Howard SchultzHoward Schultz (New York, 19 luglio 1953) è un imprenditore statunitense. È noto per essere stato presidente e amministratore delegato di Starbucks dal 1986 al 2000, dal 2008 al 2017 e come CEO ad interim dal 2022. Schultz possedeva anche la squadra di basket dei Seattle SuperSonics dal 2001 al 2006. È considerato come colui che diede un significativo incremento agli utili e all'internazionalizzazione di Starbucks. L'idea di come strutturare ogni singolo punto di vendita di Starbucks, gli venne durante un viaggio effettuato a Milano in cui entrò in contatto con la tradizione del bar italiano come punto di incontro.[1] Il 16 marzo 2022 Starbucks ha annunciato che l'attuale CEO Kevin Johnson si ritirerà e che Howard Schultz avrebbe assunto la carica di CEO ad interim. Rimarrà CEO ad interim fino a quando Laxman Narasimhan non assumerà la carica di CEO nell'aprile 2023.[2][3] BiografiaHoward D. Schultz è nato il 19 luglio 1953 da genitori ebrei ashkenaziti, Fred ed Elaine Schultz, a Brooklyn, New York. Cresciuto nelle case popolari di Brooklyn, con tre fratelli, Schultz ha vissuto un'infanzia povera: un infortunio, infatti, immobilizzò il padre, autista di camion senza assicurazione sanitaria, privando la famiglia del reddito. La madre è invece disoccupata. Entrato alla Northern Michigan University grazie a una borsa di studio conquistata per meriti sportivi, Schultz decide in un secondo momento di non giocare a football per mantenersi all'università, ma di sottoscrivere un prestito d'onore e, per vivere, fa diversi lavori fra cui quello di barista. Schulz studia scienze della comunicazione e si laurea nel 1977, è il primo della sua famiglia ad iscriversi all'università e portarla a termine. Il giornaleDopo un posto di lavoro in Xerox, dove diventa un esperto di vendite, rientra a New York. Tre anni più tardi, accetta di lavorare per Hammarplast, una società di un'azienda svedese che produce macchine per il caffè filtro, di cui diventerà vice presidente e general manager alla guida del team di venditori. Lavorando per Hammarplast, Schultz entra in contatto con Starbucks: la piccola torrefazione di Seattle, infatti, ha catturato la sua attenzione con un ordine di grosse dimensioni per caffettiere all'americana. Schultz è in costante contatto con la torrefazione e ha l'obiettivo di farla crescere, si propone quindi per lavorare con Starbucks e viene assunto come direttore marketing.[4] Durante un viaggio di lavoro a Milano per conto di Starbucks, Schultz ha modo di osservare la concezione italiana del bar: luogo di incontro e di relax, ma anche spazio per sè stessi, per leggere i giornali o lavorare in tranquillità; un luogo che diventa un vero e proprio tratto sociale distintivo ed una tradizione. L'imprenditore americano vede del potenziale nella concezione europea della caffetteria, e quando rientra negli Stati Uniti propone ai vertici di Starbucks di aprire un locale su questo stile.[5] L'esperimento prende vita ma i vertici non ne sono entusiasti e manca la volontà di replicare il format, per questo Schultz decide di licenziarsi ed investire nell'idea lui stesso.[6] Non è un momento semplice per la famiglia Schultz, sua moglie aspetta un bambino e le risorse economiche da dedicare al progetto sono troppo poche, così l'imprenditore americano cerca investitori ma su 264 persone a cui chiede 217 bocciano la sua idea[7], viene aiutato da Jerry Baldwin e Gordon Bowker, ex colleghi, che prestano all'imprenditore 40mila dollari, e da un amico che contribuisce con la somma di 100mila. Nasce Il Giornale di Howard Schultz, una caffetteria di impronta italiana, con gelati e pasticceria, in cui poter passare il tempo con serenità. Il successo è lento ma costante. L'acquisizione di Starbucks e i primi anniNell'agosto del 1987, dopo due anni di attività, Il Giornale acquisisce le caffetterie Starbucks per 3,8 milioni di dollari e Schultz ne diventa amministratore. Cinque anni più tardi, con una catena di 165 caffetterie, Starbucks sbarca a Wall Street e chiude l'anno con un giro d'affari da 93 milioni di dollari. Uno dei più importanti motivi del suo successo è che viene considerata dal proprio pubblico una sorta di “third home“, ossia una “terza casa”. Un luogo di completo relax, d'evasione, l'alternativa perfetta al caffè tra le mura domestiche e quello di corsa tra una riunione lavorativa e l'altra.