I like IkeI like Ike è un'espressione in lingua inglese nota per essere stato uno slogan promozionale nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1952 e per essere stata oggetto di studio da parte del linguista Roman Jakobson in un famoso saggio sulla funzione poetica del linguaggio[1]. Slogan promozionale«I like Ike» è un'espressione in inglese che può essere tradotta in italiano con «Mi piace Ike». Fu scelta da Peter George Peterson come slogan promozionale a favore del generale Dwight Eisenhower, detto "Ike", nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1952; Peterson diventerà nel 1953 direttore dell'agenzia pubblicitaria McCann Erickson e più tardi, negli anni settanta, segretario al Commercio degli Stati Uniti con il presidente repubblicano Richard Nixon[2]. Lo slogan, molto orecchiabile in lingua inglese, divenne popolare e si pensa sia stato efficace nel rendere popolare la figura del candidato repubblicano[3]. Questa espressione è stata adottata come motto della portaerei a propulsione nucleare USS Dwight D. Eisenhower. Funzione poeticaL'espressione «I like Ike» fu analizzata dal linguista Roman Jakobson a proposito della funzione poetica del linguaggio nell'opera Essais de linguistique générale del 1963 tradotta in italiano nel 1966 col titolo Saggi di linguistica generale[1]. Secondo Jakobson I like Ike è un esempio molto efficace della funzione poetica del messaggio. I like Ike, infatti, risulta gradevole all'ascolto per le allitterazioni e le rime interne; è pertanto facile da ricordare e quindi di efficace espressività: «Nella sua struttura succinta è costituito da tre monosillabi e contiene tre dittonghi /ay/, ciascuno dei quali è seguito simmetricamente da un fonema consonantico, /l k k/ (...). Hymes ha notato un analogo nucleo dominante /ay/ in alcuni sonetti di Keats. I due cola della forma trisillabica I like / Ike rimano fra loro, e la seconda delle due parole in rima è completamente inclusa nella prima (rima ad eco): /layk/ - /ayk/; immagine paronomastica d'un sentimento che inviluppa totalmente il suo oggetto. I due cola formano un'allitterazione, e la prima delle due parole allitteranti è inclusa nel secondo: /ay/ - /ayk/, immagine paronomastica del soggetto amante involto nell'oggetto amato. La funzione poetica secondaria di questa formula elettorale rafforza la sua espressività ed efficacia» L'espressione è stata analizzata anche da Umberto Eco[4]. Note
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