François Palamède de SuffrenFrançois Palamède de Suffren (Salon-de-Provence, 27 aprile 1753 – Salon-de-Provence, 27 agosto 1824) è stato un botanico francese. BiografiaDalla nascita al soggiorno in FriuliNato a Salon-de-Provence il 27 aprile 1753[1] da una nobile famiglia il cui esponente più noto è l'ammiraglio Pierre André de Suffren de Saint Tropez. Nel 1779 partecipa alla battaglia di Grenada[2] come enseigne de vaisseau imbarcato sulla Fantasque[3]. Nel suo Principes de botanique... si definisce esperto viaggiatore avendo visitato più volte l'America e l'Africa oltre alla Spagna e l'Italia. Inizia lo studio della botanica nel 1785[4] dedicandosi alla flora della Savoia, del Piemonte e del Nizzardo. Nel 1792 è a Limone Piemonte dove disegna una tavola della Lactuca quercina L.[5]. Nel 1794 essendo un émigré i suoi beni a Salon vengono venduti[6] Il soggiorno in FriuliNel 1796 è a San Daniele del Friuli[7] ospite del Conte Nicolò di Concina. Inizia ad erborizzare il territorio di San Daniele, Suzans e Ragogna, esplora inoltre i monti di Clauzetto e le rive del Tagliamento. L'anno successivo si trasferisce a Tarvisio presso la famiglia Liniusso. Visita i dintorni di Paluzza, Moggio, Ampezzo, Verzegnis, arriva alle sorgenti del Tagliamento e ai monti che separano la Carnia dal Cadore. La primavera successiva lascia Tolmezzo e con il Conte di Attimis raggiunge Caorle e Portogruaro. A metà giugno parte da Cordovado per raggiungere Monfalcone dove fa la conoscenza degli abati Giuseppe Berini e Leonardo Brumati, con i quali erborizza a Duino, lungo la costa di Monfalcone e ad Aquileia. Alla fine di luglio parte alla volta di Klagenfurt per incontrare il Wulfen col quale era da tempo in rapporto epistolare. Durante questo viaggio esplora le zone di Pontebba, Resiutta e Tolmezzo. Nell'autunno del 1800, di nuovo col conte di Attimis esplora le foci del Tagliamento. Il risultato di questi quattro anni di lavoro è un erbario che lascia ai Liniusso ed un manoscritto contenente un catalogo di circa 1250 piante numero certo considerevole per una flora di quel genere e quel tempo[8], che affida a Nicolò Concina prima di lasciare il Friuli. Nel 1802 Concina fa pubblicare il manoscritto. L'erbario, invece, è andato perduto[9]. Il ritorno in FranciaL'amnistia decretata il 26 aprile 1802 da Napoleone per tutti gli émigrés è la causa più probabile del rientro di de Suffren in Francia. Eredita la casa di famiglia (il padre Laurent era morto l'11 maggio 1799)[10]. Il 31 gennaio 1803 divenne socio dell'Accademia delle scienze di Torino. Si dedica ad un'opera sui fichi. Nel 1808 fa un giro sulla costa fino a Nizza per verificare 40 specie e varietà di fichi che ha già disegnato e cercare di aggiungerne altri[11]. In una relazione citata da Hennequin[12] von Zach racconta di aver conosciuto Palamède de Suffren a Salon dove gli ha mostrato gli splendidi disegni a colori di oltre 150 specie o varietà di fichi che crescono in Provenza. Non contento di questa poderosa opera vuole studiare anche le varietà che crescono sulla costa italiana per la quale è in procinto di partire. Von Zach lascia la Francia nel 1811 e non sa se de Suffren sia riuscito a completare l'opera[12]. Nel 1813 ottiene dal Ministro degli Interni, grazie all'Accademia di Marsiglia, la somma di 200 franchi per un viaggio nei dintorni di Genova. Il frutto di questo viaggio è la scoperta di altre 52 specie di fichi[13]. Cerca di ottenere un secondo finanziamento per un viaggio nei Pirenei ed in Catalogna. Ma non riuscirà mai a compierlo[13]. Anche de' Brignoli parla dell'opera di de Suffren sui fichi e lo definisce prezioso amico e primo maestro in botanica[14]. Muore a Salon-de-Provence il 27 agosto 1824. Opere
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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