Il gatto è protagonista in molti aspetti della cultura, come arte, letteratura, cinema, fumetti, mitologia.
Il gatto come simbolo
Il gatto è il simbolo araldico della famiglia nobiliare dei Fieschi, i conti di Lavagna, che lo posero a sormontare il loro blasone accompagnandolo al motto "Sedens ago" (anche sedendo sono attivo).
Particolarmente diffuso in Giappone è il Maneki Neko, una statua di porcellana raffigurante un gatto e simbolo di buona fortuna. Si ritiene che tale tradizione risalga al XVI secolo, essendo il gatto giunto in Giappone dalla Cina intorno all'anno mille, ma inizialmente era considerato un essere malvagio e diabolico. In seguito, probabilmente grazie a influenze di origine cinese, l'atteggiamento cambiò.[1] Indice della popolarità del gatto tra i giapponesi è il successo di caffetterie tematiche dette neko café, la cui principale attrazione è la possibilità dei clienti di osservare ed eventualmente interagire con i felini ospiti del locale.
Nel Borneomalese, precisamente nello stato del Sarawak, la capitale Kuching è la città dei gatti: infatti Kuching significa "gatto" in malese. La graziosa cittadina si caratterizza per le molte statue e per un museo dedicati ai felini. Il gatto è il simbolo della città di Kuching. In novembre, e per un mese intero, si svolge il Pesta Meow (Festival del Gatto).
In termini di superstizione, il gatto nero in alcune culture è considerato portatore di sfortuna, specialmente quando attraversa la strada, e allo stesso tempo in altre è invece reputato un portafortuna.[2]
Gatto sulle onde Scultura di Max Magnus Norman a Stoccolma
Di gatti hanno scritto diversi celebri autori come Lope de Vega (che scrisse La Gattomachia, un intero poema burlesco in sette canti, per raccontare gli amori del valoroso soriano Marramachiz e della bella gatta Zapachilda), come Kipling, Eliot, Carroll (che fa colloquiare Alice nel Paese delle Meraviglie con un gatto del Cheshire) e come Perrault, che nella sua celebre fiaba al gatto fa addirittura indossare un paio di stivali.
Il russo Michail Bulgakov (1891-1940), considerato uno dei più grandi scrittori del Novecento, nel romanzo Il Maestro e Margherita, pubblicato postumo, pone fra i protagonisti della narrazione il ripugnante Behemoth, spesso tradotto in italiano con Ippopotamo: è l'enorme gatto demoniaco che si accompagna a Satana (Woland) nelle sue scorribande nella Mosca degli anni Trenta.
Lo scrittore ceco Čapek ha descritto le vicissitudini dei suoi gatti in una serie di racconti, pubblicati dapprima come articoli su quotidiani cechi degli anni venti e trenta e successivamente raggruppati nella raccolta Měl jsem psa a kočku.
Anche lo scrittore giapponese Natsume Sōseki ha scritto un libro con protagonista un gatto intitolato, appunto, Io sono un gatto, in cui narra le vicende di una famiglia borghese del Giappone di inizio Novecento viste dal punto di vista dell'animale; Jun'ichirō Tanizaki ha invece dedicato ai rapporti tra una gatta e i suoi ospiti umani il romanzo La gatta, Shōzō e le due donne, scritto nel 1936.
Tra gli autori italiani, il filosofo Piero Martinetti ha dedicato ai suoi gatti defunti i Brevi epitaffi. I gatti sono inoltre una presenza costante nelle opere di Giorgio Celli.
I gatti siamesi Koko e Yum Yum sono i protagonisti della fortunata serie di romanzi gialli Il gatto che... della scrittrice statunitense Lilian Jackson Braun.
Il gatto ha stimolato anche la fantasia di numerosi poeti: basti pensare a Pablo Neruda, che a questo felino ha dedicato addirittura un'ode (Ode al gatto) e a Charles Baudelaire che l'ha citato nei suoi Fiori del male, vedi il sonetto Les chats dove le loro nobles attitudes vengono paragonate a quelle delle sfingi: ... Pensando, assumono nobili pose/da grandi sfingi distese in fondo a solitudini/e sembrano addormertati in un sogno senza fine... Ed ancora i sonetti Le chat (XXXIV), Le Chat (LI), oltre ad un'ambientazione tratta dalla Confession: è tardi, la notte scorre su Parigi addormentata, il poeta passeggia in intimità con la sua donna (la Sabatier), ...Et le long des maisons, sous les portes cochères,/des chats passaient furtivement,/l'oreille au guet, ou bien, comme des ombres chères,/nous accompagnaient lentement.[3] Hanno scritto poesie sui gatti Dario Bellezza, Luce d'Eramo e la poetessa Rosella Mancini (Gatti stellari e terrestri). Anche la poetessa polacca Wisława Szymborska ha scritto del gatto ("Il gatto nell'appartamento vuoto") come di un animale del lutto, che viene ferito profondamente dalla morte del padrone, vista dall'animale come un tradimento della fiducia e un ferimento alla sua sensibilità.
Kitty Katswell, protagonista femminile della serie animata T.U.F.F. Puppy.
King Tubby, Timmy Tom, The Nazz, Thorn, Luna, Miley, Petal, Ming, Mr. Clean, Happy, Spook, Mortimer (Last Chance), Cheeta, Pierre, e Ginsburg, 15 protagonisti della serie animata Kitty non è un gatto.
Kuro-chan, il gatto cibernetico protagonista dell'omonima serie.
Oggy, Olivia e Jack. Oggy è il protagonista di una serie di cartoni animati Maledetti scarafaggi, ed è un gatto blu, Olivia è una gatta rosa, e diventa moglie di Oggy, Jack è un gatto verde, amico di Oggy e di Olivia.