu tra i primi musicisti classici statunitensi a riconoscere pubblicamente la crescita artistica della nuova ondata di musicisti rock capeggiata dai Beatles.[6][7] L'alta considerazione che Bernstein aveva presso il grande pubblico generalista conservatore e di mezz'età, gli permise di dare credito al messaggio incentrato sulla gioventù di questa nuova musica.[8] Durante il documentario, egli si disse "affascinato dalla strana e avvincente scena della cosiddetta musica pop" e dichiarò che, sebbene la maggioranza della musica leggera si possa definire "spazzatura", il resto è "così eccitante e vitale... da attirare l'attenzione di tutta la gente pensante".[9] Bernstein affermò inoltre che, anche se molti genitori potrebbero ritenere un bene bandire la musica pop contemporanea dal focolare domestico, "questa musica ha qualcosa di terribilmente importante da dire a noi adulti".[10] Parte IInside Pop inizia con un'intervista tra Bernstein e il cantautore Tandyn Almer.[11] Quindi Bernstein discute del contributo dei Beatles al cantautorato moderno, in termini di accordi e campi di tempo inusuali, riscontrati in loro composizioni come Good Day Sunshine e She Said She Said.[12] Il conduttore ammira l'ampia gamma di atmosfere musicali evocate nel pop contemporaneo, citando come esempi Penny Lane, Eleanor Rigby e Love You To dei Beatles per, rispettivamente, i pregevoli assolo di tromba, orchestrazione degli archi e raga indiano; e Paint It, Black dei Rolling Stones per la sua atmosfera da "caffè arabo".[13] Seduto al pianoforte, Bernstein mise a confronto alcuni brani dei Beatles con opere di Bach e Schumann; e lodò i testi scritti da Bob Dylan descritti come "una bomba in un libro di critica sociale".[14] Bernstein dice che la poetica e la natura sottile della scrittura lirica pop contemporanea rappresentano "una delle armi più efficaci a disposizione degli adolescenti", perché: "protetti da questa armatura poetica, i nostri giovani parolieri possono dire qualsiasi cosa vogliano".[15] Per il finale della prima parte del programma, Bernstein invitò la giovane cantante folk Janis Ian ad eseguire il brano Society's Child (Baby I've Been Thinking),[8] da lei composto sull'allora scottante questione dell'amore interrazziale.[3][16] Data la sua tematica controversa, la canzone era stata bandita da numerose stazioni radiofoniche.[3][N 2][3][17] Parte IILa seconda parte dello speciale include materiale girato da Oppenheim nel novembre 1966 relativo a disordini civili accaduti a Los Angeles. Vengono mostrati gruppi di giovani che manifestano contro la brutalità della polizia sul Sunset Strip.[14] Presenti inoltre anche interviste a musicisti dell'area come Frank Zappa, Roger McGuinn dei Byrds, alcuni membri dei Canned Heat,[14] The Unidentified Flying Objects, Gentle Soul, e al giornalista del Los Angeles Free Press Paul Robbins.[18] Tutti gli intervistati espongono l'opinione che il potere della musica può contribuire ad attuare il cambiamento sociale nel mondo.[14] Zappa mette in guardia lo spettatore nei confronti di una "rivoluzione imminente".[N 3][19] Una delle scene finali del programma mostra Brian Wilson dei Beach Boys, mentre esegue in solitaria al pianoforte la canzone Surf's Up da lui composta.[N 4][20] Nel commento alla performance, la voce narrante afferma come la canzone sia troppo complessa per essere compresa a un primo ascolto, e attribuisce una qualità profonda ed elusiva alla composizione:[21]
Note
Collegamenti esterni
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