Indice UVL'indice universale della radiazione UV solare, detto più semplicemente indice UV (sigla UVI dall'inglese Ultra Violet Index), descrive il livello di radiazione ultravioletta solare che raggiunge la superficie terrestre in una certa area. I valori dell'indice variano da zero in su: più è alto il valore, maggiore è il potenziale di danno per la pelle e per gli occhi e minore è il tempo necessario perché tale danno si verifichi. L'indice UV è stato concepito nell'ottica di aumentare la consapevolezza della popolazione sui rischi di una eccessiva esposizione alla radiazione solare ed è stato sviluppato nell'ambito di una collaborazione tra l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il Programma per l'ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), l'Organizzazione Meteorologica Mondiale e la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non-ionizzanti (ICNIRP). Nella comunicazione dei valori assunti dall'indice UV, vengono usualmente definite delle categorie di esposizione a cui è associata una scala cromatica. L'indice UV non tiene conto, nella valutazione del rischio di danno alla pelle, delle specifiche caratteristiche dei soggetti esposti; per stimare con maggiore accuratezza il rischio individuale è necessario considerare sia il livello di esposizione (breve, moderato o prolungato) che le caratteristiche individuali (essenzialmente rappresentate dal fototipo). Va ricordato però che il rischio di danno agli occhi non è strettamente legato al fototipo, ma alla protezione sugli occhi: se con un UVI elevato non si indossano gli occhiali da sole o si portano quelli a lenti chiare (categorie 0 ed 1) aumenta il rischio di danno agli occhi, che diminuisce se si usano lenti più scure (categorie 2 e 3) o scurissime quasi nere (categoria 4). La storiaNel 1992, tre scienziati di Environment Canada hanno sviluppato l'indice UV, e reso il Canada il primo paese al mondo a trasmettere le previsioni del livello quotidiano UV per il giorno successivo. Molti altri paesi hanno seguito l'esempio con i propri indici UV, tra i quali gli Stati Uniti nel 1994. I metodi di calcolo e le segnalazioni dell'indice UV variavano da paese a paese, ma in seguito un unico indice è stato standardizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e ha sostituito i diversi metodi regionali. L'indice UV internazionale si basa su un metodo di calcolo uniforme ed inoltre su colori e grafica standard per carta stampata. Negli Stati Uniti, l'indice internazionale ha sostituito quello nazionale nel 2004. Nel 2005, gli Stati Uniti e l'Australia hanno lanciato un allarme UV. I due paesi hanno stabilito tuttavia diverse intensità di UV come limite per emettere un avviso. Per entrambi l'obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza dei pericoli della sovraesposizione al sole nei giorni di intensa radiazione UV. Scala cromatica internazionale
La tabella colorata è spesso rappresentata in modo semplificato, sintetizzando la descrizione ed eliminando la prima categoria (verde scuro). In alcuni casi nella colonna delle protezioni necessarie dei simboli (ombrellone, maglietta, cappello, crema, ecc.) sostituiscono le parole. In Italia i valori dell'UVI più alti si raggiungono in Sicilia, dove spesso in estate alle ore 13:00 si toccano punte di 10,2. Ai tropici, nelle ore centrali della giornata, si possono raggiungere valori estremamente critici, che arrivano addirittura a 14-15. Calcolo matematicoL'indice universale della radiazione UV solare è stato formulato per pesare le varie lunghezze d'onda dello spettro, tenendo conto degli effetti biologici propri di ogni frequenza. In particolare, esso è una misura della capacità della radiazione UV di indurre una reazione eritematosa ed è ottenuto proprio pesando ogni frequenza della radiazione ultravioletta tramite lo "spettro di azione eritemale" (vedi grafico sotto - in verde lo spettro di azione eritemale, in fucsia lo spettro della radiazione ultravioletta al suolo e in rosso lo spettro di azione per i danni al DNA - non utilizzato per il calcolo dell´indice UV[2] Il valore dell'UVI può essere ottenuto attraverso misure o modelli di calcolo. Si possono seguire due distinti metodi di misura: il primo è basato sull'uso di uno spettroradiometro, le cui misure permettono di calcolare l'indice UV mediante una formula[3]. Il secondo prevede l´impiego di un radiometro a larga banda programmato e calibrato per fornire direttamente il valore dell'indice. Le stime modellistiche vengono effettuate mediante modelli di trasferimento radiativo che tengono conto del contenuto colonnare totale di ozono e dell'effetto degli aerosol in atmosfera. Indice di danno alla pelleL'Indice UV, oltre ad essere usato per descrivere il livello di radiazione ultravioletta che raggiunge il suolo, si può usare anche per stimare in modo approssimativo il danno che tali radiazioni possono causare alla pelle se non è protetta da creme solari, ovviamente a seconda del fototipo. Qui sotto è riportata un'altra tabella cromatica che fornisce altre informazioni utili per preservare la nostra salute e che si deve interpretare nel modo seguente:
Effetti sulla salute umanaCome effetto positivo, la luce solare induce la produzione di vitamina D nella pelle, ma tutti gli altri effetti sono negativi, e vengono elencati qui di seguito. In sintesi, i danni provocati da una sovraesposizione alla luce solare e, soprattutto all'esposizione durante i periodi della giornata in cui l'UVI ha i valori compresi nelle zone arancione, rossa e viola della tabella, sono:
Note
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