Il sottotenente Summenzionato
Il sottotenente Summenzionato (in russo Подпоручик Киже?, Podporučik Kiže) è un racconto storico del 1928 dello scrittore e sceneggiatore sovietico Jurij Tynjanov. Nel racconto si intrecciano due casi generati da due banali errori di trascrizione durante il regime autocratico di Paolo I di Russia: una persona in carne e ossa che scompare dalla realtà burocratica perché dato per morto, e il caso di un individuo inesistente che entra saldamente nella realtà burocratica. Storia editorialeIl racconto nacque nel 1927 come sceneggiatura cinematografica per un film muto mai girato[1], fu pubblicato in lingua originale russa dapprima sul numero di gennaio 1928 della rivista letteraria sovietica «Krasnaâ nov’»[2]; dopo revisione, apparve in volume nel 1930[3]. Probabilmente il soggetto dell'ufficiale inesistente che faceva carriera ai tempi di Paolo I, proveniva dall'articolo di Vladimir Dal' "Rasskazah o vremenah Pavla I" ["Storie dei tempi di Paolo I"], pubblicato nel 1870 sulla rivista "Russkaâ starina"[4]. Le traduzioni del racconto di Tynjanov al di fuori dell'Unione Sovietica sono state numerose (per esempio, in italiano[5][6], in tedesco[7], in francese[8] e in inglese[9]) soprattutto dopo la "scoperta" dei teorici del formalismo russo nella seconda metà degli anni sessanta[10]. TramaLe vicende narrate nel racconto sono ambientate in Russia durante il regno di Paolo I, imperatore della Russia dal 1796 al 1801. Figlio di Pietro III, Paolo ebbe rapporti difficili con la madre, fin dal 1785 visse segregato nella reggia di Gatčina sotto l'influenza di Ekaterina Ivanovna Nelidova, e da imperatore fu un autocrate ottuso e sospettoso[11]. Un copista inesperto e maldestro ha compiuto due errori nello scrivere altrettante ordinanze da sottoporre alla firma del sovrano: «aveva scritto che il tenente Sinjuchaev era morto, sol perché veniva immediatamente dopo il defunto maggiore Sokolov; inoltre aveva scritto una vera assurdità: invece di "i sottotenenti summenzionati Stiven, Rybin e Azančeev vengono destinati", aveva scritto "i sottotenent Summenzionato, Stiven, Rybin e Azančeev vengono destinati".» Lo zar firma le due ordinanze certificando così ufficialmente l'esistenza di due fatti mai avvenuti e che saranno ritenuti veri dalla conformistica società statale: la cancellazione dai ranghi dell'esercito e la cessazione dei diritti civili per il tenente Sinjuchaev il quale verrà completamente ignorato, e la parallela creazione di un ufficiale virtuale, il sottotenente Summenzionato, il quale andrà incontro a eventi reali, di cui resterà traccia nei documenti ufficiali: subirà punizioni (fustigazione e deportazione in Siberia), quindi promozioni, una brillante carriera nei ranghi dell'esercito, gli sarà data moglie, avrà un figlio legittimo, infine si ammalerà, morirà, sarà onorato con funerali di Stato alla presenza dell'addolorato sovrano. Il tenente Sinjuchaev, al contrario, «scomparve senza lasciare traccia, si disfece in briciole, in polvere, come se non fosse mai esistito»[12]. CriticaPer Cesare De Michelis, è «uno dei più bei racconti russi moderni»[1]; Tynjanov «lo studioso, il teorico della letteratura (il "formalista", nel senso migliore del termine), trapassa qui nello sceneggiatore, nel narratore, con una cristallina semplicità, che è propria solo alla grande cultura.»[1]. Per i redattori oxfoniani della Storia della letteratura russa, la opere di narrativa storiche di Tynjanov si inserivano nell'ambito del cosiddetto «linguaggio esopico», un sistema di allusioni che permetteva di sollevare argomenti proibiti in URSS[13]. Per il critico Arkadij Viktorovič Belinkov, il quale peraltro fu imprigionato a lungo a Karlag per motivi politici, nel racconto di Tynjanov si esprime «русской государственности, традиционное презрение к человеческому достоинству, отвращение и ненависть к свободе и страх перед ней (il tradizionale disprezzo dello stato russo per la dignità umana, il disgusto e l'odio per la libertà e la paura di essa)»[14]. Belinkóv aggiungeva che il quinquennio in cui ha regnato Paolo I non è stato un episodio isolato, ma il prototipo di qualsiasi autocrazia, non solo delle autocrazie russe ed europee, ma sia delle autocrazie del passato che di quelle del futuro[14]. Il linguaggio esopico funge inoltre da potente dispositivo artistico di straniamento[13]. Opere derivate
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