Girio
Girio, o Gerio oppure Rogerio (... – Potenza Picena, 1270 circa), è stato un religioso francese. Secondo la tradizione, era di nobile famiglia, visse da eremita e morì durante un pellegrinaggio. Il suo culto fu approvato da papa Benedetto XIV nel 1742. BiografiaLe uniche informazioni sulla sua vita sono desumibili da agiografie leggendarie e fantastiche. Secondo tali fonti, era figlio del conte di Lunel e rinunciò agli agi della sua nobile condizione per ritirarsi a condurre vita ascetica in un eremo nei pressi di un ponte sul Gard, con il fratello Effrénaud[2][3]. Rimasto isolato dopo un'alluvione, riuscì a non morire di fame grazie al pane portatogli da un serpente: dopo tale prodigio, la popolazione accorreva sempre più numerosa a visitare la sua spelonca e Girio, aspirando a una vita di solitudine, decise di lasciare il luogo e imbarcarsi per la Palestina; la sua nave fece naufragio e Girio sbarcò a Corneto da dove, guidato da un'orsa, raggiunse Roma.[2] Avendo sentito dire che ad Ancona viveva un sant'uomo di nome Liberio, decise di recarsi a da lui ma cadde malato nei pressi di Tolentino e morì poco dopo.[2] Il cultoEssendosi accesa una disputa tra le popolazioni dei paesi vicini su dove inumarlo, il suo corpo fu posto su un carro trainato da giovenche, che trasportarono il corpo fino a Montesanto.[2] Il culto ab antiquo tributato al santo nell'oratorio eretto in quella località, non distante da Loreto, fu confermato da papa Benedetto XIV il 1º agosto 1742.[4] L'elogio di san Girio si legge nel Martirologio romano al 25 maggio.[5]. In Francia è venerato come san Gérard De Lunel solo dall'8 giugno 1837[3]. Note
Bibliografia
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