Giovanni Battista BergonzoniGiovanni Battista Bergonzoni, oppure Giovan Battista Bergonzoni (Bologna, 1628 – Bologna, 1692), è stato un architetto e francescano italiano. Biografia![]() Nacque a Bologna intorno al 1628 ed entrò a far parte dell'Ordine francescano. Le due maggiori opere per le quali è ricordato sono: l'ampliamento della chiesa di Santa Maria della Carità (1680)[1][2][3] e la ricostruzione della chiesa di Santa Maria della Vita (1687-1690), già a tre navate.[4][5] In quest'ultima opera la capacità architettonica del Bergonzoni si manifestò pienamente: al posto della vecchia chiesa della Beata Vergine della Vita, caduta nel 1686,[5] egli costruì un tempio a pianta centrale che costituisce un modello esemplare nell'ambito dell'architettura barocca bolognese.[6] Il progetto del Bergonzoni fu scelto perché giudicato «il più galante et il più a proposito»,[6] e fu ispirato a quello borrominiano della chiesa di Sant'Agnese in Agone in piazza Navona, sia nell'alzato sia nella pianta.[4] Santa Maria della Vita fu costituita da un rettangolo con gli angoli smussati e alleggeriti da basse cappelle in nicchia,[4] avente i quattro lati sfondati da quattro grandi arconi,[4] e si realizzò un alzato a croce greca coperto da una cupola a base ovale, disegnata da Antonio Galli da Bibbiena in piena armonia con l'ambiente principale e innalzata da Giuseppe Tubertini nel 1787.[4][6][5][7] All'aula centrale si innestò il vano dell'altare maggiore, a base quadrata e coperto da cupola,[4] secondo uno stile che venne influenzato dal lombardo Francesco Maria Richini e dalla struttura della chiesa di San Giuseppe a Milano,[4] con la differenza che in Santa Maria della Vita, il coro e la chiesa appaiono in piena armonia grazie all'arco e alle colonne portanti.[6] La qualità scenografica dello spazio immaginato dal Bergonzoni è evidenziata sia da particolari strutturali dovuti allo stesso architetto, come le cappelle e i coretti[6] sia dalla riuscita decorazione rococò che appare legata alla cupola (gli ornati in stucco, effettuati ancora più tardi dal forlivese Luigi Acquisti, gli affreschi invece per opera di Gaetano Gandolfi e S. Barozzi).[6] Nella chiesa di Santa Maria della Vita si compongono quindi elementi romani con caratteri dell'Italia settentrionale.[4] Qualche anno prima il Bergonzoni aveva operato nella chiesa bolognese di Santa Maria della Carità (1680), di derivazione vignolesca disegnata da P. Fiorini (1583).[6] Il Bergonzoni intervenne realizzando la sagrestia, oltre che quattro cappelle angolari quadrate e coperte da cupola. Sulle cupolette delle cappelle si alzano quattro grandi lanterne cilindriche che donano un carattere vivace all'esterno della chiesa.[6][2][3] Opere
Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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