Hystrix africaeaustralis

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Porcospino del Capo
Hystrix africaeaustralis
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
SottordineHystricomorpha
FamigliaHystricidae
GenereHystrix
Linnaeus, 1758
SottogenereHystrix
SpecieH. africaeaustralis
Nomi comuni

Porcospino del Capo o porcospino sudafricano

Specie
Vedi testo

Il porcospino del Capo o porcospino sudafricano, (Hystrix africaeaustralis), è una specie del genere Hystrix, famiglia delle Hystricidae

Descrizione

Il porcospino del Capo è il più grosso roditore dell'Africa e anche il porcospino più grosso del mondo. Pare che esso sia il quarto roditore vivente per peso, dopo il capibara, il castoro europeo e il castoro americano.[1] Essi sono solo apparentemente simili e solo poco più grossi dei loro parenti prossimi, le istrici, e possono essere facilmente distinti da queste ultime per la presenza di una striscia bianca di spine corte lungo la linea mediana sul dorso. Il porcospino indiano (Hystrix indica) è praticamente delle stesse dimensioni, in media, essendo però più pesante del porcospino crestato ma un po' più leggero del porcospino del Capo.[2][3]

Il porcospino del Capo è lungo da 63 a 81 cm, dalla testa alla base della coda, che aggiunge altri 10-11 cm alla lunghessa[4]

Essi pesano dai 10 ai 24 kg, ma vi sono esemplari eccezionali che arrivano a pesare anche 30 kg;[5][6] non vi sono differenze significative tra maschi e femmine nelle loro dimensioni.[4] Il peso medio dei maschi dello Zimbabwe era di 16,9 kg e quello delle femmine 18,4 kg mentre nella valle del fiume Orange il peso medio dei maschi era in media 12,3 kg contro i 13 kg delle femmine.

Sono animali robusti, con corpo tozzo, arti corti e una coda poco evidente. Il loro corpo è coperto di spine lunghe fino a 50 cm, dotate di spessi, duri e appuntiti aculei, lunghi fino a 30 cm e con pelliccia ruvida, nerastra o marrone. Le spine sulla coda sono cave e vengono utilizzate per emettere un tintinnio che spaventa i predatori. Una cresta erettile di peli lunghi e irsuti corre dal colmo del capo, giù fino alle spalle. Spine ed aculei coprono il dorso e i fianchi dell'animale, partendo da circa un terzo del corpo e giungendo fino alla coda. Gli aculei hanno molteplici strisce bianche e nere e crescono regolarmente da solchi regolarmente spaziati lungo il corpo dell'animale, ciascun solco porta da cinque a otto aculei. Il resto dell'animale, compresa la parte di sotto, è coperto da peli neri.[4]

Occhi e orecchie sono relativamente piccoli e le vibrisse mobili sono corte. I piedi hanno cinque dita con artigli, sebbene gli alluci dei piedi posteriori siano residui. Le femmine hanno due paia di capezzoli.[4]

Distribuzione e habitat

I porcospini del Capo sono stati visti nel centro e nel sud dell'Africa, nel sud del Kenya, dell'Uganda e della Repubblica Democratica del Congo al confine settentrionale del loro territorio. Il loro habitat va dal livello del mare a 2000 metri s.l.m., sebbene siano solo marginalmente presenti nelle fitte foreste e nei deserti, e non ne sono stati visti nei terreni paludosi.[7][8]

Dieta e comportamento

Scortecciamento di una Ziziphus mucronata da parte di un porcospino del Capo

Il porcospino del Capo si nutre prevalentemente di materiale vegetale: frutti, radici, tuberi, bulbi e cortecce. Esso ha un piccolo intestino tenue e un ampio cieco, impiegandolo nella fermentazione che rompe il materiale spesso del proprio cibo.[9] I porcospini del Capo sono stati visti anche masticare carcasse ed ossa. Sono stati spesso considerati animali nocivi dai contadini poiché possono nutrirsi dei raccolti e danneggiare gli alberi.[4] Comunque il loro "scortecciamento" degli alberi può anche giocare un ruolo positivo nel mantenimento degli ecosistemi locali della savana, aiutando a prevenire lo sviluppo di foreste troppo dense.[10]

I porcospini del Capo sono animali notturni e monogami, vivendo tipicamente come coppie di adulti e prendendosi cura insieme dei piccoli. Ogni coppia può abitare fino a sei tane, difendendo insieme il loro territorio, [11] sebbene essi tipicamente vadano individualmente alla ricerca di cibo.[8] Entrambi i sessi marcano olfattivamente il loro territorio, sebbene i maschi lo facciano con maggior frequenza e possono giocare un ruolo più attivo nella sua difesa.[12] La dimensione del loro spazio vitale varia a seconda dell'habitat locale e della disponibilità di cibo, ma può andare dai 67 ai 203 ettari almeno.[4]

Se attaccato il porcospino si blocca. Se posto con le spalle al muro, diventa aggressivo e carica per colpire chi lo attacca con gli aculei. Altrimenti il porcospino può ritirarsi nella sua tana, esponendo solo i suoi aculei e rendendo difficile sloggiarlo.

Pochi sono i predatori che osano attaccarlo. I leoni africani e le iene maculate non sono abili nella caccia all'istrice, e in genere lo evitano, ma a volte, soprattutto i grandi felini, riescono ad avere la meglio grazie alla forza numerica del branco. Ancor più rari sono gli attacchi sferrati dai licaoni. I coccodrilli del Nilo considerano gli istrici che vanno ad abbeverarsi alla stregua di ogni altro animale, e li attaccano senza precauzioni, forti della loro spessa corazza dermica. Altri potenziali predatori del roditore, sebbene lo eleggano a preda in casi estremamente rari, sono i caracal, gli sciacalli dalla gualdrappa e le aquile marziali. I ghepardi sono invece troppo specializzati per la velocità, e li lasciano in pace.

