Giovanni Battista CollepietraGiovanni Battista Collepietra (Toscana, 1530 – Messina, 1604) è stato un architetto e ingegnere italiano. Biografia![]() Non sono conosciute le circostanze della sua formazione e mancanti sono anche notizie biografiche certe. Nacque in Toscana forse intorno all'anno 1530. La sua attività è documentata soltanto per il periodo trascorso a Palermo tra il 1562 e il 1600; nei documenti il suo nome è trascritto anche come: "Collipietra", "Collipetra", "Collipetro". Fu infatti nominato, intorno al 1560, "architetto regio", incarico in genere relativo a competenze e incarichi relativi all'ingegneria militare. Nel 1562 dai documenti risulta anche "architetto del Senato" e nel 1567 "ingegnere della Deputazione del Nuovo Molo".[1] Sembra che per un periodo abbia avuto modo di viaggiare nel Mediterraneo,[1] "con molto andar attorno, e vedere una gran parte non pur dell’Europa, ma dell’Asia e dell’Africa".[2] Nel settembre 1583 subentrò a Giovanni Antonio Salamone come "ingegnere del Regno", quindi responsabile dei maggiori cantieri vicereali compreso quello del palazzo reale di Palermo e quello dei i lavori di "abbellimento" del Palazzo Pretorio (decorazione dell'atrio e dell'aula magna o "sala delle Lapidi").[1] Gli è stata attribuita la paternità di una considerevole mole di opere, non sempre condivisa dalla storiografia. La più intensa attività si colloca comunque tra il 1578 e il 1600, e in particolare durante il viceregno di Marc'Antonio Colonna, l'eroe di Lepanto.[1] Si occupò anche degli allestimenti effimeri richiesti dal Senato. Nel 1592 realizzò il colossale arco trionfale effimero eretto per l'ingresso del viceré Olivares[2] e nel 1593 fu il maggiore regista dei grandiosi festeggiamenti per l'arrivo a Palermo delle reliquie della patrona Santa Ninfa.[1] In campo urbanistico delineò una strada rettilinea tra la cattedrale e il Noviziato dei gesuiti (attuali via Bonello e via del Noviziato)[1] e probabilmente ebbe un ruolo nella progettazione e nel tracciamento di via Maqueda. [3] Dopo il 1600, probabilmente per l'età, la sua presenza sui cantieri di Palermo rapidamente diminuì; per alcuni incarichi si spostò a Messina dove morì nel 1604.[4] Opere
Note
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