Il cacciatore di aquiloni
Il cacciatore di aquiloni (titolo orig. The Kite Runner) è il primo romanzo dello scrittore afghano-americano Khaled Hosseini, pubblicato nel 2003. Racconta la storia di Amir, un ragazzino di Kabul, ambientata in mezzo ai tumultuosi eventi dell'Afghanistan, dalla caduta della monarchia, all'invasione sovietica del 1979, all'esodo di profughi in Pakistan e USA, all'ascesa del furioso regime integralista Taliban. I temi della colpa e della redenzione erompono dalle sue pagine, quando un episodio di violenza carnale, che vede vittima Hassan, l'amico di Amir, porrà termine alla loro amicizia. I tentativi di espiazione, per l'atto di aver abbandonato l'altro nel momento del bisogno, condurranno Amir a salvare il figlio di Hassan, vent'anni più tardi. L'opera è divenuta un enorme successo, un bestseller per anni in classifica, con oltre 30 milioni di copie vendute nel mondo e facendo dell'Autore un personaggio globalmente celebre. Nel 2007 ne fu tratto un film omonimo, diretto da Marc Forster; poi un graphic novel. TramaIl cacciatore di aquiloni è un romanzo ambientato fra Afghanistan, Pakistan e USA: racconta la storia di due ragazzi, Amir e Hassan. 1970, la storia inizia a Kabul. Amir è un ragazzo afghano di etnia pashtun, quindi sunnita, mentre il suo amico Hassan è di etnia hazara e quindi sciita, e lavora come domestico con suo padre Alì nella casa di Baba: quest'ultimo, amico di Alì e padre di Amir, è un uomo ricco, intelligente e coraggioso, che riesce sempre a cavarsela grazie alle sue doti. Nonostante Amir sia il figlio di Baba, spesso il padre dimostra di voler più bene ad Hassan, come quando fa di tutto per fargli curare il labbro leporino, senza badare a spese. Accorgendosene, Amir soffre incolpandosi per la morte di sua madre, se gli avesse voluto più bene, e immaginandosela prima della sua morte di parto. Ha dunque un rapporto molto sofferto col padre, ma riesce a trovare conforto in Rahim Khan, altro amico del padre, con cui condivide la passione per la letteratura. Amir e Hassan crescono assieme nella città di Kabul, e la loro maggiore aspirazione è vincere l'evento del quartiere: la caccia agli aquiloni. Lo scopo di questo gioco è tagliare, per mezzo del proprio aquilone, il filo di quello degli altri giocatori; gli aquiloni diventano di proprietà di chi li recupera: chi taglierà il filo del penultimo aquilone rimasto in aria vincerà la competizione e se poi riuscirà a recuperarlo potrà tenerselo come trofeo. Nonostante il talento di Hassan nel fabbricare gli aquiloni i due bambini non riescono mai a vincere la competizione, finché Amir, proprio il giorno del suo dodicesimo compleanno, si guadagna il primo posto nella gara. Alla vittoria, suo padre Baba si mostra fiero di lui per la prima volta; resta tuttavia da recuperare l'aquilone di cui Amir ha tagliato il filo al momento della vittoria. Hassan corre a cercarlo ma si imbatte in tre bulli, che già tempo prima avevano infastidito Amir ed Hassan, prima che quest'ultimo li avesse minacciati con una fionda e messi in fuga. Ma ora i bulli, tutti molto più grandi del bambino, vedendo Hassan completamente da solo e indifeso, ne approfittano per vendicarsi: dopo averlo picchiato, decidono di stuprarlo e lo abbandonano in un vicolo lasciandogli in cambio l'aquilone che aveva abilmente trovato per il suo amico. Amir assiste casualmente al fatto ma è troppo pavido per intervenire, trattenuto non tanto dalla paura della violenza, quanto dal timore di vedersi sfuggire quell'aquilone che ha tanto desiderato e con cui spera di conquistare finalmente la stima di suo padre. In seguito a questo episodio, il rapporto tra Amir e Hassan si raffredda. Sentendosi colpevole verso l'amico di cui in qualche modo non si sente degno, ma anche roso dalla gelosia e dall'egoismo, Amir fa di tutto per allontanare Hassan da sé e da suo padre arrivando ad inscenare un falso furto in casa. Hassan e suo padre vanno via dalla residenza di Amir, con grande rammarico di Baba, che sembra soffrirne sinceramente. Nel 1981, dopo lo scoppio della guerra in Afganistan, Amir e suo padre sono costretti a lasciare Kabul, e trasferitisi negli USA, ricominciano una nuova vita, non senza difficoltà e disagi. Amir cresce e si laurea in lettere, ma molto spesso deve alternare lo studio al lavoro per aiutare il padre che si è riciclato come commerciante al mercato delle pulci dopo l'espatrio forzato. Proprio