Giampaolo FabrisGiampaolo Fabris (Livorno, 6 gennaio 1938 – Milano, 20 maggio 2010) è stato un sociologo italiano. È stato uno dei pionieri nelle ricerche sull'opinione pubblica in Italia insieme a Pierpaolo Luzzatto Fegiz e Ernesto Norbedo.[1] È stato, a livello nazionale, uno dei maggiori esperti nello studio del consumatore e della pubblicità.[2] È stato inoltre il fondatore di un nuovo approccio allo studio del consumatore: il cosiddetto Societing.[3] BiografiaFabris inizia a lavorare, nel 1962, per la Doxa dirigendo il Bollettino Doxa che riporta i risultati delle indagini di opinione pubblica condotte dall'Istituto. Crea, inoltre, presso la Doxa stessa, il dipartimento di ricerche sociali[4]. Nel 1965, assieme a Bartolo Mardessich e a Carlo Erminero dà vita a Demoskopea, il quale diverrà in pochi anni uno dei principali istituti di ricerca sull'opinione pubblica. Le più significative ricerche condotte negli anni Sessanta-Settanta dalla Demoskopea vengono pubblicate sulla rivista Ricerche Demoscopiche. Nei primi anni ottanta, denunciando le manipolazioni e le strumentalizzazioni dei sondaggi di opinione da parte del mondo politico, Fabris cessa polemicamente di condurre sondaggi di questo genere e pubblica il saggio "I sondaggi di opinione pubblica: strumento di democrazia o di manipolazione del cittadino?"[5]. Nello stesso periodo, apre una propria società di ricerca, la GPF&Associati, che gli consente di monitorare, in tempo reale e con strumenti più consoni ad indagare una realtà sempre più complessa, i fenomeni e le dinamiche che traghetteranno l'Italia da società proto-industriale a società postmoderna. Dopo un quarto di secolo trascorso con alterne fortune alla GPF&Associati (dapprima compartecipata dalla francese BVA, poi rivenduta alla società Allaxia, successivamente fallita, e rilevata infine dal gruppo Reti, controllato da Claudio Velardi)[4], poco prima di morire Fabris inaugura Episteme srl, che nelle sue intenzioni sarebbe dovuta divenire una "boutique" della ricerca sugli scenari dei consumi e della comunicazione, sui valori e le tendenze emergenti. Abbandonati i metodi di analisi dei consumatori e del mercato, propri del marketing tradizionale (parametri socio-demografici, linguaggio ed atteggiamenti militareschi, quote e trend di mercato ecc.), negli anni '80 Fabris adotta il concetto di stile di vita (elaborato negli anni '70 dal sociologo americano Yankelovitch e successivamente europeizzato dal francese Alain de Vulpian, inventore del sistema 3SC) e in seguito approda all'idea che a muovere i comportamenti e le scelte degli individui sia una struttura latente, rappresentata dai valori che essi condividono o espressi dalle marche che acquistano. Capisaldi del percorso sono i libri: "Le otto Italie: dinamica e frammentazione della società italiana", "Consumatore & mercato", "Il nuovo consumatore: verso il postmoderno". Monitorando in modo costante i trend socioculturali, nel 2009, mentre la crisi economica imperversa e il marketing si rivela sempre meno efficace, Fabris sintetizza il suo pensiero nel Societing[6], abbozzo di un approccio alternativo a quelli aziendalistico-economicistici, che intendeva sostituire con una visione socio-antropologica nel tentativo di captare meglio l'odierno Zeitgeist. Fabris è stato ricercatore e consulente, e ha scritto per varie testate giornalistiche. È stato direttore della collana "Impresa, comunicazione, mercato" della casa editrice FrancoAngeli di Milano. È stato professore di sociologia dei consumi, e ha insegnato nelle università di Torino, Venezia Ca-Foscari, Trento, Milano IULM e Milano San Raffaele. È stato presidente della Triennale di Milano. È stato presidente del Centro Studi di Pubblicità Progresso.[2] Opere pubblicate
Note
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