Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit
Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit (in tedesco, "Il tempo di Dio è il tempo migliore") BWV 106, conosciuta anche con il titolo di Actus Tragicus, è una cantata di Johann Sebastian Bach. StoriaLa cantata venne quasi certamente composta come lavoro funebre, forse per le esequie di Tobias Lämmerwirt, morto nell'agosto 1707 (14 agosto nel Duomo di Erfurt). Nota anche come Actus Tragicus, venne probabilmente scritta a Mühlhausen, città della Turingia dove Bach lavorò come organista nel 1707-1708. Il testo si compone di un gruppo di versi biblici e di strofe, queste ultime scritte da un autore sconosciuto, formando una sequenza di otto movimenti. Il 3 giugno 1708 venne eseguita ad Arnstadt. StrutturaLa Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit è scritta per 4 voci (soprano, contralto, tenore, basso), flauto I e II, viola da gamba I e II e basso continuo. Nell'organico usato da Bach le viole da gamba erano accordate sul chorton (tono del coro, che era quello dell'organo, a 465 Hz), più acuto del La attuale (440 Hz), mentre gli strumenti a fiato erano intonati sul cammerton (tono da camera, da 415 Hz): la differenza di intonazione poteva essere addirittura di una terza minore. Di conseguenza, le parti degli strumenti a fiato sono scritte in una tonalità diversa da quella delle altre parti. L'insolita strumentazione di due flauti dolci (strumento associato all'oltretomba), due viole da gamba e basso continuo sottolinea la gravità della cantata, che si apre con una sonatina strumentale. Il secondo movimento si sviluppa in una vivace sezione fugata corale. Un arioso del tenore solista enuncia la brevità della vita terrena. Il coro al centro della cantata elabora questo tema, ma poi accoglie il pensiero della morte con le parole Sì, vieni Signore Gesù. L'idea del trapasso viene poi ripreso dall'aria del contralto. Il basso canta poi le parole di Cristo al peccatore sulla croce, prima che la cantata si concluda con il corale In dich hab' ich gehoffet, Herr e con una fuga sulla parola Amen, portando questo lavoro ad una conclusione inaspettatamente esuberante. Testo
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