Il nome deriva dal colle Gianicolo, che è compreso nel rione di Trastevere, ma le cui propaggini occidentali corrispondono a Monteverde. Questo toponimo potrebbe fare riferimento al tufo di colore verde-giallognolo che veniva estratto dalle cave che un tempo costellavano la zona, analogamente al termine Mons Aureus, ossia Monte d'oro.
Storia
Il quartiere è ricco di testimonianze storiche[6], essendo prossimo alla città antica, poiché sorgevano qui gli Orti di Cesare, numerosi luoghi di culto pagani ed alcune catacombe ebraiche e cristiane, tra cui quelle di Ponziano e di San Pancrazio, al di sotto dell'antichissima Basilica omonima. Nell'antichità era attraversato dall'attuale via di Monteverde, che era un diverticolo della via Portuense, e il cui tratto iniziale è oggi individuabile nella via Parini, e dalla via Vitellia che collegava il Gianicolo con la costa tirrenica.
Nel Seicento, dalla fusione di diverse vigne fu realizzata a nord del quartiere la villa Doria Pamphilj[7], oggi il parco pubblico più grande di Roma, al cui interno sorge il Casino progettato da Alessandro Algardi e che fu espropriato e poi aperto al pubblico nel 1972. L'area della villa, insieme col Vascello e porta San Pancrazio, fu teatro nel 1849 di cruente battaglie per la difesa della Repubblica Romana.
Sulla base del piano regolatore del 1909, nell'area più prossima alle Mura è avvenuta agli inizi del Novecento la prima espansione urbana di Monteverde Vecchio (via Carini e piazza Rosolino Pilo), caratterizzato da villini signorili con giardino, inclusi dal vigente piano regolatore nella "città storica". L'edificazione è poi proseguita durante il fascismo con le case popolari (soprannominate "i grattacieli") nella vallata di via di Donna Olimpia (occupata un tempo dal fosso di Tiradiavoli fino al Ponte Bianco, struttura ferroviaria inaugurata nel 1929), con l'ospedale del Littorio, oggi San Camillo, e con le palazzine sull'altro rilievo di Monteverde Nuovo, incentrato su piazza San Giovanni di Dio. Solo nel secondo dopoguerra è invece cominciata l'edificazione dei Colli Portuensi, in concomitanza con l'apertura dell'omonima strada come parte della via Olimpica.
Nella vasta spianata sotto il Ponte Bianco si apre il primo capitolo (Il Ferrobedò) di Ragazzi di vita, il celebre romanzo di Pier Paolo Pasolini, nel quale il ponte ritorna spesso come presenza funzionale e simbolica[8].
«Dietro il Ponte Bianco non c'erano case ma tutta una immensa area da costruzione, in fondo alla quale, attorno al solco del viale dei Quattro Venti, profondo come un torrente, si stendeva calcinante Monteverde»
Ospedale Carlo Forlanini, su via Bernardino Ramazzini. Edificio in stile barocchetto del XX secolo (1930-35).
Progetto dell'Ufficio Costruzioni Sanatoriali dell'INFPS con a capo Galbi Berardi.
Villa Santucci Maraini, su via Bernardino Ramazzini. Edificio in stile liberty di inizio Ottocento. 41.862171°N 12.448685°E41°51′43.82″N, 12°26′55.27″E
Villino Cirini, su via Ugo Bassi. Edificio in stile barocchetto del XX secolo (1920). 41.882246°N 12.464123°E41°52′56.09″N, 12°27′50.84″E
Cappella della Curia generalizia delle Suore Carmelitane Missionarie Teresiane. Luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Santi Patroni d'Italia.
Ponte sulla ferrovia Roma-Viterbo costruito negli anni venti e sul quale scorre la circonvallazione Gianicolense. Le ringhiere riportano teste di leone e fasci littori.
Fontana del Lago. Fontana del XVII secolo. 41.886973°N 12.44495°E41°53′13.1″N, 12°26′41.82″E
Cappella dei Pamphilj. Cappella funeraria in stile neomedievale del XIX-XX secolo (1896-1902). 41.885608°N 12.450807°E41°53′08.19″N, 12°27′02.91″E Progetto dell'architetto Edoardo Collamarini su commissione del principe Alfonso Doria Pamphili Landi che volle una cappella per accogliere «le spoglie del padre e del fratello», che risultasse «pari all'entità dei patrimoni lasciati da costoro, rispondesse all'altezza del nome della famiglia ed alla sontuosità della villa, ed a un tempo riuscisse un lavoro ragguardevole sotto il lato artistico».
Da documenti ottocenteschi e novecenteschi l'area è nota come Villa Signorini. È costituita da un casino nobile, di forme eclettiche ispirate a modelli neomedievali e neorinascimentali, con torre provvista di bifore e merli.[13]
Teatro Verde, sulla circonvallazione Gianicolense.
Geografia antropica
Urbanistica
Nel territorio del Gianicolense si estendono le seguenti zone urbanistiche: l'omonima 16D, gran parte della 16A Colli Portuensi e l'intera 16X Villa Pamphili.
Odonimia
Le strade fanno riferimento a diversi ambiti: eroi del Risorgimento nella parte nord di Monteverde Vecchio, dentro il parco di villa Doria Pamphilj e a Porta Portese; poeti e scrittori nella parte sud di Monteverde Vecchio e a Porta Portese; architetti nella parte ovest di Monteverde Vecchio; medici e benefattori a Monteverde Nuovo e ai Colli Portuensi; latinisti ai Colli Portuensi; matematici e fisici a Nuovo Trastevere; donne all'interno del parco di villa Doria Pamphilj; diplomatici e personaggi storici.
Il quartiere è attraversato da due linee di tram: il 3 (ripristinato nell'agosto 2016) fa capolinea alla stazione Trastevere e lo collega con Testaccio, Piramide e Colosseo, mentre l'8 fa capolinea al Casaletto e lo collega con piazza Venezia.
^Separato da via Aurelia Antica, da via Leone XIII a piazzale Aurelio (porta San Pancrazio).
^Separato dall'intero viale delle Mura Gianicolensi a partire da piazzale Aurelio (porta San Pancrazio) e da viale Aurelio Saffi e viale delle Mura Portuensi fino a piazzale Portuense (porta Portese).
^Separato da via Portuense, nel tratto da piazzale Portuense a largo Gaetano La Loggia.
^Separato da via Portuense, da largo Gaetano La Loggia a via del Casaletto.
^Separato dall'intera via del Casaletto, da via Portuense alla piazzetta del Bel Respiro e dall'intera via della Nocetta fino a via Aurelia Antica.