Giostra del Saracino di Sarteano
La Giostra del Saracino di Sarteano è un torneo cavalleresco di antichissima tradizione che si svolge a Sarteano in provincia di Siena da tempo immemorabile. Cinque cavalieri detti giostratori in rappresentanza delle cinque contrade in cui è diviso il paese, si sfidano per la conquista dell'ambito palio. Chiamato alla stoccata, ogni giostratore a cavallo lanciato al galoppo e tenendo una lancia con la mano destra, deve infilare un anello del diametro di 6 centimetri posto sullo scudo del buratto rappresentante un saraceno levantino. Al termine di cinque corse dette carriere, vince il giostratore della contrada che ha totalizzato il maggior numero di anelli validi. In caso di parità si procede con gli spareggi a oltranza. StoriaLa Giostra del Saracino è una evoluzione temporale degli antichi e sanguinosi tornei cavallereschi che si protrassero nel tempo fin dall’epoca di Carlo Magno e delle Crociate. Con il passare del tempo all’avversario si sostituì un simbolico fantoccio che rappresentava il perfido saraceno che in quei tempi imperversava con le sue scorribande in tutta la penisola. La Giostra del Saracino di Sarteano è legata in modo indissolubile alla laicale Compagnia di San Rocco: il primo documento d'archivio risale al 1583 nel quale viene illustrata la nomina dei cosiddetti "festaioli di san Rocco”, ai quali spettava il compito di organizzare varie celebrazioni in onore del Santo. Si parla di "demostrazioni et allegrezze" e giochi quali il "gioco della pugna" e la "corsa degli infanti ignudi". Altri antichi documenti d'archivio riportano per secoli in maniera fedele e puntuale le nomine annuali ma nel 1712 la Giostra manifesta la sua continuità: in un altro documento viene attestata la scelta di eliminare il troppo cruento gioco della pugna e la scelta di correre la Giostra. Veniva corsa in nome delle compagnie laicali e chiese; faceva parte integrante della festa una messa solenne e la processione in onore di san Rocco. Documenti successivi ne parlano in maniera più frequente menzionando la "solita giostra e comparsa" e anche i premi che venivano assegnati assegnati, consistenti in L. 66 per la "comparsa", L. 18 per la "prima lancia" e L. 14 per la "seconda lancia" (1719). Dal 1778 in virtù della modernizzazione del settore amministrativo della comunità di Sarteano le nomine dei deputati e dei festaioli vennero sottoposte a votazione e i cavalieri gareggiavano ora per proprio conto, acclamati dal proprio stuolo di amici e parenti e assumendo nomi di fantasia come il Cavaliere del Monte, della Luna, del Sole, della Penna, del Montone, della Notte e talvolta anche buffi quali il Cavaliere Innamorato, il Cavalier che non ci coglie… Alla fine del Settecento risale anche la statua del saracino che venne utilizzata fino al 1984. Le cinque contradeNel 1933 grazie alla riforma promossa dal Commissario prefettizio dell’epoca, dottor Guidone Bargagli Petrucci e voluta per dare maggior lustro all'antica manifestazione, furono istituite le cinque contrade. A tale scopo il dott. Bargagli Petrucci nominò un apposito comitato che si occupò di suddividere il Comune di Sarteano nei territori che rappresentavano le cinque parrocchie del paese e di assegnare dei colori a ognuna di esse: San Lorenzo bianco e rosso, San Martino bianco e bleu, San Bartolomeo (Romitorio o Cappuccini) bianco e viola, Sant’Andrea (Castiglioncello) rosso e turchino, Santissima Trinità (Spineto) giallo e viola. L'attribuzione degli emblemi araldici, del nome del rione e le specifiche dei colori, avvenne per opera del dottor Domenico Bandini nel 1948 quanto fu stilato "l'Ordinamento Fondamentale - Regolamento Generale delle contrade". Per la Contrada di San Lorenzo, nome del rione Porta Monalda, lo studioso mantenne i colori bianco e rosso e propose lo stemma dei Monaldeschi, collocato sulla sommità di Porta Monalda. Per la Contrada di Sant'Andrea, nome del rione