Fortunato Federigi
Fortunato Federigi (Seravezza, 22 febbraio 1901 – Amorgos, 4 luglio 1941) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale. BiografiaNacque a Seravezza, provincia di Lucca, il 4 luglio 1901.[1] Partecipò all'impresa di Fiume come legionario al seguito di Gabriele D'Annunzio, dal settembre 1919 al gennaio 1921.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito fu assegnato in servizio al 3º Reggimento bersaglieri in qualità di sottotenente di complemento.[3] Congedatosi nel 1923, l'anno successivo si arruolò nella Regia Aeronautica come allievo pilota, e conseguì il brevetto di pilota militare nel 1925, entrando poi in servizio nel 1º Stormo Caccia Terrestri.[3] Congedato nel 1928 andò a lavorare presso la compagnia aerea Ala Littoria.[2] Divenuto tenente nel 1932, e capitano nel 1935, nel gennaio 1937 partì volontario per combattere nella guerra di Spagna.[3] Rientrò in Patria con la promozione a maggiore per merito di guerra, divenendo tenente colonnello nell'ottobre 1938, e nell'aprile 1939 prese parte alle operazioni di occupazione dell'Albania.[2] Entrò anche in politica con il ruolo di Consigliere nazionale nella XXX Legislatura.[2] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, fu richiamato nuovamente in servizio attivo assegnato in forza alla 205ª Squadriglia del 41º Gruppo Autonomo da bombardamento come comandante.[3] Il suo reparto fu trasferito a Rodi, nel Dodecaneso, e da questa sede con Ettore Muti prese parte al bombardamento delle isole petrolifere del Bahrein nel Golfo Persico, avvenuto il 18 ottobre 1940.[3] Il 4 luglio 1941, sul cielo del Mediterraneo, il suo aereo veniva attaccato ed abbattuto ed egli periva in combattimento.[1] Fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] Una via di Querceta porta il suo nome.[4] Onorificenze«Volatore e navigatore incomparabile per perizia ed audacia, patriota fervente, legionario fiumano, squadrista, volontario di Spagna, sempre e dovunque presente là dove la Patria chiamava nelle ore luminose e decisive della sua storia, dava costante fulgida prova del suo alto valore e della sua fede purissima. Volando per oltre un milione e mezzo di chilometri su immense distese di mare, su terre deserte e lontane, congiungendo continenti e metropoli, contribuiva in modo decisivo alla vasta organizzazione della nostra aviazione civile. In guerra, sui vari fronti e in più cicli di intense operazioni, confermava le sue superbe doti di combattente invitto partecipando, sempre volontario ed instancabile, alle imprese più irte di ostacoli, di rischi, di pericoli, e portandole tutte brillantemente a termine. Durante un audace volo sul Mediterraneo, in aspro impari combattimento, precipitando con il velivolo in fiamme, immolava la sua ardente vita in olocausto alla Patria, già da lui tanto superbamente servita in devota umiltà. Dal rogo del suo velivolo si irradiava sul mare un alone di gloria che, in un'atmosfera di leggenda, coronando l’eroe, ne faceva rifulgere le gesta mirabili nella luce dell’epopea. Cielo del Mediterraneo, 11 giugno 1940-4 luglio 1941.[5]»
— Regio Decreto 16 marzo 1942[6] «Volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, già distintosi per valore in precedenti combattimenti, comandante di squadriglia da bombardamento, partecipava a numerose azioni di guerra dimostrando in ogni difficile circostanza sprezzo del pericolo e valore. Cielo di Spagna, marzo 1937-luglio 1937.»
«Cielo di Bahrain, 1940.»
«Volontario nella esecuzione di difficili imprese in territorio Albanese sbarcato a Durazzo sotto il fuoco di fucileria, guidava alcuni reparti a catturava nuclei avversari. A Tirana compiva valida opera per assicurare il primo servizio di vigilanza. Durazzo, Tirana, 7-8 aprile 1939.»
«Cielo del Mediterraneo, 1940.»
— Regio Decreto 25 novembre 1940[7] NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
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