Il principe cestinato (colloquio satirico-filosofico con Carmelo Bene) è un mediometraggio televisivo realizzato nel 1976 da Carlo Rafele, prodotto dalla Televisione Svizzera Italiana per la rubrica "Ritratti". La RSI detiene i diritti di utilizzazione esclusivamente per il territorio svizzero; per l'Italia e il resto del mondo i diritti sono di Carlo Rafele. Il critico che dialoga con Carmelo Bene è Maurizio Grande. Il filmato fu girato durante le prove dello spettacolo teatrale "Un Amleto di meno".
Carmelo Bene spiega il suo Amleto, ovvero il suo principe danese cestinato, in altre parole: Un Amleto di meno. D'accordo con Diderot e Wilde, sul fatto che l'"immaginazione imita, mentre lo spirito critico crea", l'opera shakespeariana viene dall'artista rielaborata appunto come "saggio critico". Gilles Deleuze a tal proposito scriverà:
«Non si tratta di "criticare" Shakespeare, né di un teatro nel teatro, e tantomeno di una parodia o di una nuova versione dell'opera shakesperiana, ecc... Bene procede diversamente, ed è più nuovo. Supponiamo che egli amputi l'opera originaria di uno dei suoi elementi: sottrae qualcosa all'opera originaria. E in effetti, il suo lavoro su Amleto, non lo chiama un Amleto di più, ma Un Amleto di meno, come Laforgue. Non procede per addizione, ma per sottrazione, per amputazione.[1]»
Nell'Amleto shakesperiano "pervertito" nella poesia critica del poeta Jules Laforgue, Bene fa uso di "una partitura scenica rigorosissima" dove "la parola non esprime concetti e significati, ma viene utilizzata "per liquidare o per criticare", sconfessando totalmente il personaggio e la situazione stessa e soprattutto l'Io di rappresentanza. Il dilemma amletico viene obliterato e
«"la crisi stessa è lacerata in bigliettini [...] Orazio disapprova e cestina [ciò che] Amleto ha già cestinato affidandoli a Orazio [...] Orazio è proprio questo cestino della coscienza. L'"essere o non essere" è cestinato di brutto [...] Da questo stesso cestino vengono invece ripescate delle altre cose... che vengono invece elette a trovarobato, a scena.»
Se il significato è "un sasso in bocca al significante", la forma, spiega Bene, è l'urgenza che precede il contenuto.