Castiglioncello, i colori rosso e azzurro e lo stemma civico della comunità di Castiglioncello Del Trinoro. Per la Contrada di San Martino, nome del rione Porta Umbra, i colori bianco e azzurro e lo stemma con l'aquila riprodotto nel dipinto su tavola del XV secolo di Andrea Di Niccolò "Madonna con bambino tra i santi Rocco e Sebastiano" che si trova nella chiesa di San Martino, probabilmente appartenente a una delle nobili famiglie che commissionarono il dipinto. Per la Contrada della Santissima Trinità, nome del rione Spineta, mantenne il giallo e il viola ma non è stato possibile accertare su quali basi si ispirò il Bandini per l'assegnazione dello stemma nonostante ci sia l'esatta descrizione araldica. Per la Contrada di San Bartolomeo, nome del rione Romitorio o Cappuccini, mantenne i colori bianco e viola ma non è stato possibile accertare su quali basi si ispirò il Bandini per l'assegnazione dello stemma nonostante ci sia l'esatta descrizione araldica. Nel 1961 lo stesso dott. Comm. Bandini, nel volume "Raccolta Armi di Sarteano", descrisse con maggior cura e modeste variazioni gli emblemi araldici non apportando sostanziali modifiche; solo alla Contrada di San Martino fu aggiunto uno scudetto partito giallo e nero oltre al consueto stemma con l'aquila dal volo abbassato. Le contrade che annualmente si sfidano per la conquista dell'ambito palio sono le seguenti: Contrada della Santissima TrinitàLa contrada prende il nome dall'antica abbazia di Spineta, nome che deriva probabilmente dalle fitte e impenetrabili foreste dalle quali era composto il proprio territorio. Si hanno notizie certe della sua esistenza già intorno all'anno mille. Il territorio si espande per tutte le pendici del Monte di Cetona, comprende il borgo di Fonte Vetriana e per quanto riguarda il centro del paese, tutta la zona a sud ovest. La propria sede sociale si trova in un locale del chiostro della chiesa di San Francesco. Colori: giallo e viola Scudo partito: "nel primo di rosso alla fascia di bianco, nel secondo di bianco a tre mezze lune capovolte di rosso poste in palo" Nome del rione: Spineta Vittorie: 19 (anni: 1947 - 1954 - 1959 - 1962 - 1982 - 1983 - 1995 ex aequo - 1996 - 1999 - 2001not - 2002 - 2003 - 2003not - 2007 - 2010riev - 2014 - 2015luglio - 2017luglio - 2018) Contrada di San BartolomeoLe origini della contrada risalgono all'antica parrocchia di San Bartolomeo, ex convento dei frati Cappuccini costruito nell'anno 1485 e dal Romitorio, una grotta ricavata da una tomba etrusca, nella quale san Francesco d'Assisi si ritirò in preghiera per la prima volta il 2 gennaio 1212. Il territorio comprende anche tutta la zona nuova del paese denominata Miralaghi, la zona di Sant'Alberto ove c'è la sede sociale e la zona nord ovest del territorio comunale fino al torrente Astrone, che confina con il Comune di Chianciano Terme. Colori: bianco e viola Scudo spaccato: "nel primo di rosso, al levriere corrente di bianco collarinato d'oro; nel secondo scaccato di bianco e di nero al filetto in fascia di verde sulla partizione" Nome del rione: Romitorio o Cappuccini Vittorie: 18 (anni: 1934 - 1936 - 1989 - 1991 - 1992 - 1997 - 1998 - 2000 - 2001 - 2002not - 2005 - 2006 - 2009 - 2015 - 2016 - 2017 - 2018luglio - 2019) Contrada di San LorenzoLa contrada si divide il centro storico del Comune di Sarteano con San Martino. Comprende tutta la zona della competenza della parrocchia di San Lorenzo, il corso Garibaldi e il territorio che si affaccia dalla Porta Monalda sulla valle. Una delle vie più suggestive del paese, via Dei Goti, ospita la sede sociale. Il territorio ospita inoltre bellissimi palazzi nobiliari. San Lorenzo è stato fino al 1935 il patrono principale del Comune di Sarteano. Colori: bianco e rosso Scudo: "d'oro a tre bande controdoppiomerlate d'azzurro" Nome del rione: Porta Monalda Vittorie: 18 (anni: 1938 - 1939 - 1949 - 1951 - 1952 - 1953 - 1960 - 1988 - 1993 - 1993str - 1994 - 1995 ex aequo - 2000not - 2012 - 2012str - 2013str - 2016luglio - 2024) Contrada di San MartinoÈ l'altra contrada del centro storico del paese. Il nome del rione, Porta Umbra, è quello di una delle tre porte che si aprono nell'antica cerchia di mura che difendevano il paese, L'antica chiesa dedicata a san Martino vescovo di Tours, detta anche San Martino in Foro, sorgeva nella piazza principale del paese, di fronte al palazzo comunale e al suo interno erano conservate le sepolture dei feudatari conti Manenti, di lontana origine longobarda e padroni del castello di Sarteano fin dal secolo XI. Nel secolo scorso (1843-44) fu distrutta e ricostruita nei pressi della porta est del paese. La chiesa di San Martino, ora adibita a museo, ospita le più grandi opere d'arte presenti a Sarteano, tra le quali la celeberrima "Annunciazione" del Beccafumi. Colori: bianco e azzurro Scudo spaccato: "d'oro e di rosso, alla mezz'aquila col volo abbassato uscente dalla partizione" - Scudetto partito: "d'oro e di nero alla pergola dell'uno all'altro" Nome del rione: Porta Umbra Vittorie: 16 (anni: 1935 - 1937 - 1948 - 1955 - 1956 - 1957 - 1958 - 1961 - 1990 - 1995 ex aequo - 1999str - 2011 - 2013 - 2019luglio - 2022 - 2023) Contrada di Sant'AndreaLa parrocchia di Sant'Andrea si trovava anticamente nel borgo mediovale di Castiglioncello Del Trinoro, l'unica frazione del Comune di Sarteano del quale si hanno notizie certe fin dalla dominazione longobarda in Italia. Comprende anche tutto il territorio della Val D'Orcia fino al confine con Pienza. Colori: rosso e azzurro Scudo: "di rosso al leone rampante d'oro che sostiene con le zampe anteriori una torre quadrata, speronata e merlata di bianco, finestrata di nero" Nome del rione: Castiglioncello Vittorie: 9 (anni: 1933 - 1950 - 1984 - 1985 - 1986 - 1987 - 2004 - 2008 - 2010) Gli eventi della GiostraLa Tratta dei BossoliLa cerimonia che sancisce l'ordine di partenza delle cinque contrade prende il nome di "Tratta dei Bossoli". La Tratta sancisce anche l'ordine che le contrade devono rispettare durante tutto l'anno e fino a quella successiva, in qualsiasi evento, manifestazione, e diritto di parlare alle riunioni costituite. Viene di norma effettuata il giorno 11 agosto e rievoca la procedura medievale durante la quale la comunità di Sarteano nominava ogni due mesi "estraendoli a sorte" da una rosa di nomi, quattro priori chiamati ad amministrare la comunità. La "rosa dei nomi" veniva conservata in una duplice cassetta di una delle quali teneva la chiave il pievano di San Lorenzo. Durante la Tratta i capitani delle cinque contrade presentano i giostratori che correranno la Giostra. La ProvacciaLa Provaccia è la prova generale della Giostra e si svolge di norma il 14 agosto o il giorno antecedente la Giostra. I giostratori delle cinque contrade si sfidano in una vera e propria corsa all'anello, saggiando i propri destrieri e il tufo della pista. Da questo momento potranno essere e sostituiti solo tramite presentazione di certificato medico Al giostratore vincitore viene riconosciuto un premio personale. Il Corteo StoricoIl 15 agosto il corteo storico della Giostra del Saracino sfila per le via del paese in tutta la sua magnificenza. I circa duecento figuranti con i caratteristici costumi del XVI secolo percorrono le vie del paese accompagnati dai musici che eseguono la “Marcia del Saracino”, dal rullio dei tamburi e dal volteggiare delle bandiere delle contrade. La Giostra del SaracinoNel tardo pomeriggio del 15 agosto il corteo storico entra nel campo della corsa. Vengono assegnati i premi per le esibizioni dei migliori tamburini e sbandieratori e proclamata la contrada vincente del premio "leggiadria e portamento". Dopo la benedizione dei giostratori e dei cavalli viene letto il bando della Giostra del Saracino di Sarteano e "...senza porre mora alcuna, si dia cominciamento alla Giostra!" L'Albo d'Oro
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