Giuseppe PensabeneGiuseppe Pensabene (Palermo, 1898 – Roma, 1968) è stato un architetto italiano. BiografiaNel 1923 si laurea in ingegneria presso la Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri a Palermo. Successivamente, sempre a Palermo, ottiene anche il diploma in architettura. Già dall'inizio dell'attività di Pensabene è da notare un netto distacco dalla linea d'insegnamento, che a Palermo è ancora improntata dall'opera di Ernesto Basile. Nel 1927 Pensabene partecipa con alcuni progetti alla Prima Mostra di Architettura Siciliana, dove si fa notare da Enrico Calandra come uno dei pochi a proporre un'architettura in rotta con la tradizione. Nel 1929 partecipa al concorso per la cattedrale di La Spezia, senza però ottenere un riconoscimento ufficiale. Il periodo razionalistaAlcuni anni più tardi, nel 1931, è tra gli architetti siciliani trasferiti a Roma che aderiscono al MIAR, con il quale partecipa alla Seconda Esposizione di Architettura Razionale. D'altronde è l'unico fra gli architetti siciliani a scrivere su Casabella.[1] Negli anni a seguire, dal 1931 al 1933, è autore di alcuni articoli, nei quali riprende la polemica del MIAR contro l'establishment accademico dominato da Piacentini e Calza Bini. Da collaboratore di Casabella e Quadrante nel 1934 passa il fronte degli avanguardisti più spietati per lavorare con le riviste di Ugo Ojetti e Telesio Interlandi (Quadrivio, Il Tevere)[2] abbracciando una posizione nettamente più fascista, cioè vicina alla politica di architettura del regime promossa soprattutto da Marcello Piacentini. A partire dal 1938 aderisce apertamente alle teorie razziste del Regime, pubblicando decine di articoli (alcuni con lo pseudonimo di G. Dell'Isola) sul periodico La difesa della razza, il più diffuso e accanito strumento del razzismo italiano in epoca fascista[3]. Scritti
Note
Bibliografia
Voci correlate
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