Immaginazione morta immaginate
Immaginazione morta immaginate è una prosa breve di Samuel Beckett scritta in francese e pubblicata su "Les Lettres nouvelles" nell'ottobre-novembre 1965 e poi in inglese, tradotta dall'autore stesso, su The Sunday Times lo stesso anno. La prima edizione in volume, presso le Éditions de Minuit di Parigi nel 1967, è all'interno di Têtes-mortes. La traduzione in italiano, di Guido Neri, è apparsa per la prima volta nel volume Teste morte della collana Einaudi Letteratura della casa editrice di Torino nel 1969. TramaSono cinque pagine senza interruzioni collegate a Quello che è strano, via, in un periodo in cui Beckett sperimenta soluzioni cognitive e linguistiche per la propria preoccupazione con le linee curve, i cilindri, le cupole e gli spazi chiusi sul "tema della immaginazione morta eppure ancora consapevole della propria attività"[1] Due corpi bianchi sono schiena contro schiena, ognuno con il volto all'altezza delle natiche dell'altro, adagiati all'interno di una volta a forma di cranio, al limite dell'estinzione, immobili, eccezion fatta per un movimento casuale e asincrono di apertura dell'occhio sinistro, in entrambi ceruleo. Il resto sono descrizioni di variazioni di temperatura e stati di luce: "mummie fetali oscillanti tra la calma bianco-calda del prenatale e quella nero-fredda del post-mortem"[2]. Edizioni
NoteBibliografia
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