Partito Democratico Europeo (dal 2004) In precedenza: PR (1972-1989) VA (1989-1990) FdV (1990-1999) AD (1992-1994) Centocittà (1998-2000) Dem (1999-2002) DL (2002-2007) PD (2007-2009) ApI (2009-2016) PDE Italia (2016-2021)
Titolo di studio
Laurea in pianificazione e progettazione del paesaggio e dell'ambiente
Dopo aver rinunciato a candidarsi alle elezioni politiche del 2013,[3] ha presieduto e fondato varie iniziative per la conservazione e promozione del patrimonio culturale, dell'arte e dell'ambiente. Dal 2016 è presidente dell'ANICA,[5] rieletto anche per il triennio 2020-2022.[6]
Rutelli s'iscrisse al Partito Radicale di Marco Pannella, diventando nel 1979 segretario regionale nel Lazio e, l'anno successivo, segretario nazionale. Condusse iniziative per i diritti umani, i diritti civili, la giustizia (come il "caso Tortora"), il disarmo e l'ambiente.[10] Nell'estate del 1981, si fece arrestare nel corso di una manifestazione nonviolenta a favore della chiusura della centrale nucleare di Latina («un relitto obsoleto non dissimile da quello di Chernobyl»). Trattenuto in carcere per tre giorni, fu poi pienamente assolto.[11]
Nel febbraio 1983 diventa giornalista pubblicista, iscrivendosi all'Ordine dei giornalisti del Lazio. Sempre nel 1983, pochi mesi dopo, venne eletto alla Camera dei deputati diventando poi presidente del gruppo parlamentare radicale.[12] In quegli anni, per il piglio deciso e l'attivismo mostrato, l'allora presidente del Senato Francesco Cossiga gli attribuì il soprannome di "Cicciobello".[13][14] Nel 1987, fu rieletto alla Camera nella circoscrizione di Napoli,[15] dimettendosi il 4 luglio 1990 (optando per il ruolo di consigliere regionale in Campania)[16][17] e lasciando il seggio a Emma Bonino.[18]
Fondazione dei Verdi Arcobaleno e la nomina a ministro
Dopo la trasformazione del Partito Radicale in Partito Radicale Transnazionale e la decisione di non partecipare più ad alcuna competizione elettorale nazionale,[19] nel 1989 Rutelli promosse la nascita dei Verdi Arcobaleno, una nuova formazione ecologista e progressista.[4][15] In quegli anni, fra i temi principalmente trattati risultano la lotta all'effetto serra, alle emissioni di anidride carbonica e al disboscamento delle foreste tropicali, la tutela della fascia di ozono e il sostegno finanziario necessario per i Paesi meno sviluppati per l'applicazione dei programmi di tutela ambientale.[20]
In occasione delle elezioni regionali del 2005, nonostante la forte pressione degli alleati dei Democratici di Sinistra,[68] Rutelli scelse di presentare liste autonome de La Margherita,[69] pur confermando l'idea di una federazione di partiti che ha ne L'Ulivo «la metafora, l'abbozzo, del partito democratico che deve nascere».[70]
A ottobre 2005, Rutelli propose all'Assemblea federale de La Margherita di approvare il varo di una lista unitaria, guidata da Romano Prodi, alla Camera dei deputati con i Democratici di Sinistra, mantenendo una lista separata al Senato. La decisione fu motivata dal fatto che «non sono più sufficienti proposte di coesione senza un'autentica unità politica concreta, perché non ci aiuterà più la coesione forzosa che ci derivava dalla legge elettorale maggioritaria», rilanciando in questo senso «il traguardo del partito democratico».[71]
Il 23 maggio 2007, in vista della nascita ufficiale del Partito Democratico, venne nominato membro del Comitato promotore (soprannominato "Comitato dei 45").[82] Due mesi dopo, dichiarò il proprio sostegno alla candidatura di Walter Veltroni a segretario del PD, facendosi promotore di un manifesto politico-programmatico chiamato «Per il coraggio delle riforme», con il quale auspicò che il PD potesse produrre «un sano shock politico e progettuale per il centro sinistra».[83][84]
