Incidente di Salonicco
L'incidente di Salonicco[1][2] fu un grave incidente diplomatico scoppiato il 6 maggio 1876 dopo che una folla uccise i consoli di Francia e Germania, Jules Moulin e Henry Abbot, nella città ottomana di Salonicco.[3] Dopo che una giovane donna di origine bulgara e cristiana, convertita all'Islam fu rapita da un gruppo di uomini cristiani, una folla inferocita tentò di recuperare la donna e uccise Moulin e Abbott quando non riuscì a trovarla. Ne seguì un contraccolpo diplomatico, che portò a dimostrazioni di forza e alle riforme nell'Impero ottomano. Contesto![]() Nel 1820, nell'Impero ottomano si verificarono una serie di incidenti che portarono alla morte di cristiani, in particolare il massacro di Costantinopoli del 1821, che segnò l'opinione pubblica europea.[4] Le minacce del bashi-bazouk aggravarono questo sentimento nei decenni successivi.[5] Il 15 giugno 1858, i disordini a Jeddah, che si credeva fossero stati istigati da un ex capo della polizia in reazione alla politica britannica nel Mar Rosso, portarono al massacro di 25 cristiani, inclusi i consoli britannici e francesi, membri delle loro famiglie e ricchi mercanti greci,[6][7] causando un bombardamento di rappresaglia di due giorni dalla fregata britannica HMS Cyclops.[8] Anche il declinante Impero ottomano faceva sempre più affidamento sugli investimenti e sui prestiti europei anche per le spese quotidiane, cosa che creava risentimento per l'opinione pubblica europea poiché si percepiva l'idea che i fondi venivano sperperati in progetti inefficienti e nella corruzione, contribuendo alla scarsa immagine dell'Impero.[9] Infine, la Sublime Porta stava entrando in un periodo di tale instabilità politica che il 1876 sarebbe diventato noto come "l'anno dei tre sultani".[10] A quel tempo, un notabile bulgaro, Pericle Hajji Lazzaro, fungeva da console degli Stati Uniti a Salonicco.[11] Il console tedesco a Salonicco era Sir Henry Abbott, un suddito britannico di fede cristiana ortodossa. I suoi fratelli erano George Abbott e Alfred Abbott.[12] Il console francese era Jules Moulin. Egli aveva sposato la sorella di Henry Abbott, e quindi erano tutti uniti da legami familiari.[11] Il 3 maggio 1876,[13] una donna di 16 anni di nome Stephana fu rapita da diverse donne.[14] Stephana, proveniente da Bogdanitsa, vicino Gevgelija, era di origine bulgara e cristiana, ma si era convertita all'Islam[15] contro la volontà della sua famiglia. Stephana si unì a una vicina famiglia turca e musulmana, che l'accolse nella loro casa[14] e le propose di portarla a Salonicco per completare le pratiche amministrative che avrebbero ufficialmente sancito la sua conversione all'Islam.[4] Per fare ciò, la legge ottomana richiedeva al convertito di comparire davanti a un consiglio locale e testimoniare che stava abbracciando l'Islam liberamente, in quanto adulto sano e senza coercizione.[16] I turchi diedero a Stephana un abito tradizionale, composto da un cappotto completo e un velo, e la portarono a Gevgelija dove avrebbe preso il treno per Salonicco.[17] Quando il treno si fermò a Karasuli, la madre di Stephana, Maria, era lì e riconobbe sua figlia, che cercò di convincere a non portare avanti la sua conversione all'Islam.[18] Il treno arrivò a Salonicco la mattina del 5 maggio.[18] Quando Stephana domandò ai poliziotti di accompagnarla alla residenza del governatore, sua madre chiese aiuto agli astanti cristiani;[12] poiché il giorno era una festa greca, un gruppo di 150 cristiani si trovava alla stazione, incluso George Abbott, e attaccarono i compagni di Stephana.[12] La presero, le tolsero i vestiti tradizionali turchi, la misero in una carrozza e la portarono alla residenza di Hajji Lazzaro.[11][12] Il giorno successivo, una folla si riunì per chiedere che al Console di consegnare loro Stephana.[4] IncidenteLa mattina del 6 maggio, una folla iniziò a radunarsi davanti alla residenza del Governatore. Mentre le voci si scatenavano, la gente diventò irrequieta, spingendo il capo della polizia, il colonnello Salim Bey, a invocare di calmarsi e di disperdersi.