Malato sin dalla nascita (soffriva di paralisi a un piede), venne relegato ancora giovanissimo ad una sedia a rotelle in compagnia della quale compare in un conosciutissimo ritratto, che lo mostra attorniato dai propri parenti, delle dinastie Wettin e Wittelsbach[1] La madre, proprio per queste condizioni, aveva tentato inutilmente più volte di avviarlo alla carriera ecclesiastica, spingendolo a rinunciare ai diritti di successione in favore del figlio minore, ma lui aveva preferito mantenere la propria posizione, sforzandosi il più possibile di condurre una vita normale.
Si immerse nello studio presso l'Università di Lipsia, dove abbracciò appieno la causa illuminista. Scrisse nel proprio diario: "I principi esistono per i loro sudditi e non i sudditi per i loro principi. La salute dei loro sudditi, il credito pubblico e un esercito bene armato sono la felicità di un principe".[2]
Sulla scorta di queste idee si mostrò sempre molto tollerante anche a livello religioso, entrando in contatto con diversi ambienti cattolici riformati italiani durante il suo grand tour in Italia nel 1738/39. Grande amante della cultura sostenne notevolmente gli studi archeologici e artistici di Johann Joachim Winckelmann e quelli linguistici di Johann Christoph Gottsched.
Era anche conosciuto per il suo spiccato talento musicale, una passione che dopo il matrimonio condividerà anche con la moglie. Per il suo undicesimo compleanno Johann Sebastian Bach gli dedicò la cantata BWV 213, Laßt uns sorgen, laßt uns wachen, ripresa poi dal compositore nell'Oratorio di Natale.
Alla morte prematura dei suoi fratelli maggiori, Federico Augusto (1721) - deceduto prima della sua nascita - e Giuseppe Augusto (1728), si ritrovò a essere l'unico erede del trono paterno. Alla morte di quest'ultimo, il 5 ottobre 1763, Federico Cristiano gli successe come elettore di Sassonia.
Il regno da elettore
Uno dei suoi primi atti da elettore fu quello di licenziare l'impopolare primo ministro, il conte Heinrich von Brühl, che aveva fallito nella propria politica finanziaria e si era reso responsabile di una catastrofica amministrazione degli affari esteri, coinvolgendo l'elettorato nella Guerra dei Sette anni e causando una profonda crisi per la Sassonia.
Dal momento che il suo erede non era ancora maggiorenne, sua moglie, l'elettrice Maria Antonia, e suo fratello Francesco Saverio assunsero la reggenza dell'elettorato.
Carlo Massimiliano Maria Antonio Giovanni Nepomuceno Luigi Francesco Saverio Gennaro (n. Dresda, 24 settembre 1752 - m. dresda, 8 settembre 1781), conosciuto come Carlo;
Giuseppe Luigi Giovanni Nepomuceno Luigi Gonzaga Francesco Saverio Gennaro Antonio da Padova Policarpo (n. Dresda, 26 gennaio 1754 - m. Dresda, 25 marzo 1763), conosciuto come Giuseppe;
Teresa Maria Giuseppa Maddalena Anna Antonia Walburga Ignazia Saveria Agostina Luisa Fortunata (n. Monaco, 27 febbraio 1761 - m. Dresda, 26 novembre 1820), conosciuta come Maria Anna.
^Il dipinto è conservato nel Castello di Nymphenburg.
^(DE) Horst Schlechte, Das geheime politische Tagebuch des Kurprinzen Friedrich Christian: 1751 bis 1757, Weimar, Böhlau-Verlag, 1992, ISBN3-7400-0105-4..
Bibliografia
August Moritz Engelhardt: Friedrich Christian Churfürst von Sachsen - ein biographischer Entwurf; nebst Beschreibung der auf diesen Fürsten Bezug habenden und unter seiner Regierung geprägten Münzen und Medaillen. ed. Wagnerschen Buchhandlung, Dresda, 1828 (Copia digitalizzata)