Gli unici animali conosciuti nello specializzarsi nella caccia al porcospino del Capo sono i leopardi. Per attaccarlo il leopardo gli gira intorno, sfruttando la sua agilità per evitare gli aculei e colpirlo con la potente zampa anteriore e gli affilati artigli sul muso (uno dei due punti sguarniti dell'animale), in modo da stordirlo, ribaltarlo con minor rischio e infine ucciderlo con un morso al ventre scoperto. Sebbene alcuni esemplari siano diventati maestri in ciò, per nessun felino la caccia al porcospino è priva di rischi.

Riproduzione

I porcospini del Capo si accoppiano tutto l'anno, sebbene le nascite siano più frequenti durante la stagione delle piogge, tra agosto e marzo. A meno che la precedente cucciolata vada perduta, le femmine partoriscono una volta l'anno. Il ciclo estrale dura in media nove giorni, durante i quali una membrana attraverso la vagina si apre per consentire l'inseminazione. [13] Dopo l'accoppiamento si forma un tappo spermatico che viene espulso dopo circa 48 ore.[14]

La gestazione dura 94 giorni e si resolve con una cucciolata di fino a tre piccolo, sebbene circa la metà delle nascite siano singole.[13] I neonati pesano da 300 a 440 gr e all'inizio hanno aculei soffici. Sebbene essi nascano con i denti incisivi già sviluppati, gli altri denti cominciano a comparire dopo 14 giorni e la dentatura è completa entro 25 mesi.[15] Lo svezzamento ha termine dopo circa 100 giorni dalla nascita,[13] e la crescita avanza rapidamente per le prime venti settimane, raggiungendo la dimensione finale di adulti, e la maturità sessuale, alla fine del primo anno di vita.[16]

Rispetto alla maggior parte dei roditori, il porcospino del Capo ha lunga vita, sopravvivendo dieci anni in libertà o fino a venti in cattività. [4]

Note

  1. ^ (EN) Barthelmess, E. L. (2006). Hystrix africaeaustralis. Mammalian Species, 1-7.
  2. ^ (EN) P. U. Alkon & D. S. Mitrani, (1988). Influence of season and moonlight on temporal-activity patterns of Indian crested porcupines (Hystrix indica). Rivista of Mammalogy, 69(1), 71-80.
  3. ^ E. Mori & S. Lovari, (2014). Sexual size monomorphism in the crested porcupine (Hystrix cristata). Mammalian Biology-Zeitschrift für Säugetierkunde, 79(2), 157-160.
  4. ^ a b c d e f g (EN) E.L. Barthelmess, Hystrix africaeaustralis, in Mammalian Species, n. 788, 2006, pp. 1–7, DOI:10.1644/788.1.
  5. ^ (EN) D Burnie and DE Wilson (Eds.), Animal: The Definitive Visual Guide to the World's Wildlife. DK Adult (2005), ISBN 0789477645
  6. ^ (EN) Wildcliff Nature Reserve Archiviato il 22 maggio 2011 in Internet Archive.
  7. ^ (EN) P. Grubb, (2008). "Hystrix africaeaustralis". IUCN Red List of Threatened Species. Version 2008. International Union for Conservation of Nature. Retrieved 5 January 2009.
  8. ^ a b R.J. van Aarde, Demography of a Cape porcupine, Hystrix africaeaustralis, population, in Rivista of Zoology, vol. 213, n. 2, 1987, pp. 205–212, DOI:10.1111/j.1469-7998.1987.tb03694.x.
  9. ^ (EN) van Jaarsveld, A.S., Aspects of the digestion in the Cape porcupine (PDF) [collegamento interrotto], in South African Rivista of Animal Science, vol. 13, n. 1, 1983, pp. 31–33.
  10. ^ (EN) R.I. Yeaton, Porcupines, fires and the dynamics of the tree layer of the Burkea africana savanna, in Rivista of Ecology, vol. 76, n. 4, 1988, pp. 1017–1029, DOI:10.2307/2260630, JSTOR 2260630.
  11. ^ N.U. Corbet e R.J. van Aarde, Social organization and space use in the Cape porcupine in a southern African savanna, in African Rivista of Ecology, vol. 34, n. 1, 1996, pp. 1–14, DOI:10.1111/j.1365-2028.1996.tb00589.x.
  12. ^ (EN) M.S. de Villiers, Habitat utilization by the Cape porcupine Hystrix africaeaustralis in a savanna ecosystem, in Rivista of Zoology, vol. 232, n. 3, 1994, pp. 539–549.
  13. ^ a b c (EN) R.J. van Aarde, Reproduction in captive female Cape porcupines (Hystrix africaeaustralis), in Journal of Reproduction and Fertility, vol. 75, n. 2, 1985, pp. 577–582, DOI:10.1530/jrf.0.0750577.
  14. ^ (EN) R.J. van Aarde e J.D. Skinner, Reproductive biology of the male Cape porcupine, Hystrix africaeaustralis (PDF), in Journal of Reproduction and Fertility, vol. 76, n. 2, 1986, pp. 545–552, DOI:10.1530/jrf.0.0760545.
  15. ^ (EN) R.J. van Aarde, Age determination of Cape porcupines, Hystrix africaeaustralis, in African Journal of Zoology, vol. 20, n. 4, 1985, pp. 232–236 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  16. ^ (EN) R.J. van Aarde, Pre- and postnatal growth of the Cape porcupine Hystrix africaeaustralis, in Journal of Zoology, vol. 211, n. 1, 1987, pp. 25–33, DOI:10.1111/j.1469-7998.1987.tb07450.x.

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