Ferrero-Fieschi

Ferrero-Fieschi
Non nobis Domine sed nomini tuo da gloriam[1]
Inquartato: nel primo e nel quarto, d'argento, al leone d'azzurro, linguato e armato di rosso; nel secondo e nel terzo, bandato d'argento e d'azzurro
Stato Principato di Masserano
Marchesato di Crevacuore
Titoli
FondatoreFiliberto Ferrero-Fieschi
Ultimo sovranoCarlo Ludovico
Data di fondazione1533
Data di estinzione6 marzo 1833
Data di deposizione20 marzo 1767
Etniaitaliana
Rami cadettiFerrero della Marmora
Vittorio Filippo, ambasciatore di Spagna a Londra, fu l'ultimo principe effettivo di Masserano.
Giuseppina Luisa Ferrero-Fieschi, figlia di Carlo Sebastiano, sposò Charles-Joseph d'Ursel assumendo il titolo di duchessa d'Ursel.

La famiglia Ferrero-Fieschi, principi di Masserano (anche nota come Ferrero di Masserano, o impropriamente come solo Masserano), è stata una casata nobile di origini piemontesi, ramo cadetto della famiglia Fieschi di Genova, era in stretta parentela con la dinastia Savoia. A partire dal XVIII secolo, la famiglia si trasferì progressivamente in Spagna e Francia, entrando al servizio della corte spagnola, come militari e diplomatici.

Storia

Origini

Nel 1517 Filiberto, l'unico figlio maschio di Besso Ferrero, conte di Candelo, fu adottato dal protonotario Ludovico Fieschi, conte di Lavagna che acquistò il feudo di Masserano e gli annessi, sotto il controllo della Santa Sede. Ludovico stabilì che Filiberto fosse l'unico erede diretto dei suoi titoli e dei possedimenti. In cambio Filiberto avrebbe aggiunto al nome della propria famiglia e al proprio stemma quello dei Fieschi e avrebbe dovuto sposare una delle due nipoti di Ludovico (Anna ed Elisa) oppure di dotarle entrambe. In realtà poi non sposò nessuna delle due poiché nel 1522 si uni in matrimonio a Bartolomea Fieschi.[2][3]

Il titolo di principi

Lo stesso argomento in dettaglio: Principato di Masserano.

Questo fatto generò ovviamente dei malumori fra i parenti di Ludovico, fra cui il cugino Giovanni Giorgio che pretendeva la successione e i titoli per sé. Tuttavia nel 1533, grazie al favore e all'influenza dello zio cardinale Bonifacio Ferrero, Filiberto ottenne la conferma dei privilegi sia da Carlo V che da papa Paolo III, che ne riconobbe l'adozione.[2] In cambio Filiberto fece sposare il suo secondogenito Besso con Camilla Sforza di Santa Fiora, nipote del papa, ottenendo così il 6 agosto 1547 l'elevazione del feudo a marchesato con bolla pontificia.[2][3]

Una nuova svolta avvenne col nipote, Francesco Filiberto che Il 13 agosto 1598 riuscì ad ottenere da papa Clemente VIII il titolo di principe, anche grazie alle raccomandazioni di parenti influenti presso la curia romana. Il nuovo titolo introdusse Francesco Filiberto nella più alta società nobiliare dell'epoca. L'11 febbraio 1603 sposò, nel castello di Racconigi, la cugina Francesca (de) Grilliet. Nello stesso anno fu nominato generale di cavalleria nonché capo della nobiltà piemontese. Nel 1597, la marchesa Claudia di Savoia di Racconigi, vedova del marchese Besso ed il figlio Francesco Filiberto (1576-1629) costruiscono come propria sede un nuovo palazzo, lasciando l'antico maniero tardo medievale. Nel 1614 alla famiglia è riconosciuta l'investitura imperiale per la contea di Lavagna in Liguria, concedendogli di apporre nel proprio blasone l'aquila bicipite imperiale. I principi sono anche vassalli dei Savoia per le contee e le signorie di Candelo, Gaglianico, Benna, Roasio, Zumaglia, Serravalle, Bornate, Beatino, Sandigliano, Vintebbio e Lozzolo.

Il 20 marzo 1767, Vittorio Filippo, diventato ambasciatore spagnolo, alienò il principato e il marchesato al re sabaudo Carlo Emanuele III per 400.000 lire[3][4], conservando i titoli ereditari e il potere di bassa giurisdizione.[3] Il figlio e successore Carlo Sebastiano dovette subire l'occupazione napoleonica, il 13 dicembre 1798,[3] e l'unione di Masserano e Crevacuore alla municipalità di Vercelli. Le decisioni del Congresso di Vienna, infine, sancirono la definitiva perdita dell'indipendenza dell'ex feudo pontificio e l'annessione al regno di Sardegna.

