L'attività di questo maestro, appartenente alla scuola riminese di ispirazione giottesca, si svolse in parallelo a quella di Giovanni da Rimini, con il quale potrebbe aver avuto momenti di collaborazione
Testa di Cristo, Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini
Firmato e datato al 1307 è il paliotto raffigurante la Madonna in trono e santi, già ad Urbania ma ora conservato al Gardner Museum di Boston. Notevole è la precoce acquisizione da parte di Giuliano degli insegnamenti di Giotto, che potrebbe aver recepito direttamente nel cantiere pittorico del San Francesco di Rimini, dove il fiorentino realizzava i perduti affreschi commissionati dai francescani e Giuliano potrebbe essere stato uno dei suoi collaboratori [1].
Sulla base di questa unica opera firmata sopravvissuta, gli storici dell'arte hanno attribuito a Giuliano diverse opere con caratteristiche simili:
il polittico su tavola con L'incoronazione della Vergine, santi e scene della Passione e morte di Cristo, già in collezione privata inglese e ora esposto nel Museo della città di Rimini;
la Madonna col Bambino in trono nell'oratorio del Carmine a Urbania;
gli affreschi frammentari della chiesa di San Francesco a Fermo, conservati nella cappella absidale e raffiguranti la Annunciazione, Visitazione e Incoronazione della Vergine.
a lui o alla sua scuola è stato anche ipoteticamente attribuito l'affresco San Ludovico di Francia conservato nella Pinacoteca civica di Forlì, affresco per il quale, però, sono stati anche proposti altri nomi, tra cui quello di Guglielmo degli Organi[2].
^Carlo Volpe, sottolinenado gli aspetti arcaici della pittura di Giuliano, ha ipotizzato una sua collaborazione con Giotto già alla fine del XIII secolo, quindi nel cantiere assisiate
^Cf. G. Viroli, Per un modello di cultura figurativa. Forlì, città e museo, Istituto per i beni artistici culturali naturali della Regione Emilia-Romagna - Comune di Forlì, Bologna 1980, p.48.
Bibliografia
E. Castelnuovo, Grande Dizionario Enciclopedico Utet, vol III., ad vocem, Torino 1957.