Felice Scandone
Felice Scandone (Napoli, 13 maggio 1901[2] – Marsa Matruh, 10 settembre 1940) è stato un giornalista, aviatore, dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo portiere. BiografiaFondò e diresse il trisettimanale "Mezzogiorno Sportivo"[3], tra le riviste calcistiche all'epoca più seguite in tutto il meridione[4]. Come giornalista sportivo scrisse articoli per Il Littoriale[5], il Roma[6], lo Sport Fascista[7] ed il Ciclismo d'Italia[8]. Il 23 giugno 1929 effettuò la prima radiocronaca di un incontro di calcio del Napoli. Dal balcone della sede del Mezzogiorno Sportivo, comunicava alla folla sottostante le fasi salienti dello spareggio giocato a Milano contro la Lazio, riferitegli da un inviato telefonicamente[9]. A suo nome sono state intitolate la Piscina Felice Scandone a Napoli, la Felice Scandone Basket Avellino ed il gruppo regionale dell'U.S.S.I. Campania[3][10]. Carriera militareArruolato come tenente pilota della Regia Aeronautica[11], morì durante un'azione di guerra, ai comandi del suo Savoia-Marchetti S.M.79, sui cieli di Marsa Matruh, abbattuto dagli inglesi nella zona di Tobruk[3] e risultando poi disperso[11]. OnorificenzeNel 1941 è stato insignito della medaglia di bronzo al valor militare per le sue azioni durante la seconda guerra mondiale[12]. «Capo equipaggio di apparecchio da B.T., confermava, nelle numerose e difficili azioni compiute su mare e su terra, le sue eccezionali doti di pilota e di combattente, dimostrando sempre perizia e sprezzo del pericolo. Durante un attacco contro un convoglio scortato da navi da guerra, nonostante la violenta reazione avversaria che rendeva pericolosissima la permanenza sull'obiettivo, portava efficacemente a termine la missione ricevuta e cooperando all'affondamento di due piroscafi nemici. - Cielo del Mediterraneo, 18-23 agosto 1940-XVIII.»
— Roma, 20 settembre 1941[12] Nel 1943 è stato insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per l'azione che lo ha portato alla morte «Capo equipaggio di aereo da Bombardamento Terrestre, sempre primo per missioni più rischiose, partiva volontariamente per importante missione. Mentre si dirigeva sull'obiettivo, veniva attaccato da numerosi caccia. Incurante del grave pericolo raggiungeva e colpiva il bersaglio e persistendo nell'impari lotta riusciva ad abbattere un caccia nemico. Con l'apparecchio in fiamme rinunciava a salvarsi con il paracadute e continuava a battersi eroicamente fino a quando non scompariva nel cielo della battaglia - Cielo dell'AS 10 settembre 1940 (Istituto Nastro Azzurro)»
Carriera sportivaFu un pioniere del calcio napoletano al pari di Alfredo Reichlin, dei fratelli Scarfoglio e di Mario Argento[13]. Da giovane giocò nel ruolo di portiere nelle file del Naples F.B.C.. Nel 1917 a Roma, prese parte all'amichevole vinta per 3-1 contro la Juventus Roma[13], mentre nel 1918 partecipò alla Coppa Internazionale[14]. Nel campionato 1927-1928, insieme a Mario Argento affiancò dapprima il tecnico Jean Steiger e poi il successore Ferenc Molnár[15]. Note
Bibliografia
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