Doxa (azienda)Doxa è un istituto specializzato in sondaggi d’opinione, ricerche di mercato e analisi statistiche fondato nel 1946 da Pierpaolo Luzzatto Fegiz. Prende il nome dal termine della lingua greca antica δὀξα (dóxa) che significa "opinione". È stata la prima società di ricerche nata in Italia, tra le prime in Europa.[1] Dal 2019 la società appartiene al gruppo franco-americano BVA. È socio fondatore del network internazionale WIN - Worldwide Independent Network of Market Research, di cui è presidente Vilma Scarpino, CEO di Doxa.[2] Le ricerche statistiche si occupano di studi di scenario, analisi sulla soddisfazione e la fedeltà dei clienti fino agli studi su marchi, prodotti e comunicazione. Con l'evoluzione tecnologica, l'istituto ha affiancato alle modalità di intervista più tradizionali (come telefono e personale) metodologie nuove come Internet.[3] StoriaLa fondazione e i primi sondaggiDoxa fu fondata a Milano il 25 gennaio 1946 su iniziativa di Pierpaolo Luzzatto Fegiz (1900-1989), docente universitario, titolare della cattedra di statistica presso l’Università di Trieste.[4] Presidente dell’istituto era Achille Bossi, avvocato della filiale italiana della Watson-IBM.[5] Luzzatto Fegiz, che aveva studiato le metodologie dei sondaggi di opinione durante i suoi soggiorni negli Stati Uniti,[4] era considerato un pioniere del settore in Italia e in Europa,[6][7] e nel 1947 fu nominato primo presidente della ESOMAR (European Society for Opinion and Marketing Research).[4] Nello stesso anno, Doxa fu anche tra i primi fondatori del network Gallup, che comprendeva diversi istituti di vari Paesi.[5] Il primo importante sondaggio effettuato da Doxa fu condotto nell’aprile del 1946 su un campione di 6 000 persone, intervistate sul referendum che il 2 giugno di quell’anno avrebbe sancito la nascita della Repubblica italiana: pur non indicando deliberatamente una previsione vera e propria (i rispondenti potevano scegliere tra sei possibili affermazioni),[8] il sondaggio fotografò la tendenza dell’elettorato verso l’opzione repubblicana.[9][10] Un’altra occasione importante per la notorietà dell’istituto arrivò con le prime elezioni politiche italiane dopo la caduta del fascismo, quelle del 18 aprile 1948: un sondaggio Doxa predisse piuttosto accuratamente i risultati della consultazione, con la vittoria della DC sui partiti della sinistra.[11] Sempre nel 1948, su richiesta dell’allora ministro del Bilancio, Luigi Einaudi, Doxa realizzò la prima indagine sul reddito nazionale,[12] seguita da una nuova indagine nel 1950 per conto della Banca d’Italia.[13] Oltre ai sondaggi politici e alle ricerche istituzionali, Doxa iniziò progressivamente a dedicarsi alle indagini di mercato; dal 1947, queste ricerche furono raccolte e pubblicate nel Bollettino della Doxa.[4] Nel 1956 arrivò in Doxa Ennio Salamon, chiamato da Luzzatto Fegiz che era stato suo professore universitario: rimarrà alla guida dell’istituto per cinquant’anni, fino al 2006.[14] Poco dopo, nel novembre 1957, entrò in Doxa Elio Brusati, anch’egli allievo di Luzzatto Fegiz, che diventerà direttore generale nel 1976.[15] Nel corso dei decenni la notorietà dell’istituto si impose sia con i sondaggi di mercato e di costume che fotografavano i cambiamenti nella società italiana,[16][17] sia grazie alla notorietà garantita dalla radio e dalla televisione, le cui trasmissioni riprendevano o addirittura si basavano sui sondaggi stessi: è il caso di Hit Parade, programma musicale condotto da Lelio Luttazzi e basato sulle rilevazioni Doxa riguardanti le vendite di dischi.[18] In occasione delle elezioni del 1976 la RAI affidò a Doxa le prime proiezioni elettorali: il successo delle previsioni segnò l’inizio di una lunga collaborazione con la televisione pubblica.[19] Nel 1991 l’imprenditrice Marina Salamon, figlia di Ennio, acquisì il controllo della società tramite la propria holding Alchimia.[20][21] Gli ultimi sviluppi e l'ingresso di BVANegli ultimi decenni l’istituto ha progressivamente lasciato il campo dei sondaggi elettorali, per focalizzarsi sulle ricerche di mercato e su un modello di business incentrato sul digitale.[3] Nel 2009 al Gruppo si è aggiunta Connexia, agenzia di comunicazione e di pubbliche relazioni.[21][22] Negli anni successivi si sono aggiunte le società Duepuntozero, specializzata nell’analisi del mercato digitale, e DoxaPharma, specializzata in ricerche e indagini per il settore farmaceutico.[20] Nel 2018 Doxa ha lanciato la divisione mobility, dedicata agli studi sulle abitudini di guida degli italiani.[23] Dal 1989 è inoltre attiva la business unit Doxa Kids, specializzata nelle ricerche di mercato con target su bambini e ragazzi.[24] CasaDoxa è invece l’Osservatorio dedicato allo studio delle preferenze e degli ideali abitativi degli italiani, su cui produce un report annuale.[25] Doxa collabora inoltre con il Politecnico di Milano come partner di diversi Osservatori: Mobile b2c Strategy,[26] Internet Media,[27] Digital Content,[28] Artificial Intelligence,[29] Internet of Things (smart home),[30] Smartworking,[31] Innovazione Digitale in Sanità.[32] Nel 2019 la società è stata ceduta da Alchimia a BVA, gruppo franco-americano specializzato nell’applicazione delle scienze comportamentali,[33] e ha assunto il nome di BVA Doxa: nell’operazione sono stati confermati lo staff di 140 persone e il management che vede Marina Salamon nel ruolo di presidente e Vilma Scarpino in quello di amministratore delegato.[34][14] L’acquisizione non ha incluso l’agenzia Connexia, che è rimasta dunque nella holding Alchimia.[14] Sempre nel 2019 BVA Doxa ha ottenuto il Premio Innovazione Smau nella categoria “migliori partnership per marketing, customer experience e customer care” per lo sviluppo di soluzioni digitali per la gestione di panel e community di ricerca di mercato.[35] Note
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