Egli riteneva che vi dovesse essere un'unica imposta sulle terre padronali, corrispondente alla loro produttività e posizione geografica. La forte tassazione, i cui proventi sarebbero stati destinati ai bisogni sociali, avrebbe indotto i proprietari a rinunciare spontaneamente alle terre.[2]
George ispirò la filosofia economica nota come georgismo, secondo la quale ognuno ha il diritto di appropriarsi di ciò che realizza con il proprio lavoro mentre tutto ciò che si trova in natura, principalmente la terra, appartiene all'intera umanità.
La sua opera più famosa, scritta nel 1879, è Progresso e povertà, un trattato sulla disuguaglianza, la natura ciclica dell'economia industriale e i possibili rimedi.
Suo figlio Henry George Jr. ne portò avanti le idee e gli dedicò una biografia.[3]
Le teorie dell'economista statunitense furono apprezzate e diffuse da Lev Tolstoj.[2][4][5]
Opere
(EN) Henry George, Science of political economy, New York, Doubleday & McClure, 1898. URL consultato il 23 giugno 2015.
^abSilvio Bernardini, note in Lev Tolstoj, I diari, Longanesi, 1980, p. 750.
^(EN) Henry George Jr, The Life of Henry George, su henrygeorge.org. URL consultato il 14 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2013).
^Tatiana Tolstoj, Anni con mio padre, Garzanti, 1978, pp. 189-190.