Giaurro[1][2] (in inglese: giaour, in turcogâvur, pronuncia turca: [ɟaˈvuɾ]; in persianoگور, gavor, una variante obsoleta del moderno گبر gabr, originariamente derivato dall'aramaico 𐡂𐡁𐡓𐡀, ''gaḇrā'' lett: uomo, persona, in romenoghiaur; in albanesekaur; in grecoγκιαούρης?, gkiaoúris, in macedoneкаур/ѓаур?, in bulgaroгяур?) il cui significato è "infedele",[3] è un termine dispregiativo[1][2] storicamente usato nell'Impero ottomano per i non musulmani o più in particolare per i cristiani nei Balcani.[4][5][6] L'origine del termine è il persiano گبر gabr, che nel contesto di una Persia islamizzata indicava i praticanti della precedente religione di quel paese, il mazdeismo, detto anche zoroastrismo.
I termini kafir, gawur o rum (quest'ultimo che significa "greco") erano comunemente usati nei defter (registri fiscali) per i cristiani ortodossi, solitamente senza distinzione etnica. I gruppi etnici cristiani nel territorio balcanico dell'Impero ottomano includevano greci (rum), bulgari (bulgar), serbi (sırp), albanesi (arnavut) e valacchi(eflak).[5]
L'Encyclopædia Britannica del 1911 descrisse il termine come segue:[7]Giaour (un adattamento turco del persianogâwr o gōr, un infedele), una parola usata dai Turchi per descrivere tutti coloro che non sono maomettani, con particolare riferimento ai cristiani. La parola, usata per la prima volta come termine di disprezzo e di rimprovero, è diventata così generale che nella maggior parte dei casi non è intesa nel suo uso come insulto; ad esempio, in alcune parti della Cina, il termine diavolo straniero è diventato inoffensivo. Una stretta analogia con giaour si trova nell'arabo kafir, o miscredente, che è così comunemente usato da essere diventato il nome proprio di popoli e paesi.
Durante il Tanzimat (1839-1876), l'uso del termine da parte dei musulmani per i non musulmani fu proibito per prevenire problemi nelle relazioni sociali.[8]
Il termine ha avuto ampia diffusione dopo la pubblicazione del poema di Lord Byron, The Giaour (1813) e di un dipinto di Eugène Delacroix a esso ispirato.[1]
Riferimenti culturali europei
Giaour è il nome dato al mostro malvagio di un uomo nel racconto Vathek, scritto da William Beckford in francese nel 1782. L'ortografia Giaour appare nella traduzione francese e inglese.