qui Amir si innamora di Soraya, una giovane benestante, figlia dell'ex-generale afghano Taheri. Inizialmente il padre di lei si oppone agli incontri, vedendo quello di Amir come il capriccio di un "cantastorie", ma Baba, che intanto si è ammalato di cancro ai polmoni, in un ultimo gesto di affetto verso Amir, convince il generale a lasciare che i due giovani celebrino il matrimonio. Un mese dopo il matrimonio, a causa del tumore ai polmoni, egli morirà completamente in pace con il mondo per avere visto suo figlio sposarsi. Trascorrono diversi anni. Amir, ormai un uomo maturo, ha visto pubblicati diversi suoi libri ed è uno scrittore di successo. È però scontento in quanto non riesce ad avere figli con la moglie Soraya, nonostante la coppia non presenti sintomi di infertilità. Nel 2001 Rahim, il vecchio e saggio amico di Baba, telefona ad Amir dal Pakistan, dicendogli che c'è qualcosa che potrebbe fare per il suo amico d'infanzia Hassan. Amir, da vent'anni preso dai sensi di colpa nei confronti di Hassan, torna in Oriente e a Peshawar incontra Rahim, che gli racconta la storia di Hassan. Il bambino, una volta cresciuto, si è sposato ed ha avuto un figlio, Sohrab. Hassan e la sua famiglia hanno vissuto nell'ex-abitazione di Baba, una volta che loro se n'erano andati. Purtroppo Hassan e la moglie sono stati uccisi dai talebani per puro odio razziale e Sohrab è finito in un orfanotrofio. Amir scopre inoltre che Hassan era nato da una relazione tra Baba e l'ormai defunta moglie di Alì, la sua domestica Sanaubar, e che quindi il suo amico d'infanzia era in realtà il suo fratellastro. Amir decide di cercare suo nipote Sohrab con l'aiuto di Farid, da anni nuovo amico di Rahim dopo la partenza di Baba. I due si travestono da talebani e tornano in Afghanistan, al centro di Kabul. All'orfanotrofio, scoprono che un talebano diverse volte ha portato via bambini e bambine, che quasi mai sono tornati. Continuano così a cercare Sohrab, contattando il talebano in questione durante un'esecuzione allo stadio: arrivato al complesso del talebano, Amir scopre che si tratta di Assef, il giovane bullo che, coi suoi amici, aveva stuprato Hassan quando era bambino in quel vicolo, e che anni dopo lo aveva ucciso insieme alla moglie, e che ora è un comandante dei talebani che violenta, senza venir minimamente punito, i bambini dell'orfanotrofio. Assef riconosce di riflesso Amir e fa portare Sohrab, che era stato appena catturato dall'orfanotrofio e ridotto a Bacha Bazi, ossia un bambino schiavo sessuale; ordina inoltre alle guardie di lasciare andare Amir con il bambino, a patto che Amir sopravviva alla lotta. Assef attacca quindi Amir con il vecchio pugno di ferro e lo riduce in fin di vita, ma Amir ride perché si sente finalmente liberato dal senso di colpa per non aver aiutato Hassan anni prima. Vedendo Amir in difficoltà, Sohrab si ribella come fece il padre in passato, punta la vecchia fionda del padre con una biglia contro la testa di Assef e, prima che il talebano gli salti addosso, lo acceca, trapassandogli l'occhio e lasciandolo solo ad urlare di dolore. Insieme, zio e nipote scappano e, con Farid, raggiungono il Pakistan, dove Amir viene ricoverato in ospedale per le ferite subite; racconta tutto il suo passato a Sohrab e poco a poco si guadagna la sua fiducia e lo convince a venire con lui in America. A Islamabad, Amir cerca di ottenere l'adozione di Sohrab all'ambasciata americana ma, non potendone documentare la morte dei genitori, capisce che l'unico modo è far passare il bambino per un orfanotrofio; lo comunica al bambino che, sconvolto dall'idea di entrare in una nuova "casa degli orrori", tenta il suicidio tagliandosi i polsi: i medici lo salvano, ma Sohrab ormai si sente tradito definitivamente. Però, dopo aver risolto la pratica del visto e dell'adozione grazie a sua moglie Soraya, Amir torna con il nipote in America, dove Sohrab passa un anno in totale silenzio, per riprendersi da tutti gli orrori. Un giorno, durante una caccia agli aquiloni il primo giorno di primavera e Capodanno afghano, in America, un angolo della sua bocca si piega ad un fugace sorriso, la prima crepa felice nel muro che ha creato tra lui e il mondo, e, superando gli orrori vissuti, prima di andare a scuola, esce di casa con lo zio-padre adottivo Amir e Soraya a vedere gli aquiloni nel cielo di San Francisco. Personaggi principali
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