Fortuna avversa
Fortuna avversa (Hard Luck) è un cortometraggio del 1921 diretto da Buster Keaton e Edward F. Cline, che firmano anche soggetto e sceneggiatura. Il film, dalla forte componente fantastica e surreale, venne considerato perduto per oltre mezzo secolo: Giorgio Cremonini afferma che il critico Coursodon "è costretto a rifarsi a testimonianze indirette, fra cui quella di Judith Erebe, che nel 1927 sottolinea una serie di elementi significativi"[1]. Lo stesso Cremonini afferma che una copia del film intitolata Nel paese degli armadilli, erroneamente datata 1917 "è stata ritrovata da F. Ballo nel 1980 presso la Cineteca Italiana di Milano, che a quanto pare ne ignorava l'esistenza"[1]. Parzialmente ricostruito nel 1987 mancava ancora della celebre scena finale, quando Keaton, dopo il tuffo in piscina in cui manca il bersaglio e sfonda il cemento, sbuca, a distanza di anni (come recita una didascalia), da sottoterra con una moglie cinese e due figli. Ad oggi due versioni del film sono riconosciute come le più vicine all'originale: la copia denominata Lobster/Arte, più completa, e quella denominata Kino on video, che ricostruisce la pellicola in modo probabilmente più aderente alla scrittura filmica del racconto. Keaton riteneva la scena finale tra le sue favorite e in assoluto quella che aveva strappato la risata del pubblico più fragorosa della sua carriera[3]. TramaUn giovane senza soldi è così disperato che tenta più volte il suicidio, prima mettendosi sotto una cassa che sta per essere issata in una casa, poi cercando di impiccarsi ad un ramo dello zoo cittadino: il suicidio non riesce e il giovane è inseguito da dei poliziotti. Quando riesce a seminarli si ritrova nel retro delle cucine di una ricca abitazione, dove vede una bottiglia di veleno in una dispensa. Senza farsi vedere dai camerieri entra nella villa e ne beve alcuni sorsi, ma scopre subito che si trattava di whisky: ubriaco, si ritrova seduto a tavola con degli aristocratici, uno dei quali gli offre un lavoro "per la scienza". Note
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