Giudici di GalluraNon è nota l'onomastica dei primi giudici di Gallura, il cui regno sorse intorno alla metà del IX secolo, ma si presume che, come negli altri giudicati, appartenessero alla famiglia dei Lacon-Gunale. Nel 1016, su sollecitazione del papa Benedetto VIII, Pisa e Genova liberarono la Sardegna dalla minaccia musulmana, ma le due repubbliche marinare iniziarono a interessarsi all'isola e ad interferire nei suoi affari economico-politici. I giudici (o re) che governarono sulla Gallura sono stati sedici: scelsero Civita e il suo palazzo giudicale come sede di residenza privilegiata, dato che la corte era itinerante,[1] ma dimorarono anche nei castelli di Baldu e Balaiana (presso Luogosanto) e nel castello della Fava (Posada). Giudici di Gallura (1020 circa-1296)[2]
Dopo numerosi contrasti con il comune pisano, con la morte di Nino il giudicato venne occupato e amministrato direttamente dalla repubblica. La figlia minorenne, Giovanna (1291-1339), dopo le seconde nozze della madre con Galeazzo I Visconti, crescerà a Milano e, vedova di Rizzardo II da Camino, trasmetterà il titolo al fratellastro Azzone Visconti, signore di Milano, pur avendo ereditato il patrimonio immobiliare dei Visconti di Gallura. Il possesso dell'ex giudicato da parte di Pisa divenne definitivo nel 1308. A partire dal 1323 la Sardegna fu progressivamente conquistata dagli aragonesi. Nel 1435 Filippo Maria Visconti, duca di Milano, cedette formalmente e definitivamente i suoi diritti sulla Gallura al re Alfonso V di Aragona, il quale ne determinò l'estinzione e l'integrazione nel regno di Sardegna. NoteBibliografia
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