Huis Bergh
![]() ![]() Huis Bergh è un castello della cittadina olandese di 's-Heerenberg (comune di Montferland), nella regione dell'Achterhoek (Gheldria), realizzato nella forma attuale nel corso del XVIII secolo, ma le cui origini risalgono al XII secolo.[1][2][3] Un tempo residenza dei signori di Bergh e della famiglia Hohenzollern, è uno dei più antichi[2], oltre che uno dei più imponenti e importanti castelli del Paese[4] L'edificio è classificato come rijksmonument nr. 526787.[5] StoriaDel casato di Bergh si hanno notizie sin dall'XI secolo[2], mentre il castello è menzionato sin dal secolo successivo[1][2]. In quel periodo fu costruita probabilmente una torre di legno su un'isoletta.[1][2] Il primo piano del castello fu poi realizzato probabilmente agli inizi del XVI secolo.[1] Uno dei primi abitanti del castello fu il conte Willem IV van den Bergh (1537-1586), che sposò Maria van Nassau, diventando quindi il cognato di Guglielmo di Nassau.[2] Durante la guerra degli ottant'anni, il castello fu seriamente danneggiato[1]. Per questo motivo, intorno al 1600 iniziò un'ampia opera di restauro.[1] L'ultimo proprietario appartenente al casato di Begh fu Oswald III.[2] In seguito, il castello passò nelle mani della famiglia Hohenzollern.[2][3] Nel 1735, il castello fu seriamente danneggiato da un incendio.[2][3] Fu quindi intrapresa una nuova opera di restauro, voluta dal proprietario Franz Wilhelm van den Bergh-Hohenzollern.[2][3]
In un documento del 1843, si faceva poi riferimento a vari utilizzi dell'edificio, che fungeva da birreria, rimessa per le carrozze e stalla.[1] Nel 1912, il castello, rimasto fino ad allora di proprietà della famiglia Hohenzollern, fu ceduto da Wilhelm August von Hohenzollern-Sigmaringen a Jan Herman van Heek, proprietario della fabbrica tessile Van Heek, che fece intraprendere nuovi lavori di restauro.[1][2][3] Nel 1939 un nuovo disastroso incendio causò gravi danni al castello.[2] L'edificio fu però nuovamente restaurato e riportato allo stato originale.[2] Dagli anni sessanta del XX seguito, l'edificio fu aperto al pubblico.[3] Note
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