Fonologia della lingua spagnolaQuesta voce tratta della fonologia della lingua spagnola, vale a dire l'attuale fonologia e fonetica come pure i suoi sviluppi storici. Se non diversamente indicato, le affermazioni si riferiscono allo spagnolo castigliano, il dialetto standard usato nella Spagna dalla radio e dalla televisione[1][2][3][4] (per ulteriori dettagli, vedi gli articoli sulla storia della lingua spagnola e dialetti spagnoli). Lo spagnolo ha molti allofoni, perciò è qui importante distinguere i fonemi (scritti fra le barre oblique / /) e i corrispondenti allofoni (scritti fra parentesi quadre [ ]). Consonanti
Le consonanti tra parentesi sono i fonemi dello spagnolo standard in Spagna, ma assenti in molti dialetti, specialmente quelli dell'America Latina. Note sulla foneticaI fonemi /t/ e /d/ sono dento-alveolari laminari .[6] I fonemi /b/, /d/ e /ɡ/ sono realizzati come fricative[7] (vale a dire [β̞], [ð̞], [ɣ˕], da qui in poi rappresentate senza la "tacca" sottostante) in tutti i luoghi, tranne dopo una pausa, dopo una consonante nasale o — nel caso di /d/ — dopo una consonante laterale; in tali contesti sono realizzate come occlusive sonore.[6] Il fonema /ʝ/ viene realizzato come un approssimante in tutti i contesti, tranne dopo una pausa, una nasale o una laterale. In queste condizioni può realizzarsi come un'affricata ([ɟʝ]).[8][9] L'allofono approssimante differisce dalla /i/ non-sillabica in diversi modi; ha un'ampiezza F2 inferiore,[non chiaro] più lunga, può solo apparire nella sillaba iniziale (comprendente inizialmente la parola dove non appare la /i/ non-sillabica), è una fricativa palatale nella pronuncia enfatica, e non ne viene specificato l'arrotondamento (per es. viuda [ˈbjuða] 'vedova' vs ayuda [aˈʝʷuða] 'aiuto').[10] Le due inoltre si sovrappongono nella distribuzione dopo /l/ e /n/: enyesar [ẽ̞ɲɟʝe̞ˈsar] ('ingessare') aniego [ãnje̞ɣo̞] ('annegamento').[9] Benché vi sia variazione dialettale e idiolettica, i parlanti possono anche mostrare altre coppie minimali-vicine[11] come abyecto ('abietto') vs abierto ('aperto').[12][13] Ci sono alcune alternanze tra le due, sì da suggerire ad Alarcos Llorach (1950)[14] a postulare un arcifonema {{{1}}} (vale a dire, la vocale maiuscola i) cosicché ley sarebbe trascritto {{{1}}} e leyes {{{1}}}.[non chiaro] In un certo numero di varietà, compresa qualcuna americana, un processo parallelo a quello che distingue la /i/ non-sillabica dalla /ʝ/ consonantica succede per la /u/ non-sillabica e una rara /w̝/ consonantica.[9][15] Le coppie minimali-vicine[11] comprendono deshuesar [de̞zw̝e̞ˈsar] ('disossare') vs. desuello [de̞ˈswe̞ʝo̞] ('scuoiamento'), son huevos [ˈsõ̞ŋ ˈw̝e̞βo̞s] ('sono uova') vs son nuevos [ˈsõ̞ ˈnwe̞βo̞s] ('sono nuovi'),[16] e huaca [ˈ(ɡ)w̝aka] ('tomba indiana') vs u oca [ˈwo̞ka] ('od oca').[17] I fonemi /θ/, /s/,[8] e /f/[18][19] diventano sonori davanti a consonanti come in jazmín ('gelsomino') [xaðˈmĩn], rasgo ('tratto') [ˈrazɣo̞], e Afganistán [avɣãnisˈtãn]. Vi è una certa quantità di libere variazioni in modo che jazmín viene ad essere pronunciato [xaθˈmĩn] o [xaðˈmĩn].[20] Mentre /s/ diventa dentale davanti a consonanti denti-alveolari, /θ/ resta interdentale in tutte le situazioni.[8] Il fonema /x/ può essere pronunciato uvulare davanti a /u/ (anche quando /u/ è nella sillaba iniziale come [w]).[8] Una pronuncia comune di /f/ nel linguaggio non standardizzato è la fricativa bilabiale sorda, cosicché fuera viene ad essere pronunciata [ˈɸweɾa] piuttosto che [ˈfweɾa].[21] Sebbene vi siano solo tre fonemi nasali e due laterali, /l/ e le consonanti nasali vengono assimilate al luogo di articolazione delle consonanti seguenti[8] anche attraverso i confini della parola.[22] Le nasali davanti alle vocali sono solo contrastive; per la maggior parte dei parlanti, solo [n] appare davanti a una pausa, benché nelle varietà caraibiche possa invece essere [ŋ] o una nasale omessa con nasalizzazione della vocale precedente.[23][24] Gli allofoni assimilatori sono mostrati nella seguente tabella:
VocaliLo spagnolo ha cinque vocali /i/ /e/ /a/ /o/ /u/.
