Felis silvestris ornata
Il gatto selvatico asiatico (Felis silvestris ornata Gray, 1832) è una sottospecie di gatto selvatico diffusa dalle sponde orientali del Caspio fino all'India occidentale e, a nord, al Kazakistan, alla Cina occidentale e alla Mongolia meridionale. Dal momento che è la sottospecie più comune e diffusa di F. silvestris, non corre alcun rischio di estinzione[3]. È noto anche come gatto delle steppe asiatico e gatto del deserto indiano[4]. DescrizioneI gatti selvatici dell'Asia centrale si differenziano da quelli europei per lo sfondo color giallo-grigiastro o rossastro del mantello, ricoperto distintamente da piccole macchie nere o rosso-marrone. Talvolta le macchie si fondono insieme a costituire delle strisce, specialmente negli esemplari diffusi nelle regioni centroasiatiche a est dei monti Tien Shan[5]. In Pakistan e India, i gatti selvatici hanno mantelli dalla colorazione giallo-sabbia chiaro, sulla quale spiccano piccole macchie che tendono a disporsi in linee verticali su tronco e fianchi. La pelliccia è generalmente breve, ma la sua lunghezza varia a seconda dell'età dell'esemplare e della stagione. La coda ha sempre l'estremità nera e le piante dei piedi sono nere. Un piccolo ciuffo di peli si sviluppa sulla punta delle orecchie[6]. Il peso si aggira sui 3–4 kg[7][8]. Distribuzione e habitatIl Caucaso viene generalmente considerato come la zona di transizione tra gli areali del gatto selvatico europeo (a nord e a ovest) e del gatto selvatico asiatico (a sud e a est). In questa regione, il primo è diffuso nelle foreste di montagna, mentre il secondo vive nelle aree desertiche e semidesertiche di bassa quota lungo le sponde del Caspio. Il gatto selvatico asiatico vive di solito in prossimità dei corsi d'acqua, ma è anche in grado di vivere tutto l'anno in deserti completamente privi di riserve idriche. Nelle regioni montuose si spinge fino a 2000–3000 m di quota, ovunque vi sia copertura vegetale sufficiente. In inverno, ai confini settentrionali dell'areale, la profondità del manto nevoso pone dei limiti alla sua espansione[9]. In Afghanistan, gatti selvatici asiatici sono stati avvistati prima del 1973 sui monti e nelle steppe dell'Hazaristan (regione centrale del Paese), nella zona del passo Shibar, presso Herat e nella Provincia di Bamiyan[10]. In India, questo animale è associato soprattutto ai deserti arbustivi[11]. Nel 1999, la sottospecie era considerata ancora presente in Rajasthan, nei distretti di Bikaner, Barmer, Jaisalmer, Pali e Nagaur[12]. Abita il deserto del Rajasthan e il Rann di Kutch, comprese le adiacenti distese erbose di Banni, in India, e le regioni desertiche del Sindh, in Pakistan. Il Santuario Naturale di Jalore, situato nei pressi dell'omonima città del Rajasthan, è una delle poche aree protette in cui questo animale è presente in gran numero. BiologiaI gatti selvatici asiatici vengono avvistati più frequentemente nelle ore diurne. Riposano e allevano i piccoli all'interno di tane[9]. Nelle regioni arbustive del Rajasthan occidentale, si nutrono soprattutto di gerbilli del deserto, ma cacciano anche lepri, ratti, tortore, pernici grigie, grandule, pavoni, bulbul, passeri e mangiano uova di uccelli che nidificano al suolo. Sono stati visti anche uccidere cobra, vipere dalle squame a sega, boa delle sabbie, gechi, scorpioni e coleotteri[11]. ConservazioneLe femmine di gatto selvatico asiatico si accoppiano spesso con i gatti domestici e nei pressi dei villaggi ove vivono le prime è facile trovare nidiate frutto di ibridazioni[9]. In Afghanistan a questi animali è stata data una caccia assidua; nel 1977, nei bazar di Kabul erano in mostra più di 1200 articoli confezionati con la pelle di questo felino[10]. In Afghanistan esso è protetto dalla legge ed è stato posto, nel 2009, nella prima Lista delle Specie Protette del Paese; ciò significa che è vietata la caccia e la vendita di parti ricavate dall'animale. Inoltre, è stato proposto di considerarlo oggetto di una futura campagna di studi[3] Note
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