In Spagna e in Francia

A partire dal 1700, con Vittorio Amedeo, la famiglia si trasferì in Spagna, fino a stabilirvisi definitivamente. In Spagna e Francia la famiglia era nota anche con i nomi di Màseran o Masseran e nella forma francese di Fiesque de Masseran.

Vittorio Amedeo raggiunse la corte spagnola col fratello minore Giacinto, dove fu accolto dal re Filippo V, e col favore della regina Maria Luisa, con cui erano imparentati da parte materna, entrarono al servizio della corte borbonica. Scalarono rapidamente i gradi militari, ottenendo ripetutamente i maggiori ordini equestri spagnoli (tra cui il Toson d'oro) e il grandato di Spagna.[3]

Il 6 marzo 1833, morì Carlo Ludovico, figlio di Carlo Sebastiano, ambasciatore spagnolo in Francia che si trasferì a Parigi, facendo costruire una residenza privata, nota col nome di Hotel de Masseran. La sorella di Carlo Ludovico, non avendo questi avuto figli, tentò di ottenere i titoli per sé, ma senza successo. Il ramo si estinse dunque, e i titoli e i privilegi passarono a Carlo Emanuele, parente più prossimo appartenente al ramo dei Ferrero della Marmora. L'erede fu confermato con decreto regio del parlamento, seguendo la linea maschile come contemplato nelle adozioni già fatte dai Fieschi e confermate dalle bolle del 1517 di papa Leone X.[5]

Albero genealogico

 Ludovico Fieschi adotta

Filiberto Ferrero-Fieschi
*1504 †1559
capostipite =
sp. Bartolomea Fieschi-Savignone nel 1522
 
         
 
Sebastiano
*1527 †1577

Besso Carlo
*1528 †1584 sp. Camilla Sforza di Santa Fiora
sp. Claudina di Savoia-Racconigi
Laura
Bonifacio

Ferdinando
*1536 †1580
Cornelia
Ginevra
Livia
Semidea
 
      
 Olimpia
Giulia
Beatrice
Costanza

Francesco Filiberto
†1629
sp. Francesca de Grillèt
Paola
 
     
 Carlo Fliberto
*1605 †1624

Paolo Besso

*1608 †1667
sp. Margherita Del Carretto nel 1634
Scipione Camillo
Lanfranco Bernardino
Vittorio Sebastiano
 
  
 Francesco Filiberto Amedeo
*1637 †1650

Francesco Ludovico

*1638 †1683
sp. Francesca Maria Cristina Simiana di Pianezza nel 1660
 
     
 Paolo Alessandro

Carlo Besso

*1663 †1720
sp. Cristina Ippolita di Savoia-Bresse nel 1686
Giacinto Filiberto
Antonio
Federico Sebastiano
 
           
 
Vittorio Amedeo

*1687 †1743
sp. Giovanna Irene Caracciolo il 5 giugno 1712
Sebastiano
Francesa Delfina
Giuseppe

Giudo Giacinto
*1693 †1750
Vittoria
Luigi Fedele
Elena
Cristina
Giovanni Battista
Emanuele Filiberto
 
      
 
Vittorio Filippo

*1713 †1777
sp. Charlotte Louise de Rohan il 26 ottobre 1737

Carmine Nicola[6]
*1718(?) †1748

Marino
*1721 †1772
Maria Crstina
Maria Costanza
Maria Luisa
 
   
 non nato
†1740
Ferdinando Antonio
*†1746

Carlo Sebastiano
*1760 †1826
sp. Adélaïde de Béthune-Chârost-Pologne nel 1776
 
   
 Carolina Margherita
*1778 †1849
sp. Aldonce Charles Joseph de Saint Sauveur
Giuseppina Ludovica (o Luisa)[7]
*1779 †1847
sp. Charles-Joseph d'Ursel
 
Carlo Ludovico
*1782 †1833
  
      
Jean Francois Charles-Leo
Marie Augustine Caroline
Louis Marie
Adrien Marie
Auguste Marie
Ramo della Marmora

Carlo Ferrero della Marmora

Discendenza

Dalla famiglia Ferrero-Fieschi discende la linea principale dei membri della casa d'Ursel. Infatti la figlia di Carlo Sebastiano, Giuseppina Luisa sposò Charles-Joseph d'Ursel. Per questo Carlo Sebastiano era bisnonno di Joseph, VI duca d'Ursel che fu presidente del Senato del Belgio.

Note

  1. ^ Motto latino dei cavalieri templari: "Non a noi, non a noi Signore da' gloria, ma al nome tuo" (salmo 114,1 della Bibbia CEI; salmo 115,1 della Bibbia Diodati)
  2. ^ a b c Ferrero-Fieschi, Filiberto in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  3. ^ a b c d e f Sulle famiglie nobili (...), 1847.
  4. ^ Ozanam, 1998.
  5. ^ Carlo Emanuele La Marmora, su lamarmora.net.
  6. ^ Anche Carmineo Niccolò.
  7. ^ (FR) Louise Victoire Josephine

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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