Ognuna di queste cinque vocali può stare sia in sillaba tonica che atona:[25]
Ciò nonostante, ci sono alcune "lacune" o rarità distribuzionali. Per esempio, una vocale alta atona in sillaba finale di una parola è rara.[28] Lo spagnolo ha sei dittonghi discendenti e otto ascendenti. Mentre molti dittonghi sono storicamente il risultato di una ricategorizzazione delle sequenze vocaliche (iati) come dittonghi, vi è ancora contrasto lessicale tra dittonghi e iato.[29] Ci sono inoltre alcuni elementi lessicali che variano tra iato e dittongo nei dialetti e tra i parlanti: parole come biólogo ('biologo') con un dittongo potenziale nella prima sillaba e parole come diálogo con una sequenza tonica o pretonica di /i/ e una vocale che varia tra una dittongo e iato.[30] Chițoran & Hualde (2007) ipotizzano che questo succede perché in tali posizioni le sequenze vocaliche sono più lunghe. Durante il discorso veloce, le sequenze vocaliche nell'iato diventano dittonghi in cui una diventa non-sillabica (salvo che non siano la stessa vocale, nel qual caso esse si fondono insieme) come in poeta [ˈpo̯eta] e maestro [ˈmae̯stɾo].[31] Allo stesso modo, il relativamente raro dittongo /eu/ potrebbe essere ridotto a [u] in alcune posizioni atone, come in Eufemia, [uˈfemja].[32] Nel caso di verbi come aliviar ('alleviare'), i dittonghi risultano dalla suffissazione della normale morfologia verbale alla finale tematica /j/ (cioè, aliviar sarebbe |alibj| + |ar|).[33] Ciò contrasta con verbi come ampliar ('ampliare') i quali, per la loro morfologia verbale, sembrano avere temi terminanti in /i/.[34] Lo spagnolo inoltre possiede trittonghi come /wei/ e, nei dialetti che usano coniugare una seconda persona plurale , /jai/, /jei/, e /wai/ (pe es. buey, 'bue'; cambiáis, 'voi cambiate'; cambiéis, '(che) possiate cambiare'; averiguáis, 'verificate').[35] la /e/ non-sillabica, /o/ e /a/ possono essere ridotte rispettivamente a [ʝ], [w̝] e a una elisione completa, come in beatitud [bʝatiˈtuð] ('beatitudine'), poetisa [pw̝e̞ˈtisa] ('poetessa') e ahorita [o̞ˈɾita] ('adesso'); la frequenza (benché non la presenza) di questo fenomeno differisca nei vari dialetti, dove in un certo numero succede raramente, mentre in altri sempre.[36] La nasalizzazione fonetica si realizza per le vocali poste tra consonanti nasali o precedenti una nasale di fine sillaba.[25] AccentoLo spagnolo è una lingua sillabica "fissa", sì che ogni sillaba ha grosso modo la stessa durata sia o no essa accentata.[37][38] Benché tonicità, durata e sonorità contribuiscano alla percezione dell'accento,[39] la tonicità è la più importante nell'isolamento.[40] L'accento in massima parte si verifica su ognuna delle ultime tre sillabe di una parola, con rare eccezioni sulla quartultima. Il compito dell'accento ha le seguenti tendenze:[41]
Oltre alle molte eccezioni a queste tendenze, ci sono numerose coppie minime che si diversificano unicamente dall'accento come sábana ('lenzuolo') e sabana ('savana'), come pure límite ('confine'), limite ('[che] limita') e limité ('limitai'). L'accento lessicale può essere segnato ortograficamente con un accento acuto (ácido, distinción, ecc). Ciò viene fatto in base alle regole sull'accento obbligatorio dell'ortografia spagnola, come per le tendenze espresse sopra (che differiscono per quanto concerne le parole come distinción) e sono definite in modo da indicare inequivocabilmente dove l'accento si situa in una data parola scritta. Un accento acuto può essere inoltre usato per diversificare gli omofoni (come té per 'tè' e te per 'tu'). I modelli di accento lessicale sono differenti tra parole che comportano la flessione verbale e quella nominale: oltre alla presenza degli affissi verbali con accento (talvolta assenti nella flessione nominale), l'accento di base differisce inoltre da quello che cade sull'ultima sillaba del tema flessivo delle parole verbali, mentre quelle delle parole nominali possono avere l'accento sull'ultima o penultima.