In seguito alle annunciate dimissioni da sindaco di Walter Veltroni, per correre come candidato alla Presidenze del Consiglio con il Partito Democratico alle elezioni politiche del 2008, Rutelli fu sollecitato a ricandidarsi per un terzo mandato a sindaco di Roma. L'8 febbraio 2008 annunciò una "campagna d'ascolto" di 10 giorni,[85] al termine della quale sciolse la riserva e accettò di candidarsi.[86] Fu sconfitto al ballottaggio, ottenendo il 46,3% dei voti, contro il 53,7% del candidato del centro-destra Gianni Alemanno (nonostante al primo turno avesse ottenuto il 45,8% contro il 40,7% di Alemanno).[87]
Senatore e Alleanza per l'Italia
Alle politiche 2008 viene eletto al Senato,[88] successivamente viene eletto all'unanimità Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR).[89] Fra le azioni svolte, contribuì a fare pressioni sul Governo Berlusconi IV perché rimuovesse il segreto di Stato sui documenti relativi alla scomparsa dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni, avvenuta il 2 settembre 1980: il Governo accettò nel dicembre 2009 di rimuovere le restrizioni su circa 1000 delle 1200 pagine relative al caso.[90] Fu inoltre relatore dei rapporti "Relazione sui rischi per l’efficienza dei Servizi di informazione per la sicurezza derivanti dall'acquisizione e mancata distruzione di dati sensibili per la sicurezza della Repubblica",[91] "La tratta di esseri umani e le sue implicazioni per la sicurezza della Repubblica"[92] e "Relazione sulle possibili implicazioni e minacce per la sicurezza nazionale derivanti dall'utilizzo dello spazio cibernetico".[93]
Nel settembre 2009, Rutelli pubblicò il pamphlet La svolta – Lettera a un partito mai nato, nel quale criticava il Partito Democratico, definendolo «un partito mai nato» e diverso da quello prospettato due anni prima da Veltroni.[94] Dopo aver di fatto annunciato l'addio al partito verso fine ottobre,[95] l'11 novembre 2009, insieme a Bruno Tabacci, Lorenzo Dellai e altri fuoriusciti dal PD, fondò il nuovo partito di centro Alleanza per l'Italia.[96] Il giorno successivo, comunicò le proprie dimissioni dalla presidenza del COPASIR, perché «si determinino le condizioni per cui le rappresentanze parlamentari del Pd possano indicare nuovamente, nel corso di questa legislatura, il candidato presidente».[97][98]
A dicembre 2010, Rutelli fu i fondatori del Nuovo Polo per l'Italia, un coordinamento unitario fra Alleanza per l'Italia, Futuro e Libertà per l'Italia, Unione di Centro e altri movimenti per la costituzione di «una forza di opposizione seria e responsabile».[99] Il 14 luglio 2011, divenne presidente del neo-costituito gruppo parlamentare Per il Terzo Polo, composto dalle delegazioni parlamentari di ApI, FLI e Centro Democratico.[100][101] Tuttavia, in seguito al fallimento del progetto, verso la fine del 2012 dichiarò un suo riavvicinamento al centro-sinistra, annunciando il proprio sostegno alla candidatura di Bruno Tabacci alle primarie di coalizione di quell'anno.[102]
Francesco Rutelli (di spalle) al funerale civile di Marco Pannella, Roma, 21 maggio 2016
Dopo l'abbandono della politica attiva, s'impegnò nel fondare o presiedere associazioni e iniziative di carattere culturale e ambientale, come l'Associazione Incontro di Civiltà, l'Associazione Priorità Cultura, che organizza il Cultural Heritage Rescue Prize, un premio per coloro che salvano l'arte in pericolo nel mondo,[105] la Fondazione Centro per un futuro0 sostenibile[106] il Forum culturale Italia-Cina[107] e la Scuola di servizio civico.[108] È inoltre Coordinatore del Gruppo per le antiche vie culturali e religiose presso il Pontificio consiglio della cultura.[10]
Il 29 novembre 2019, viene eletto presidente dell'Institute of European Democrats, fondazione no-profit affiliata al Partito Democratico Europeo.[112]
