I sonetti sacri di John Donne |
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Musica |
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Compositore | Benjamin Britten
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Tipo di composizione | Ciclo di canzoni
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Numero d'opera | 35
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Epoca di composizione | 1945
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Prima esecuzione | 22 novembre 1945 Wigmore Hall, Londra
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Durata media | 23-24 minuti
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Organico | tenore (o soprano) e pianoforte
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Movimenti |
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9 sonetti
- IV: "Oh my blacke Soule! now thou art summoned"
- XIV: "Batter my heart, three person'd God"
- III: "Oh might those sighes and teares return againe"
- XIX: "Oh, to vex me, contraryes meet in one"
- XIII: "What if this present were the world's last night?"
- XVII: "Since she whom I lov'd hath pay'd her last debt"
- VII: "At the round earth's imagined corners"
- I: "Thou hast made me, and shall thy work decay?"
- X: "Death be not proud"
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Testo inglese |
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Titolo originale | Holy Sonnets
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Autore | John Donne
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Epoca | 1620
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Manuale |
I sonetti sacri di John Donne è un ciclo di canzoni composto nel 1945 da Benjamin Britten per voce di tenore o soprano e pianoforte, pubblicato come op. 35.[1]
Storia
Fu scritto per sé e per il suo compagno di vita, il tenore Peter Pears e la sua prima esecuzione fu data da loro alla Wigmore Hall di Londra il 22 novembre 1945. Britten iniziò a comporre il ciclo poco dopo la sua visita al Campo di concentramento di Bergen-Belsen, liberato, dove vide gli orrori del campo nazista e dove si esibì.[2][3]
Il ciclo fu registrato per la Decca dagli artisti originali nel novembre 1967 a The Maltings, Snape con John Mordler come produttore e Kenneth Wilkinson come ingegnere.[4][5]
Struttura
Il ciclo si compone dell'ambientazione musicale di nove dei diciannove Holy Sonnets del poeta metafisico inglese John Donne (1572 - 1631). Le seguenti numerazioni sono quelle del manoscritto Westmoreland del 1620, la versione più completa di quei sonetti.[6]
- IV: "Oh my blacke Soule! now thou art summoned"
- XIV: "Batter my heart, three person'd God"
- III: "Oh might those sighes and teares return againe"
- XIX: "Oh, to vex me, contraryes meet in one"
- XIII: "What if this present were the world's last night?"
- XVII: "Since she whom I lov'd hath pay'd her last debt"
- VII: "At the round earth's imagined corners"
- I: "Thou hast made me, and shall thy work decay?"
- X: "Death be not proud"
La canzone conclusiva, "Death be not proud" (La morte non sia orgogliosa), è una passacaglia, una delle forme musicali preferite di Britten.
Note
- ^ Peter Evans, The Music of Benjamin Britten, London, Melbourne and Toronto, J. M. Dent & Sons, 1979, pp. 349–354, ISBN 0-460-04350-1.
- ^ Humphrey Carpenter, Benjamin Britten: A Biography, London, Faber and Faber, 1992, pp. 227–228, ISBN 0-571-14324-5.
- ^ The Holy Sonnets of John Donne, su Britten-Pears Foundation. URL consultato il 25 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2015).
- ^ Liner notes to CD London 417428-2
- ^ A performance by Pears on You Tube
- ^ The Holy Sonnets of John Donne, su recmusic.org. URL consultato il 20 aprile 2015.
Collegamenti esterni