Impero del maleImpero del male (in inglese: Evil empire) è l'espressione antonomastica con la quale il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, in un discorso pronunciato l'8 marzo 1983 davanti all'Associazione Evangelica Nazionale ad Orlando (Florida), designò l'Unione Sovietica. Lo slogan propagandistico, caro agli ambienti conservatori, si inquadrava nella politica reaganiana di acceso e bellicoso contrasto diretto del comunismo durante la nuova fase critica della guerra fredda che soppiantò completamente il precedente periodo della distensione promossa dalle presidenze di Richard Nixon, Gerald Ford e in parte Jimmy Carter. Evil empire: origine e impiego dell'espressione nel contesto della guerra freddaIl conio dell'espressione è attribuito a Anthony Dolan, incaricato all'epoca di scrivere i discorsi di Reagan, e la data esatta in cui lo slogan appare per la prima volta è controversa. Il Modern History Sourcebook, pubblicato dall'Università di Fordham (città di New York), anticipa tale data all'8 giugno 1982, giorno in cui Reagan pronunciò un discorso presso la Camera dei comuni a Londra; in tale discorso, però, è presente più che altro il concetto, mentre l'espressione esatta non appare con certezza che qualche mese dopo, l'8 marzo 1983, in un discorso tenuto significativamente alla convenzione annuale della National Association of Evangelicals[1]. (EN)
«In your discussions of the nuclear freeze proposals, I urge you to beware the temptation of pride -- the temptation of blithely declaring yourselves above it all and label both sides equally at fault, to ignore the facts of history and the aggressive impulses of an evil empire , to simply call the arms race a giant misunderstanding and thereby remove yourself from the struggle between right and wrong and good and evil.» (IT)
«Nelle vostre discussioni relative al congelamento dell'arsenale nucleare, vi esorto a guardarvi dalla tentazione dell'orgoglio - la tentazione di dichiararvi serenamente al di sopra di tutto questo e di etichettare entrambe le parti come egualmente in torto; la tentazione di ignorare i fatti storici, gli impulsi aggressivi di un impero del male, chiamando la corsa al riarmo 'un enorme fraintendimento', e così sottrarvi alla lotta tra il giusto e l'ingiusto, tra il bene ed il male.» Uno tra i maggiori storici della guerra fredda, John Lewis Gaddis, inquadra così il discorso del presidente: «Il discorso dell'"impero del male" completò un'offensiva retorica studiata per evidenziare ciò che Reagan vedeva come l'errore centrale della distensione: l'idea che l'Unione Sovietica si fosse meritata una legittimazione geopolitica, ideologica, economica e morale pari a quella degli Stati Uniti e delle altre democrazie occidentali nel quadro del sistema internazionale del secondo dopoguerra.» Storia successivaL'espressione "impero del male" ebbe fortuna anche dopo la conclusione dell'era reaganiana. In tempi recenti la si trova riferita, fra l'altro, all'Unione europea (in ambienti euroscettici britannici), all'Impero britannico, al Terzo Reich, alla Chiesa[2], agli stessi Stati Uniti (da parte, per esempio, degli iraniani della Rivoluzione islamica, che chiamavano gli USA il "grande satana", per distinguerlo dal "piccolo satana" che per loro era Israele) e perfino, ironicamente, alla Microsoft. Essa riecheggia poi certamente nello slogan "asse del male", coniato da George W. Bush per designare un gruppo di nazioni accusate di sostenere il terrorismo internazionale (Iraq, Iran e Corea del Nord). Note
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