La bevanda venne ideata in Germania da Max Keith (principale imbottigliatore della Coca-Cola nel paese) nel 1940, quando a causa dell'embargo della Seconda guerra mondiale divenne impossibile accedere allo sciroppo della Coca-Cola. Data la penuria di ingredienti esteri, la Fanta era ottenuta da sottoprodotti della produzione del formaggio (siero di latte) e dalla fibra di mela da sidro.[1] Il nome deriva dal termine tedesco per "immaginazione", Fantasie o Phantasie.[1]
Dopo il 1949, la produzione fu cessata.
Nel 1955, a Napoli, nello stabilimento della SNIBEG (Società Napoletana Imbottigliamento Bevande Gassate), grazie all'intervento di Ermelino Matarazzo Di Licosa[2], si produsse per la prima volta la Fanta nella sua formulazione con arance, dando vita al prodotto che oggi conosciamo.[3]
La Coca-Cola nel 1960 ne acquistò il marchio, distribuendola in tutto il mondo.
Diffusione e tipologie
L'aranciata Fanta è disponibile in oltre 180 paesi. L'aranciata Fanta è più popolare in Europa e in Sudamerica che negli Stati Uniti d'America, e i prodotti sono formulati diversamente, con la versione europea che contiene vero succo d'arancia di agrumi locali (principalmente a causa delle più rigide legislazioni riguardanti la denominazione “aranciata”, che richiede almeno il 20% di succo vero, e delle leggi sugli aromi naturali). In alcune nazioni esiste anche una versione dietetica della Fanta all'arancia.
In termini di volume, il Brasile è il più grande consumatore di Fanta del mondo.
L'aranciata Fanta viene commercializzata nel mondo in oltre 100 gusti; comunque, molti di questi sono disponibili solo localmente in alcune nazioni. Eccone alcuni esempi:
Nel 2004 la Coca-Cola Company ha ri-etichettato i prodotti in precedenza noti come Minute Maid negli Stati Uniti d'America ed ha iniziato una campagna pubblicitaria aggressiva per espandere il mercato statunitense dell'aranciata Fanta, in particolare tra i giovani consumatori.
Critiche
A febbraio 2012[4] un'inchiesta condotta da The Ecologist e poi ripresa da The Independent[5][6] e dal Corriere della Sera[4] accusò la Coca-Cola Company di usare, per produrre la Fanta, arance dalla zona di Rosarno,[5][6] dove lavorano, per miseri salari[5] generalmente di € 25 al giorno,[4][7] migranti in condizioni di schiavitù.[5][6] La multinazionale ha reagito interrompendo i contratti precedentemente stipulati con le aziende calabresi che producono arance[6] e bloccando gli ordini[5]; questo però rappresentava un danno per gli agricoltori della zona.[5] Allora la Coca-Cola Company ha annunciato che le arance di Rosarno non sarebbero sparite del tutto;[5] ciò fu confermato da Mario Catania, che affermò, fra le varie cose: «La multinazionale non lascia Rosarno e i produttori della Piana di Gioia Tauro».[5] Salvatore Gabola, il direttore generale degli affari pubblici per l'Europa della Coca-Cola Company ha detto: «Le notizie [...] erano erronee e riguardavano solo un fornitore»;[5] tuttavia in un articolo di aprile 2012 erano riportate le parole di Pietro Molinaro, secondo cui «la Coca-Cola Company continua ad essere assente e a non dare alcun cenno positivo sulla catena di sfruttamento».[8]
Un articolo del Corriere della Sera di giugno 2016, annovera la Coca-Cola nei primissimi posti fra i distributori di arance e derivati a marchio più trasparente.[9]
Note
^ab(EN) The Reich Stuff?, su snopes.com, 29 aprile 2011. URL consultato il 26 febbraio 2016.