Controversie
Consulenze al Comune di Roma
Il 25 settembre 2001, Rutelli e gli assessori della sua giunta, con due sentenze separate della Corte dei conti, furono chiamati a pagare una sanzione di 3 miliardi e 479 milioni di lire circa al comune di Roma.[113] Entrambi i casi riguardavano varie delibere, «con le quali erano stati conferiti e/o rinnovati incarichi e consulenze professionali esterne» in un periodo compreso fra dicembre 1993 e dicembre 1996, che la Corte aveva ritenuto eccessive poiché «si sarebbe potuto ricorrere alla collaborazione di estranei all'amministrazione solo nel caso di inadeguatezza del personale in servizio».[114] Nello specifico, Rutelli fu condannato a una sanzione pecuniaria di 844 milioni circa nel primo caso e di 302 milioni circa nel secondo.[113]
Il 22 aprile 2002, in sede di appello, le sanzioni riguardanti Rutelli furono tuttavia ridotte rispettivamente a 47 200 000 lire (24 376 euro) nel primo caso[115] e a 77 495 000 lire (40 022 euro) nel secondo caso,[114] riconoscendo che il danno fu «parzialmente compensato con i vantaggi realizzati dall'ente per effetto dell'attività degli esperti stessi».[115] Entrambe le sanzioni amministrative furono confermate il 25 gennaio 2006 dalla Corte di cassazione.[114][115]
Francesco Rutelli si costituì parte offesa e fu ascoltato come testimone nell'ambito dell'inchiesta su Luigi Lusi, all'epoca senatore del Partito Democratico e tesoriere de La Margherita, accusato di appropriazione indebita per oltre 23 milioni di euro.[116] Il 16 maggio 2012, in sede di Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, Lusi dichiarò di aver versato soldi a varie personalità politiche, fra cui Rutelli,[117] il quale rispose annunciando una denuncia per calunnia contro il senatore per le «mostruose e grossolane calunnie» riferite.[118]
I magistrati già verso fine giugno espressero «diverse perplessità» sulle dichiarazioni e sui documenti resi da Lusi.[118] A metà luglio 2012, gli inquirenti dichiararono che le accuse rese da Lusi risultavano «smentite dai fatti», portando all'incriminazione del senatore anche per calunnia.[119][120] Il 2 maggio 2014, Lusi è stato condannato sia per il reato di appropriazione indebita, sia per quello di calunnia nei confronti di Rutelli.[121] Entrambe le condanne nei confronti di Lusi furono poi confermate sia in appello (2016),[122] sia in Cassazione (2017).[123]
Vita privata
È sposato con la giornalista Barbara Palombelli dal 1982, con rito civile, da cui ha avuto un figlio. La coppia ha poi adottato altri tre figli.[3][124] Nell'aprile 1995, Rutelli e Palombelli celebrarono nuovamente il loro matrimonio, stavolta con rito religioso, officiato dal cardinaleAchille Silvestrini.[125] Suo bisnonno era lo scultore Mario Rutelli.[10]
In una lettera aperta a la Repubblica, Rutelli ha dichiarato che la malattia e la morte di sua madre Sandra «hanno accelerato in me prima dei vent'anni un aspro distacco dalla religione. La militanza con i radicali è stata la sede per tradurre ed esplicitare l'asprezza di questo distacco». Negli anni a seguire, Rutelli si è poi riavvicinato al cattolicesimo.[126]
A settembre 2006, nell'ambito del dibattito sull'eutanasia riproposto dal Presidente Giorgio Napolitano, ha dichiarato la sua contrarietà «all'eutanasia finché c'è una speranza», ma allo stesso tempo la sua contrarietà all'accanimento terapeutico.[127]
Libri
Francesco Rutelli, Per il disarmo, Milano, Gammalibri, 1982, ISBN non esistente.
Francesco Rutelli, Dieci anni al duemila – Il buongoverno ecologico, idee verdi, nuove istituzioni sovranazionali per le sfide ambientali senza frontiere, Roma, Edizioni Gruppo Parlamentare Verdi Arcobaleno, 1989, ISBN non esistente.
Francesco Rutelli, Progetto per Roma, Roma-Napoli, Theoria, 1993, ISBN88-241-0358-8.