[19] Le autorità tentarono di riportare la calma affermando che Stephana sarebbe stata liberata a breve, ma con il passare delle ore il governatore rimase a mani vuote e la massa, che si trasformò in una folla inferocita,[20] si appellò di marciare sul consolato degli Stati Uniti e liberare Stephana con la forza.[21] Intorno alle 15:00 del 6 maggio, i consoli di Francia e Germania, Abbott e Moulin, vennero a sapere del trambusto in città. Decisero di andare dal governatore, Mehmed Refet Pasha,[22] o per negoziare ulteriormente sulla conversione di Stephana o per valutare la situazione sul campo.[21] Abbott e Moulin si trovarono circondati dalla folla e condotti in un edificio adiacente a una moschea, dove trovarono un precario rifugio dalla folla e la protezione molto relativa di un manipolo di poliziotti.[23] Abbott scrisse quindi una lettera a Hajji Lazzaro, esortandolo a rilasciare immediatamente Stephana, ma la folla fermò il messaggero e distrusse la lettera.[24] Vedendo che la lettera risultava inefficace e che le autorità non avevano assistenza né dagli artiglieri della cittadella né dalle forze della marina della corazzata Iclaliye ancorata nel porto,[21] Abbott scrisse un secondo messaggio a suo fratello.[25] Nel frattempo, il console britannico J.E. Blunt, venendo a conoscenza dell'incidente in corso, inviò un suo messaggio ai fratelli di Abbott e si precipitò sul luogo dell'incidente. Lì, testimoniando la gravità della situazione, scrive un altro messaggio a Hajji Lazzaro, esortandolo anche lui a condurre Stephana alla moschea.[26] Dopo tre quarti d'ora, la folla iniziò a irrompere nella stanza dove i consoli erano circondati, smuovendo le sbarre di ferro che proteggevano le finestre.[27] La folla invase l'edificio, fece irruzione nella stanza e linciò Abbott e Moulin con le stesse sbarre di ferro, davanti a Mehmed Refet Pasha, Salim Bey e alcuni poliziotti, che furono impotenti nel proteggere i consoli.[28] Dopo l'uccisione dei due uomini i cadaveri furono ulteriormente mutilati.[28][29][30] Poco dopo arrivarono i poliziotti, scortando Stephana. Quando i rivoltosi confermarono la sua identità, la folla si disperse.[31] La folla cessò così di minacciare i quartieri cristiani della città e permise al Pascià di estendere la sua protezione ad Hajji Lazzaro.[11] Blunt telegrafò la notizia dell'incidente e degli omicidi all'ambasciata britannica a Costantinopoli e, avvertendo che le autorità locali non disponevano delle forze necessarie per mantenere l'ordine, chiese la protezione della Royal Navy.[29] ConseguenzeI governi d'Europa strumentalizzarono l'incidente per mettere in imbarazzo l'Impero ottomano,[4] emettendo un ultimatum di richieste per apporre miglioramenti nella sicurezza degli stranieri[11], nonché per condurre punizioni dure e rapidi sui responsabili.[4] Le navi da guerra furono schierate nel Mediterraneo come dimostrazione di forza per sostenere le richieste.[4][11] Al 14 maggio, il porto di Salonicco ospitava le navi da guerra ottomane Edirne, Iclaliye, Selimiye, Sahir e Muhbîr-i Surure; le greche Salaminia e Vasilefs Georgios; le francesi Gladiateur e Châteaurenault; le britanniche HMS Bittern e Swiftsure; la russa Ascold; e l'italiana Regina Maria Pia, e anche un'altra cannoniera italiana.[32] Il sultano sostituì Refat Pasha con lo Sherif Pasha come governatore e inviò truppe per mantenere l'ordine. Furono arrestate 50 persone, di cui sei giustiziate pubblicamente senza processo. Diversi funzionari pubblici furono retrocessi e alcuni vennero condannati ai lavori forzati. L'Impero ottomano pagò inoltre 40 000 sterline inglesi di risarcimento alle famiglie delle vittime.[11] Conseguenze dell'incidente di Salonicco Le Monde Illustré, 1876: Deposizione di funzionari a Salonicco Le Monde Illustré, 1876: esecuzioni pubbliche in seguito all'incidente Funerali per Abbott e Moulin Note
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