[8] Nel 1998, Schultz ha fondato la società di venture capital Maveron con il banchiere di investimento Dan Levitan.[9] Lui e Levitan investono principalmente in start-up e fondano aziende incentrate sui consumatori, come eBay, Shutterfly e Zulily.[10] A luglio 2014, la società di venture capital valeva 1,3 miliardi di dollari in asset under management (AUM).[11] A luglio 2022, il patrimonio netto di Schultz era di 3,9 miliardi di dollari.[12] Il nuovo millennio a StarbucksNel 2000 l'obiettivo aziendale è quello di replicare il successo americano di Starbucks in tutto il mondo, quindi Schultz lascia il ruolo di CEO all'interno di Starbucks per assumere quello di chief global strategist e concentrarsi sull'espansione della catena. La chiave del successo mondiale è legata infatti alle scelte di Schultz, l'acquisizione di locali storici e angoli in cui la visibilità del marchio è alta, ma anche attenzione alla cultura in loco. Starbucks apre locali in tutti i continenti e diventa parte integrante dell'immaginario collettivo, non solo come luogo di relax ma anche come immancabile prodotto cool, e come rituale chic. Parte di questo è merito delle numerosissime celebrity che sono state paparazzate con un frappuccino o con un prodotto Starbucks to go durante il loro tempo libero, una tra tutte Britney Spears apparsa in diverse foto e in quegli stessi anni al centro dell'attenzione mediatica.[13] Nel 2008 Starbucks intraprende un lento declino ed inizia ad avere alcune difficoltà, allarmato dai mercati e dalla situazione Schultz riprende il posto di CEO per risanare la situazione. è l'inizio di una massiva riorganizzazione aziendale ed una vera e propria modernizzazione: viene creata una divisione tecnologica, vengono istituiti dei corsi di formazione sul caffè (obbligatori per i dipendenti Starbucks) e vengono create iniziative di fidelizzazione per i clienti. Starbucks torna a crescere e inizia a interfacciarsi con i temi del nuovo millennio. L'Italia è stata l'ultima nazione in cui Starbucks si è espanso: l'apertura infatti è arrivata solo nel 2018 con il primo store a Milano in piazza Cordusio, attualmente il negozio più grande di Europa ed una vera e propria torrefazione; a seguire sono stati aperti altri punti vendita.[14] Nel 2018 Starbucks ha intrapreso una politica green e ha annunciato di eliminare completamente l'uso di plastica, anche per quanto riguarda le cannucce dei prodotti to go[15], sul fronte dell'inclusività invece annuncia l'inserimento nella copertura sanitaria dei propri dipendenti degli interventi necessari al cambio di genere per le persone transgender.[16] Nella carriera di Schultz non mancano le polemiche: quando l'azienda è stata accusata di razzismo per aver provocato l'arresto di una coppia afroamericana in uno Starbucks di Philadelphia,[17] Schultz ha risposto scusandosi con il grande pubblico e chiudendo 8mila esercizi per un giorno, obbligando 175mila impiegati a partecipare ad un intensivo corso di formazione sull'argomento per evitare che si ripetessero episodi del genere.[18] Nel 2017 Howard Schultz lascia la carica di CEO e diventa presidente di Starbucks, ma nel 2018 lascia anche la carica di presidente e annuncia il suo addio a Starbucks. Dopo l'annuncio l'imprenditore americano è stato protagonista di diversi rumors che lo vedevano come candidato del partito Democratico alle elezioni presidenziali USA del 2020, come sfidante di Donald Trump. Ipotesi che non si è poi avverata.[19] Vita privataNel 1982 Schultz ha sposato Sheri Kersch con la quale ha due figli.[20] Vivono nel quartiere di Madison Park di Seattle, avendo precedentemente vissuto vicino a Madrona.[21] Schultz è un appassionato di caffè, ne beve da quattro a cinque tazze ogni giorno.[22] Schultz è considerato da Forbes tra le 200 persone più ricche degli Stati Uniti nel luglio 2022 con un patrimonio netto di 3,9 miliardi di dollari[12] ed è il proprietario di "PI", un superyacht di lusso di 77 metri costruito da Feadship per 120 milioni di dollari.[23][24] Nel 1996 Howard e Sheri Schultz hanno co-fondato la Schultz Family Foundation, che sostiene Onward Youth, con l'obiettivo di promuovere l'occupazione per i giovani di età compresa tra 16 e 24 anni che non vanno a scuola e non lavorano,[25][26] e Onward Veterans, che mira ad aiutare i veterani militari dopo l'11 settembre a passare con successo alla vita civile. Note
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