I cugini
I cugini (Les Cousins) è un film del 1959 diretto da Claude Chabrol. Premiato con l'Orso d'oro alla 9ª edizione del Festival di Berlino,[1] rappresenta uno dei primi esempi della nascente Nouvelle vague francese. Tra i protagonisti ci sono Gérard Blain, Jean-Claude Brialy e Juliette Mayniel. Il film segnò l'inizio di una lunga collaborazione di Chabrol con lo sceneggiatore Paul Gégauff e con l'attrice Stéphane Audran, musa e futura moglie del regista francese.[2] TramaIl giovane e timido Charles si trasferisce dalla provincia a Parigi per terminare gli studi insieme al cugino, il frivolo e amorale Paul. Nonostante la profonda differenza di carattere, i due iniziano a frequentare gli stessi amici e a condurre una vita sregolata, finché Charles s'innamora di Florence e le dichiara il suo amore. La ragazza sceglie però di diventare l'amante di Paul e Charles decide di gettarsi anima e corpo nello studio per consolarsi. Dopo essere stato bocciato agli esami, al contrario di Paul che riesce a superarli senza fatica grazie alla sua improntitudine, Charles cade nella disperazione e tenta di uccidere nel sonno il cugino, ma sarà quest'ultimo ad ucciderlo accidentalmente. Colonna sonoraI seguenti brani della colonna sonora, scritti dal compositore e paroliere francese Paul Misraki, sono inclusi nella raccolta Musiques Originales de Films Vol. 2 - Nouvelle Vague pubblicata nel 1998 dalla Larghetto Music:[3]
Altri brani presenti nel film sono:[4]
DistribuzioneIl film è stato distribuito nelle sale francesi dall'11 marzo 1959.[5] Nel 1990 è stato proiettato di nuovo al Festival di Berlino, nella retrospettiva "40 Years Berlinale" dedicata ad alcuni dei film più significativi delle passate edizioni.[6] Date di uscita
AccoglienzaCriticaIl sito Rotten Tomatoes riporta il 93% di recensioni professionali con giudizio positivo e un voto medio di 8,3 su 10.[7] Alla sua uscita, il critico Bosley Crowther scrisse sul New York Times che Claude Chabrol «è più abile con la macchina da presa che con la penna e il film è più credibile per gli occhi di quanto non lo sia per una mente scettica, ma non è meno travolgente».[7] Note
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