Giovanni Giuseppe Cappellari
Giovanni Giuseppe Cappellari (Rigolato, 14 dicembre 1772 – Vicenza, 7 febbraio 1860) è stato un vescovo cattolico e teologo italiano. BiografiaFiglio di Osvaldo e Maria Maddalena Gussetti, dopo i primi studi a Rigolato presso l'educandato diretto dall'arcidiacono Giovanni Battista Gussetti, poi a Zuglio e a Sappada presso altri sacerdoti carnici, frequentò l'università di Salisburgo (filosofia), che dovette abbandonare dopo il baccellierato per motivi familiari[1]. Entrò successivamente nel seminario di Udine, dove proseguì gli studi, anche se ebbe lunghi periodi di rientro in famiglia, e venne ordinato sacerdote il 19 febbraio 1796[2]. Trattenuto presso il seminario come prefetto di disciplina, poi come insegnante di filosofia e di teologia, ne divenne infine rettore, dal 1812 al 1815[2]. Nel 1815 fu nominato dal governatore austriaco di Venezia, nonostante a quel tempo mancasse della laurea, professore di teologia morale all'università di Padova, dove fu poi confermato con decreto imperiale; qui, oltre ad insegnare anche diritto canonico (1819), tenne corsi di Sacra Scrittura.[3] Nel frattempo si era laureato in teologia (1816) e in utroque iure (1826)[4]. Fu per due volte eletto rettore magnifico, nel 1817-1818 e nel 1830-1831.[5] Il 5 gennaio 1832 gli giunse, inaspettata, la nomina imperiale a vescovo di Vicenza, confermata poi dal papa Gregorio XVI, suo parente, il 2 luglio[3]. Nonostante l'età e le precarie condizioni di salute, iniziava così uno degli episcopati più importanti della chiesa vicentina[6]. Dotato quindi di notevole cultura umanistica e teologica, si dimostrò vescovo aperto alle nuove idee e alla spiritualità rosminiana, che si era diffusa anche a Vicenza, specialmente tra i docenti del seminario come Giacomo Zanella e Giuseppe Fogazzaro, sacerdoti che egli protesse durante i moti risorgimentali del 1848. Fortemente convinto dell'importanza della formazione culturale e spirituale del clero e quindi del seminario, ne riformò il corso degli studi e fece erigere, poco fuori di Porta Santa Lucia, l'imponente costruzione ancora adibita a questa funzione. La sua azione pastorale mirò soprattutto ad elevare il tono spirituale della Chiesa vicentina promuovendo principalmente istituzioni e iniziative diocesane, che trascendevano il ristretto ambito parrocchiale. Favorì quindi il lento rientro in città di alcuni ordini e congregazioni religiose, dopo lo scioglimento avvenuto durante la dominazione napoleonica; appoggiò la costituzione dell'Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori fondato da Giovanni Antonio Farina nel 1836, del Collegio femminile delle Dame inglesi e della Congregazione degli esercizi al popolo; sostenne i Figli della carità istituiti nel 1836 per l'educazione dei giovani poveri e abbandonati di don Luigi Fabris e nello stesso anno promosse la prima Conferenza di San Vincenzo de' Paoli in Vicenza[7]. Dal punto di vista politico, pur simpatizzando per le idee liberali e favorevoli all'unità d'Italia[8] e dimostrando avversità verso l'ingerenza delle autorità asburgiche, mantenne sempre un grande equilibrio, anche per proteggere la popolazione durante gli scontri[9]. Durante l'insurrezione del 1848 diede l'appoggio, anche tramite lettere pastorali, al governo provvisorio della città ma poi, dopo la sconfitta, intercedette con gli austriaci per una pacificazione[10]. Nel 1854 riuscì ad inaugurare il nuovo seminario, da lui così tenacemente voluto; le sue condizioni di salute però erano sempre più precarie; le sue dimissioni, più volte richieste, erano sempre state rifiutate dal papa. Morì il 7 febbraio 1860, vivamente compianto da tutta la città[11]. È sepolto all'interno della chiesa del seminario da lui fortemente voluto. Genealogia episcopale e successione apostolicaLa genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
Note
Bibliografia
Voci correlate
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