[42] Inoltre, tra le sequenze di clitiche suffissate a un verbo, la clitica più a destra può ricevere un accento secondario, per es. búscalo /ˈbuskaˌlo/ ('cèrcalo').[43] AlternanzeNello spagnolo esiste un certo numero di alternanze che riflette i mutamenti diacronici della lingua e possibilmente anche i processi morfofonologici più che quelli strettamente fonologici. Per esempio, un certo numero di parole oscillano tra /k/ e /θ/ o /ɡ/ e /x/, con quest'ultima che appare in ogni coppia davanti a vocale anteriore:[44]
Ci sono inoltre alternanze tra /e/ e /o/ atone e /je/ e /we/ toniche:[45]
Parimenti, alternanze si verificano anche tra le sonoranti palatali /ʎ ɲ/ e le loro corrispondenti sonoranti alveolari /l n/ (doncella/doncel 'donzella'/'gioventù', desdeñar/desdén 'disprezzare'/'disprezzo'). Mentre è vero che i parlanti dello spagnolo hanno difficoltà a pronunciare le consonanti palatali a fine sillaba, non vi è alternanza riguardo alla flessione verbale o nominale (vale a dire, il plurale di doncel è donceles, non *doncelles).[46] Questo è la conseguenza delle geminate /ll/ e /nn/ del latino volgare (l'origine rispettivamente di /ʎ/ e /ɲ/) che degeminano in posizione finale.[47] Le parole senza alcuna allomorfia palato-alveolare sono il risultato di prestiti storici.[47] Similmente, la vibrante alveolare ([r]) e battuta alveolare ([ɾ]) contrastano intervocalicamente, ma sono per il resto in distribuzione complementare: la vibrante [r] si trova dopo /l/, /n/ e /s/, davanti a consonante, e alla fine; la [ɾ] battuta si trova altrove.[8][48] Alternanze si verificano inoltre allorché una rotativa appare in finale di parola. Con parole come amor, la rotativa si manifesta come vibrata quando pronunciata prima di una pausa o di una parola iniziante per consonante, come in amor paterno [ãˈmo̞r paˈte̞rno̞], ma come battuta quando precede una parola iniziante per vocale, come in amor eterno [ãˈmo̞ɾ e̞ˈte̞rno̞].[48] Ci sono poi le alternanze che accadono con la suffissazione, come per la pluralizzazione dei nomi: amor [ãˈmo̞r] vs. amores [ ãˈmo̞ɾe̞s].[48] Nel linguaggio più informale, una rotativa preconsonantica è battuta piuttosto che vibrante, perciò arma può essere [ˈarma] o [ˈaɾma].[48] Ciò ha spinto un certo numero di studiosi a postulare un'unica rotativa basilare; il contrasto intervocalico dunque risulta dalla geminazione (per es. tierra /tieɾɾa/ → [ˈtje̞ra] 'terra').[49][50][51] Altre alternanze comprendono /ks/ ~ /x/ (anexar vs anejo),[52] /kt/ ~ /tʃ/ (nocturno vs noche),[53] come pure coppie che mostrano l'accento sulla terzultima in nomi e aggettivi, ma l'accento sulla penultima nei verbi sinonimi (vómito 'vòmito' vs vomito 'io vomito').[54] FonotassiLa struttura della sillaba nello spagnolo può essere sintetizzata come segue, dove le parentesi racchiudono componenti opzionali:
La struttura sillabica dello spagnolo è formata da:
Esempi di attacchi massimali: transporte /transˈpor.te/, flaco /ˈfla.ko/, clave /ˈkla.be/ A causa di queste restrizioni fonotattiche, una /e/ epentetica viene inserita davanti al gruppo iniziale di parola iniziante per /s/ (per es. escribir 'scrivere'), ma non internamente alla parola (transcribir 'trascrivere'),[55] perciò la /s/ iniziale viene a spostarsi in una sillaba separata. Mentre le parole spagnole sono sottoposte a epentesi a inizio di parola, quelle delle lingue affini, come latino e italiano, non lo fanno:
Per una breve disamina che pone a confronto la struttura sillabica inglese e spagnola, vedi Whitley (2002:32–35). Variazioni dialettaliAlcune caratteristiche, come la pronuncia delle esplosive sorde /p t k/, non hanno variazione dialettale.[56] Tuttavia, ce ne sono numerose altre che differiscono nella pronuncia da un dialetto all'altro. Un aspetto dialettale rilevante è la fusione di /ʝ/ e /ʎ/ in un unico fonema (yeísmo); in aree metropolitane della penisola iberica (come Santander, Toledo e Valladolid[56]), /ʎ/ perde semplicemente la sua lateralità, e in alcune nazioni sudamericane il fonema risultante dalla fusione viene realizzato come [ʒ].[8] Altre variazioni dialettali comprendono /x/ → [h] e la fusione di /θ/ e /s/ in Andalusia, Isole Canarie e America Latina.[8] Anche il fonema /s/ è soggetto a qualche variazione. Nella maggior parte della Spagna, esso è apicoalveolare, mentre è laminare in Andalusia, Isole Canarie e America Latina.[8] In alcuni dialetti, /s/ può diventare l'approssimante [ɹ] in coda sillabica (doscientos: [do̞ɹˈθje̞nto̞s] 'duecento').[57] In molti luoghi debuccalizza in [h] in posizione finale (niños: [ˈniɲoh] 'bambini'), o davanti a un'altra consonante (fósforo: [ˈfohfoɾo] 'fiammifero') — in altre parole, il mutamento in una sillaba si verifica nella posizione di coda. Da un punto di vista autosegmentale, il fonema /s/ a Madrid viene definito solo dalle sue caratteristiche mute e fricative. Ciò significa che il punto di articolazione non è definito ed è determinato dai suoni che lo seguono nella parola o frase. Così a Madrid si trovano le seguenti realizzazioni: /peskado/ → [pe̞xkao̞] e /fosforo/ → [fo̞fːo̞ro̞]). In zone della Spagna meridionale, la sola caratteristica definita per /s/ sembra essere la mutezza:[58] può perdere interamente la sua articolazione orale per diventare [h]) o anche una geminata con la consonante seguente ([ˈmihmo̞] o [ˈmĩmmo̞] da /ˈmismo/ 'stesso').[59] Nello spagnolo andaluso orientale, la /s/ e la /x/ in finale di parola (foneticamente [h]) di norma si indeboliscono e la vocale precedente si abbassa:
Ha così luogo un processo ulteriore di armonia vocalica in modo che lejos ('lontano') diventa [ˈlɛhɔ], tenéis ('avete') [tɛˈnɛi] e tréboles ('trifogli') [ˈtɾɛβɔlɛ] o [ˈtɾɛβo̞lɛ].[60] In un certo numero di dialetti si ha [ʃ], o come [t͡ʃ] deaffricata[61] o come risultato di un prestito da altre lingue come il nahuatl[62] e l'inglese.[63] Si hanno anche le affricate /t͡s/ e /t͡ɬ/ nei prestiti nahuatl.[62] I dialetti caraibici, come pure quelli di Panama e della costa atlantica della Colombia, mostrano una forma di semplificazione delle consonanti di coda:
Queste consonanti cadute appaiono quando si verifica una suffissazione aggiuntiva (compases [komˈpase] 'battute', venían [beˈnian] 'venivano', comeremos [koˈmeɾemo] 'mangeremo'). Similmente, si hanno un certo numero di assimilazioni di coda:
Queste cancellazioni e neutralizzazioni mostrano variabilità nel loro verificarsi, anche con lo stesso parlante nello stesso enunciato, indicando che esistono forme non cancellate nella struttura sottostante.[66] Ciò non significa che questi dialetti siano sul punto di eliminare le consonanti di coda, dato che questi processi sono in loro esistiti per oltre quattro secoli.[67] Guitart (1997) ipotizza che questo sia il risultato dovuto a parlanti che acquisiscono sistemi fonologici multipli con un irregolare controllo, simile a quello degli scolari che imparano una seconda lingua. Nello spagnolo europeo standard, le ostruenti sonore sono desonorizzate davanti a una pausa come in [se̞ð̥] ('sete').[68] Note
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